Btp Futura, buona anche la seconda: raccolti 5,7 miliardi
L'emissione bis del titolo anti-Covid manca di un soffio i 6 miliardi raggiunti a luglio. E il Tesoro annuncia il debutto nei green bond
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Un nuovo titolo che si chiamerà Btp short term e sostituirà il Ctz, almeno una emissione di Btp Futura e, probabilmente, anche un nuovo Btp Italia. Sono questi i programmi del Tesoro per il prossimo anno, illustrati dal responsabile della gestione del Debito, Davide Iacovoni, che spiegando le nuove Linee Guida per la gestione del debito pubblico nel 2021 ha anche annunciato l’arrivo dell’atteso Btp green per il primo trimestre del nuovo anno.
Il Mef ha deciso dunque di abbandonare le emissioni di Ctz, titoli senza cedola a due anni i cui tassi sono diventati ampiamente negativi, ma continuerà a garantire l’emissione passando a un nuovo strumento più flessibile e con cedola, il Btp short term, con scadenza fra i 18 e 30 mesi che verrà emesso a fine mese insieme ai titoli indicizzati all’inflazione. “Nella prima fase avrà cedola molto bassa o pari a zero – ha chiarito Iacovoni -. Siamo convinti dell’efficacia di questa azione perché il Ctz è uno strumento con base di investitori domestica e abbastanza limitata”. Il Btp short term sarà emesso dopo che l’emissione del Ctz in corso avrà raggiunto un ammontare in circolazione adeguato a garantirne la liquidità.
Sempre nel 2021 ci sarà poi almeno una emissione Btp Futura con scadenza non inferiore 8 anni, “in considerazione dell’ottimo riscontro avuto nel 2020, al fine di continuare ad offrire agli investitori retail uno strumento di tutela dei propri risparmi e sostenere la ripresa del Paese”, viene spiegato dal Mef nel documento, in cui si precisa anche che si valuterà anche la possibilità di effettuare un secondo collocamento nel corso dell’anno
Quanto al Btp Italia, Iacovoni ha spiegato che nel 2021 non ce ne sono in scadenza, ma che il Mef valuterà bene le condizioni per proporre eventualmente un’emissione. “Considerando la difficile prevedibilità dell’evoluzione delle condizioni di mercato – si precisa infatti nel documento – il Tesoro si riserva la massima flessibilità nel valutare in prossimità del collocamento la scadenza più opportuna per l’emissione del nuovo titolo, che sarà comunque compresa tra i 4 e gli 8 anni. In ogni caso, i titoli eventualmente offerti nel corso del prossimo anno presenteranno le medesime caratteristiche finanziarie di quelli presenti sul mercato: tasso cedolare reale annuo fisso, indicizzazione legata al tasso di inflazione nazionale, rimborso su base semestrale della rivalutazione del capitale e premio fedeltà per gli investitori retail che acquistano il titolo all’emissione e lo detengono fino a scadenza”.
Intanto, il Tesoro sta continuando a lavorare sulla prima emissione di Btp ‘green’ e il lancio dovrebbe avvenire già nel primo trimestre 2021. “Riteniamo che il primo trimestre dovrebbe garantire un tempo sufficiente per portare un’emissione di buon gradimento”, ha affermato Iacovoni. Il titolo sarà inizialmente rivolto a una platea di investitori professionali e istituzionali, ma il tema di un coinvolgimenti del retail rimane aperto. “Valuteremo in corso d’anno”, ha assicurato il responsabile della gestione del Debito. “È in fase avanzata – si legge nelle linee guida – la predisposizione del quadro regolatorio e organizzativo di riferimento per l’emissione di titoli green, il cosiddetto Green Bond Framework, da parte dello Stato italiano. In base a quanto previsto da questo strumento, che sarà a disposizione del mercato a partire dall’inizio dell’anno 2021, verrà resa nota, a beneficio di investitori e stakeholders, la strategia ambientale del Paese nonché i meccanismi essenziali che accompagneranno ogni singola l’emissione: i criteri di selezione delle spese green presenti nel bilancio dello Stato, l’uso del ricavato delle varie emissioni, il monitoraggio delle spese nonché l’impatto ambientale delle stesse”.
Dal prossimo anno inoltre il Tesoro potrà operare come controparte sul mercato ‘pronti contro termine’ (repo) in cui gli operatori scambiano liquidità garantita da titoli di Stato. “Sarà possibile anche per il Tesoro avere un portafoglio di titoli che vengono emessi, ma non collocati, per fare operazioni di raccolta di liquidità”, ha precisato Iacovoni. Il Tesoro avrà così un più ampio ventaglio di controparti per le operazioni di tesoreria di gestione della liquidità, con un set di scadenze a disposizione che andrà da alcuni giorni a qualche mese. L’operatività avverrà sul mercato regolamentato Mts.
Infine, Iacovoni ha fatto anche il punto sul 2020. Le emissioni di titoli di Stato italiano, con quasi 552 miliardi complessivi di cui 182 miliardi in Bot, hanno visto “volumi record” grazie anche ai programmi di acquisto Bce che hanno assicurato “una copertura largamente maggioritaria del fabbisogno netto aggiuntivo di cassa” dovuto alla pandemia. “Dopo l’annuncio di dicembre della Bce sulla prosecuzione (del programma Pepp, ndr) per tutto il 2021 ci aspettiamo qualcosa di simile anche l’anno prossimo”, ha detto il responsabile del Tesoro per la gestione del debito pubblico.
Iacovoni ha sottolineato che volumi così importanti sono stati emessi “garantendo la solidità della struttura del debito dal punto di vista dell’immunizzazione dei rischi di rifinanziamenti” grazie all’incremento della vita media del debito a circa 6,95 anni dai 6,87 del 2019 e con un costo medio delle nuove emissioni sceso allo 0,59%, sotto la soglia dello 0,60% contro lo 0,93% del 2019. Anche sul costo medio complessivo dello stock di debito “andremo a scendere a circa il 2,4% o poco sopra”. Nel 2021, ha spiegato, “avremo un volume complessivo di scadenze di 222 miliardi da rifinanziare” ma il volume complessivo delle emissioni non è ancora certo, in attesa del nuovo fabbisogno: “si stimava intorno ai 140 miliardi ma è chiaro che esistono incognite legate a possibili interventi di finanza pubblica preannunciati per l’inizio del 2021, che avranno un impatto su fabbisogno complessivo, e legate agli andamenti dell’economia nel prossimo anno che potrebbe avere sorprese, in positivo o in negativo”.
In più, nel 2021 il Tesoro comincerà entrare nella tesoreria il flusso delle risorse europee del Sure, per oltre 10 miliardi, e del Recovery and Resilience Facility (parte del pacchetto Next Generation Eu). Di questo – ha spiegato Iacovoni – “ci sono aspettative ragionevoli di poter avvalersi di una certa quantità che andrebbero ad allentare il carico delle emissioni sui titoli nazionali”.
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