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Il vicepresidente Orsini alla Camera: “Ridisegnare l’Irpef e cancellare l’Irap”. La patrimoniale? “Ne abbiamo già 17, vanno riorganizzate”
Un’Irpef che sembra uscita dal bisturi del Dr. Frankenstein, “tenuta solo dal filo ideale di tassare il reddito personale”, un’Irap da mandare in pensione e 17 patrimoniali già esistenti da riorganizzare. Confindustria ha le idee chiare su cosa dovrebbe fare il nascituro governo Draghi sul tema tasse, a partire dal fatto che il carico fiscale non dovrà essere aumentato, anzi.
A presentare il programma targato Viale dell’Astronomia è stato Emanuele Orsini, vicepresidente per il credito la finanza e il fisco, che nel corso di un’audizione alla Camera ha chiesto una riforma a tutto tondo del sistema, aggiungendo che i due miliardi di risorse annue sono pochi e che il recupero dell’evasione non dà garanzie. “Servirà quindi rimodulare il prelievo nelle imposte e tra le imposte del sistema fiscale”, ha avvertito. D’altra parte, secondo quanto riferito qualche giorno fa dalla Corte dei conti, la propensione all’evasione e all’elusione, il tax gap, “in ambito Irpef è stata pari, nel 2018 al 2,8% per i redditi da lavoro dipendente (4,4 mld di euro) e al 67,6% per i redditi da lavoro autonomo e di impresa (32,7 mld di euro)”.
Ora, per Orsini, occorre innanzitutto ridisegnare la progressività dell’Irpef, alleggerendo la pressione sui redditi medi, “in particolare sopra i 28 mila euro, soglia oltre la quale l’attuale modello produce le distorsioni più ampie”, perché secondo gli industriali si è di fronte ad un sistema che disincentiva lavoro e produttività. “Serve un progetto di riforma a tutto tondo che riguardi non solo l’Irpef ma l’intero sistema fiscale”, ha sottolineato.
Nel mirino degli industriali anche l’Irap, “imposta che ha fatto il suo tempo”. “Dopo la cancellazione temporanea dei versamenti del tributo dovuti nel 2020, il legislatore ha un’occasione storica per eliminarla del tutto. Si avrebbero enormi benefici in termini di semplificazione e attrazione di nuovi investimenti”, ha evidenziato Orsini, assicurando che Confindustria “è pronta a fare la sua parte” e che “anche la tassazione delle imprese va migliorata”.
Infine la questione patrimoniale, che Orsini liquida in poche parole. Per Viale dell’Astronomia, infatti, il punto non è ‘se’ introdurne una, ma “come riorganizzare le 17 che abbiamo già”. “Gran parte del dibattito sull’imposta patrimoniale in Italia si concentra intorno agli immobili residenziali e alla prima casa”, ha fatto notare il vicepresidente, secondo cui però un catasto obsoleto (“la cui riforma sarebbe lunga e costosa”), la congiuntura e le esperienze del passato “invitano alla cautela”.
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