Nei titoli di giornali, in particolare nelle cronache e analisi politiche, non è infrequente imbattersi in manifestazioni di assertività così come in persone che si dicono “assolutamente certe” che qualcosa accada o vada in un certo modo. È con questa riflessione che Howard Marks, co-fondatore di Oaktree Capital Management, inaugura l’ultimo dei suoi seguitissimi memo: “La follia della certezza”. Un monito a diffidare dall’infallibilità dei guru finanziari e a ricordare che un buon affare può dipendere anche dalle circostanze o più semplicemente della fortuna.
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Le previsioni non sono infallibili
Nel documento, il guru – noto per avere previsto il boom and bust della bolla dot.com – analizza i rischi dell’eccesso di fiducia nelle proprie convinzioni e la natura fallace delle previsioni. “Come ho già indicato nel mio memo ‘The Illusion of Knowledge’ (settembre 2022, ndr), un esperto di previsioni macro non può in alcun modo produrre una stima che correttamente incorpori tutte le numerose variabili capaci di influire sul futuro, nonché le influenze casuali di cui si conosce poco o niente. “È per questa ragione – prosegue Marks – che gli investitori e chi si ritrova a essere soggetto ai capricci del macro-futuro dovrebbe evitare espressioni come ‘accadrà’, ‘non accadrà’, ‘deve accadere’, ‘non può accadere’, ‘sempre’ e ‘mai’”.
Diffidare dai guru
Nel memo, il guru cita anche John Kenneth Galbraith (economista e diplomatico canadese naturalizzato statunitense, prolifico autore di saggi e anche di romanzi), il quale distingueva tra due tipi di previsori: “Quelli che non sanno e quelli che non sanno di non sapere”. E nel suo libro ‘Breve storia dell’euforia finanziaria’, nel descrivere le ragioni della cosiddetta “euforia speculativa e del crollo programmato,” discute di due fattori “poco noti nel nostro tempo o nei tempi passati”: uno è l’estrema brevità della memoria finanziaria. Queste considerazioni, aggiunge, dovrebbero costituire un monito a non essere troppo sicuri del prossimo andamento delle elezioni statunitensi ma anche uno stimolo a non sposare ciecamente le opinioni degli investitori di successo. Marks invita isomma a diffidare cosiddetti guru, sovvertendo inavvertitamente una narrativa (quella dell’oracolo finanziario quasi mai in errore) che alimenta gran parte della sua popolarità e reputazione.
E non sottovalutare il fattore fortuna
“Quando gli investitori ottengono risultati”, argomenta, “si presume spesso che la loro intelligenza possa portare a esiti altrettanto buoni in altri campi”. Inoltre, osserva ancora, “queste figure spesso arrivano a credere nella forza del proprio intelletto e a esprimere opinioni su campi senza alcuna connessione con gli investimenti”. Ma il successo, è la sua chiosa, può essere il risultato “di una serie di colpi di fortuna o di un contesto favorevole piuttosto che di talenti speciali”. In pratica, i guru dei mercati possono essere intelligenti ma anche non esserlo, anche se non risparmiano opinioni che spesso “sono apprezzate dal pubblico”. E molti di costoro, aggiunge, sono quelli che in questi giorni parlano con convinzione e fede incrollabile nella sicurezza delle loro opinioni su questioni legate alle elezioni. “Molto è stato detto su coloro che esprimono certezze. Tutti conosciamo persone che descriveremmo come ‘spesso in errore ma mai in dubbio’”, conclude.
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Attenzione a real estate e mercati privati
Nel frattempo, Marks si è anche espresso su alcune asset class: in particolare sul settore immobiliare e sui mercati privati. Il co-fondatore di Oaktree ritiene infatti che le classi di attivo ad alta leva nel private equity e nel real estate, attualmente indebolite dal peso dei tassi di interesse, stiano ingolosendo gli investitori distressed con la promessa di alcune delle migliori opportunità dell’ultimo decennio. Eppure, non tutto è oro quello che luccica. “Questi segmenti hanno ottenuto risultati estremanente positivi perchè l’uso del debito ha amplificato i rendimenti”, ha detto in un’intervista a Bloomberg Television”. Per poi però precisare: “Ma è lì che in futuro saranno dolori”.
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