Non solo opportunità, ecco i rischi ai quali fare attenzione nel 2021
28 gennaio 2021
di Sibilla Di Palma
3 min
Dalla scarsa diffusione dei vaccini alla guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, ecco le principali incognite che secondo gli esperti potrebbero provocare scossoni in portafoglio
Possibili focolai di Covid 19 e nuove varianti del virus che potrebbero vanificare gli sforzi fatti sui vaccini; il prosieguo della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti; la difficoltà a tornare sui livelli pre-pandemia in termini di spesa dei consumatori e di investimenti. Sono alcuni dei rischi che, secondo i gestori, potrebbero caratterizzare l’anno appena iniziato e ai quali occorrerà fare attenzione, tenendosi pronti a procedere con aggiustamenti del portafoglio laddove necessario.
Incognita virus
Carlo De Luca, responsabile Am Gamma Capital Markets
Guardando ai prossimi mesi, secondo Carlo De Luca, responsabile Am Gamma Capital Markets, la debolezza economica dovrebbe lasciare il posto a un’ampia ripresa guidata dai vaccini. Anche se restano alcune incognite da monitorare. “Le attuali varianti del virus sembrano non vanificare gli sforzi sostenuti, ma nulla toglie che possibili future varianti determinino l’inefficacia dei vaccini”, sottolinea. De Luca sposta l’attenzione anche sul tema degli stimoli fiscali e monetari sulla cui prosecuzione anche nel 2021 stanno scommettendo i mercati. Va tuttavia considerato che “segnali di minori allentamenti monetari potrebbero comportare un aumento dell’inflazione a circa il 2% per un periodo prolungato di tempo”. A perturbare la serenità degli investitori potrebbe essere anche la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina che ha caratterizzato il governo Trump e sulla quale, sottolinea De Luca, “prevediamo che non ci saranno grossi cambiamenti di direzione da parte della nuova amministrazione”. Tra i pericoli spicca infine per l’esperto anche il numero di fallimenti e insolvenze che potrebbe farsi elevato. Questo a causa del “crescente debito delle società sostenuto dai forti finanziamenti favoriti proprio da una politica ultra espansiva delle banche centrali e indirizzati anche a ‘chi non è affidabile’ e che potrebbe diventare insolvente”.
Il rallentamento della domanda cinese
Joachim Fels, consulente economico globale di Pimco, individua tre possibili ostacoli per il 2021. “Il primo è un orientamento più cauto nella seconda metà di quest’anno e ancor di più nel 2022 nelle politiche di bilancio, che costituirebbe un rischio considerevole per la ripresa economica”. Un secondo possibile rischio, secondo Fels, riguarda il ritorno dell’attenzione alla riduzione del debito da parte della Cina (l’unico grande paese a essere cresciuto anche nell’anno del Covid, con un Pil che nel 2020 dovrebbe attestarsi in salita del 2,3% secondo i dati del National Bureau of Statistics of China), con l’obiettivo di garantire la sostenibilità della crescita nel lungo termine. “Un’eccessiva restrizione potrebbe causare un rallentamento della crescita più brusco del previsto e ripercussioni negative globali su economie e settori fortemente dipendenti dalla domanda cinese”, osserva. Da ultimo, le conseguenze economiche dovute allo shock senza precedenti causato dal Covid 19 potrebbe “inibire o impedire un rapido ritorno ai livelli pre-pandemia della spesa dei consumatori nonché degli investimenti e delle decisioni di assunzione di personale da parte delle imprese”.
Prudenza sui mercati azionari
Alessandro Aspesi, country head Italia di Columbia Threadneedle Investments
Condivide la preoccupazione circa le incognite ancora legate al vaccino anche Alessandro Aspesi, country head Italia di Columbia Threadneedle Investments. Sia sul fronte dell’efficacia, “che però sembra molto buona, oppure, cosa più probabile, potremmo non vedere quella diffusione del vaccino necessaria per poter tornare a una ripresa economica stabile, nel caso in cui continuassimo a subire restrizioni alle attività”. L’esperto invita inoltre alla prudenza sul mercato azionario, che ha visto una forte ripresa nel corso del 2020, passando dai minimi toccati a fine marzo fino ai massimi storici sperimentati negli ultimi giorni. “Una accelerazione così forte non sarà possibile ottenerla nel corso del 2021”, osserva, “anche se il barometro è sempre orientato verso il positivo, perché ci sono delle manovre sincronizzate a livello delle banche centrali e governi con pacchetti fiscali in essere. Pensiamo che il 2021 possa vedere sì dei mercati azionari positivi, ma non a questi tassi di crescita che abbiamo sperimentato finora”, conclude.
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