“Etf termometro del mercato. E non chiamateli «passivi»”
La corsa degli indici è inarrestabile secondo Deborah Fuhr, fondatrice del think tank ETFGI, con cui la settimana prossima ha organizzato uno dei maggiori eventi globali dedicati agli Etf
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L’acqua è il nuovo petrolio? Se la distanza appare siderale, a livello finanziario il cosiddetto oro blu sta emergendo come una interessante classe di investimento. Secondo il Water Scarcity Clock, già oggi 2,3 miliardi di persone vivono in zone dove c’è scarsità di acqua potabile, e questo numero salirà a 2,7 miliardi nel 2030. Paradossale, se pensiamo che il 70% del pianeta è coperto d’acqua, ma solo l’1% di essa è adatto al consumo umano e solo il 2% è adatto a irrigazione, allevamento e usi industriali. L’acqua potabile è uno dei fattori critici per la sopravvivenza di intere popolazioni. Già oggi ampie parti di Cina, India, Egitto, Israele, Messico, Stati Uniti e Africa soffrono la penuria d’acqua, ma l’impatto del Climate Change e la pressione demografica (oltre all’inurbamento crescente) peggiorerà lo scenario nei decenni a venire. “Un’emergenza – spiega Andrea Forni, esperto di scenari di investimento tematici – che è diventata un tema d’investimento tra i più ambiti già dal 2008, quando alla conferenza “Top Five Risk” un esperto di Goldman Sachs dichiarò che ‘l’acqua sarà il petrolio del XXI secolo’ mentre le grandi banche d’investimento stavano già investendo in progetti infrastrutturali sull’acqua”.
La situazione si è evoluta rapidamente, e il primo contratto future con sottostante l’acqua è quello contrattato dal dicembre 2020 al CME Group con ticker H2O “Nasdaq Veles California Water Index”. Ogni contratto ha un valore pari a 3,26 milioni di galloni di acqua. “E lo scopo del contratto – spiega Forni – è di coprire dal rischio di prezzo gli agricoltori californiani, le aziende di utility e le municipalità, in un mercato dell’acqua da 1,1 miliardi di dollari. Ricordiamo che la California è il primo produttore agricolo degli Usa e soffre di periodi di siccità sempre più acuta. Ovviamente, il contratto future può anche essere usato come strumento speculativo e non solo di hedging del rischio prezzo”.
Si tratta di un investimento per pochi? “Il comune investitore che voglia operare su questo contratto – spiega Forni – deve essere messo in guardia dai rischi tipici degli strumenti derivati a leva. A prescindere che il sottostante del future sia il petrolio, l’oro o l’acqua, per la sua natura un future è utile per una strategia speculativa di breve termine operando in leva. Quindi molto rischiosa. E le oscillazioni dipenderanno dal rischio siccità, quindi bisogna conoscere bene anche il modello climatologico della California!”
Per “investire nell’acqua” con orizzonti di medio e lungo termine è preferibile usare altri strumenti. Forni cita titoli azionari, Etf, fondi gestiti e certificati. “Il risparmiatore troverà numerosi indici tematici come il Dow Jones U.S. Water Index, considerato il barometro del settore”. Solo negli Stati Uniti l’industria dell’acqua è un business da 425 miliardi di dollari grazie alla crescente privatizzazione delle utility dell’acqua, delle società che ne gestiscono le fonti e delle aziende che forniscono infrastrutture dedicate e servizi di ingegneria per il suo sfruttamento. Guardando a qualche società in particolare, tra i leader di questo mercato troviamo “l’americana Pentair (PNR) con le sue tecnologie di trattamento dell’acqua, la water utility francese Veolia (VIE) e l’americana Consolidated Water (CWCO) che opera i suoi impianti di desalinizzazione a osmosi inversa nei Caraibi dove l’acqua potabile scarseggia. All’EtfPlus di Borsa Italiana sono quotati gli Etf di Lyxor (World Water), iShares (Global Water) e L&G (Clean Water), ognuno dei quali segue benchmark diversi”. Anche sul lato fondi le possibilità sono numerose: Allianz Global Water e Fidelity Sustainable Water & Waste sono esempi. Infine, tra i certificati, troviamo lo Strategic Certificate on Aqua Index di Vontobel.
Titoli che vanno tutti letti in un’ottica di domanda e offerta. Per cui è importante considerare che “in Cina la scarsità di acqua potabile è diventata un problema su scala nazionale: due terzi delle 600 più grandi città cinesi non hanno acqua potabile sufficiente per il loro abitanti e meno del 15% della popolazione può bere acqua dal rubinetto di casa. Un altro esempio è la crisi idrica di Cape Town del 2018. Ancora, le crisi che colpiscono ogni anno la California e che hanno portato alla quotazione di un apposito contratto future pensato come hedging ai rischi di prezzo dovuti alla scarsità di acqua”. Come spiega anche “Investire nei Megatrend del futuro”(Hoepli, 2020) anche il mutamento della dieta alimentare nei Paesi emergenti porta problemi. La richiesta di diete più ricche di proteine animali da parte di una sempre maggiore quota di popolazione si trasforma in pressione sul ciclo delle materie prime alimentari e sulla sostenibilità di un sistema produttivo già colpito dalla scarsità di terre coltivabili, di fonti d’acqua e dal degrado ambientale.
nfine, l’acqua è anche una fonte primaria di energia pulita. Si pensi alla produzione di energia geotermica tramite l’estrazione di acqua calda e vapore sotto la superficie terrestre per riscaldare o raffreddare edifici e per generare elettricità. Si pensi alla produzione di energia idroelettrica che ancora oggi è una delle fonti energetiche più economiche e in Italia resta la prima fonte rinnovabile, con 4.300 impianti che producono 46 TWh annui pari al 16,5% dell’elettricità nazionale. Per non parlare del fatto che l’acqua non è importante solo sulla Terra. La New Space Economy porterà migliaia di persone a vivere nello spazio, tra stazioni spaziali private, fabbriche orbitanti, stazioni lunari e marziane. “Quindi – conclude Forni – ci sarà estremo bisogno di acqua anche lì”.