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Il Fomc è pessimista sulle prospettive dell’economia a stelle e strisce. E striglia il Congresso. Borse giù, dollaro in altalena
Non solo aumento dei contagi e tensioni tra Usa e Cina: a raffreddare l’entusiasmo degli investitori, stamattina ci sono anche i verbali Fed relativi alla riunione di politica monetaria di fine luglio. Dalle minute emergono infatti una forte preoccupazione per l’economia americana e dubbi su come stimolare la crescita tra tassi bassi e casi di virus in aumento. Parole che bastano a smorzare le speranze degli investitori nate dopo una serie di dati marco positivi.
In particolare, visto il ritorno alla normalità “altamente incerto”, per un certo numero di funzionari Fomc “potrebbe essere necessario un ulteriore accomodamento”, anche fornendo maggiori dettagli su per quanto tempo l’istituto centrale manterrà i tassi vicini allo zero. Le minute però non chiariscono l’eventuale tempistica di una tale mossa, dicendo solo che una guidance più esplicita sarà “appropriata a un certo punto”.
Powell e colleghi chiamano in causa anche la politica, sollecitando il Congresso Usa ad approvare ulteriori aiuti economici e sottolineando le sfide che la ripresa economica deve affrontare. “L’andamento dell’economia – si legge nei verbali – dipenderà in modo significativo dal andamento del virus. Inoltre la crisi della sanità pubblica in corso avrà un peso considerevole sull’attività economica, sull’occupazione e sull’inflazione nel breve termine e metterà a repentaglio le prospettive economiche a medio termine”.
Inevitabile la reazione dei mercati, con le piazze europee in calo per tutta la mattinata sulla scia di quelle asiatiche, e il dollaro in altalena. Le minute “hanno riportato indietro il dollaro dall’orlo del baratro”, spiegano gli esperti DBS, sottolineando che la Fed non sta prendendo in considerazione il controllo della curva dei rendimenti. Oltre alla prevista copertura delle posizioni ribassiste sul dollaro, il selloff del biglietto verde sembra ormai essere eccessivo anche sui grafici tecnici secondo gli esperti, stando ai quali il trend ribassista a più lungo termine della valuta non è confermato a meno di nuovi importanti strappi.