I numeri del settore dal Forum annuale dell’Associazione Italiana Private Banking. Presentata nell’occasione la ricerca Aipb-Centro Einaudi. La protezione del capitale resta il faro dei clienti, alternativi e sostenibili crescono, in particolare al diminuire dell’età. Sguardo rivolto al passaggio generazionale
Il private banking italiano svela i numeri del settore in occasione del Forum annuale Aipb, con una fiducia nel futuro dimostrata dalla decisione di comunicare una stima a fine anno che vede superata la soglia, non solo psicologica, dei 1.000 miliardi di euro di asset.
“La previsione a fine 2021 di 978 miliardi di euro, stimata a inizio anno, è stata superata già alla fine del primo semestre. Partendo dai dati storici di giugno, che hanno visto gli asset raggiungere i 993 miliardi, la previsione di fine anno si attesta, ora, a 1.021 miliardi di euro, con una crescita del 9,5% rispetto al 2020”, hanno comunicato dall’Associazione.
Cosa pensano e cosa chiedono i clienti private
Presentata inoltre nel corso del Forum la ricerca “Risparmiatori di avanguardia nelle scelte di investimento”, realizzata dall’Associazione Italiana Private Banking e dal Centro Einaudi che si è concentrata sulle caratteristiche della clientela di fascia alta e sulle decisioni in materia di allocazione del capitale.
Il perimetro di indagine riguarda il 2,6% delle famiglie italiane che nel complesso rappresentano il 36% della capacità di investimento del Paese. “Un’avanguardia estremamente rilevante”, ha affermato Giuseppe Russo, direttore del Centro Einaudi, in apertura della sua esposizione delle evidenze fondamentali dell’indagine; “non solo per la dimensione della ricchezza”, ha aggiunto, “ma anche per l’attenzione e la consapevolezza sugli impatti che le proprie scelte hanno sul sistema economico nel suo complesso”.
Paolo Federici, vicepresidente AIPB
Il profilo dell’investitore private che emerge dalla ricerca risulta essere mediamente in possesso di maggiori informazioni finanziarie che non sono esclusivamente derivanti dalla formazione ma da una continua ricerca. Significativo in tal senso che il tema degli scenari di mercato si collochi al secondo posto tra quelli affrontati nella relazione con il banker (14,3%), preceduto unicamente dall’analisi della performance di portafoglio (21,9%). Seguono nella classifica degli argomenti al centro dei colloqui i nuovi prodotti finanziari (10%) e le questioni amministrative con il (9%).
La forte concentrazione sugli aspetti di gestione dell’investimento si caratterizza per un focus che rimane ben saldo sull’obiettivo primario della protezione del capitale, connesso per la clientela private alla generazione di rendimento nel lungo periodo. “Il confronto con la propensione media di tutte le famiglie italiane permette alcune riflessioni sulla specificità della nostra clientela”, interviene sul punto Paolo Federici, vicepresidente AIPB. “La semplice classificazione per patrimonio non è sufficiente. Dobbiamo considerare la clientela private un cluster. Rispetto alla media nazionale notiamo come ci sia una minor concentrazione sulla protezione e un interesse più che doppio sulla performance di lungo termine. Questo cluster è molto rilevante per il Paese poiché il dato del 36% si limita a considerare la ricchezza personale ma se pensiamo in un’ottica di famiglia, di impresa e di impatti sul territorio ci rendiamo conto di come questa sia una cifra non del tutto rappresentativa”.
Un futuro “alternativo e sostenibile”
La ricerca Aipb-Centro Einaudi ha indagato la propensione dei clienti private anche in relazione alle opportunità di investimento che maggiormente innovative tanto in termini di tematiche su cui insistono che di sviluppo dell’offerta commerciale.
Investimenti alternativi e sostenibili, in particolare, si caratterizzano per un grande potenziale non ancora pienamente espresso. L’allocazione a strategie e strumenti Esg si rivela quella con lo scarto maggiore fra propensione del cliente ed effettiva esposizione. Un dato significativo anche in relazione alla volontà espressa dal 61% della clientela private di detenere investimenti sostenibili per un periodo superiore ai 10 anni. Importante anche notare come sia stata evidenziata una relazione inversa fra età del cliente e propensione al posizionamento su questi comparti.
Alternativi, in particolare investimenti in economia reale, e sostenibilità sono i due elementi su cui la ricerca sembra dare le indicazioni prospettiche più importanti in ottica di sviluppo.
“Piena integrazione delle tematiche Esg nel rapporto di consulenza e accessibilità della clientela alle stesse possibilità riservate oggi agli investitori istituzionali sono due strade fondamentali per l’industria private. Il sostegno dei capitali privati allo sviluppo del tessuto produttivo del Paese e alla transizione sostenibile è decisivo e oggi abbiamo la possibilità e il compito di favorirlo”, ha dichiarato Federici.
Paolo Langé, Presidente di AIPB
Proprio su questo aspetto si è voluto concentrare nel suo intervento il Presidente AIPB Paolo Langé: “Oggi assistiamo, per la prima volta in decenni, a un Paese che mostra una ripresa superiore alle aspettative. Stiamo crescendo e bene. L’Italia ha riconquistato rispetto, considerazione e peso a livello internazionale. Tutti i settori dell’economia devono contribuire a questa rinascita. Il Private Banking può e deve dare il suo contributo a questo Rinascimento economico e culturale, che si basa anche su una ripresa di fiducia sulle potenzialità del Paese. Parlare di Rinascimento economico oggi richiede realismo, responsabilità e impegno. Realismo nel valutare correttamente i dati quantitativi. Responsabilità nel comprendere appieno quelli qualitativi. Sapere quanto è cresciuto lo stock di ricchezza investibile non basta. Dobbiamo anche conoscere gli orientamenti di chi lo possiede. La disponibilità dei nostri clienti a cogliere le opportunità di investimento in strumenti che accompagnino la transizione economica incoraggiata dai piani del Governo. E infine, impegno a creare le condizioni perché il Rinascimento non sia una fioritura di pochi mesi, ma una costante di lungo termine”.
I private banker gestiscono un risparmio privato superiore a 860 miliardi “indirizzando le scelte di investimento del 28% del totale della ricchezza italiana investibile”. L’audizione di Langè e Massari in Commissione Finanze della Camera
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