De Felice (Intesa Sanpaolo): “I quattro shock del coronavirus sull’economia reale”
17 aprile 2020
di ALESSIO TRAPPOLINI
2,30 min
Per l’economista è determinante il Consiglio Europeo del 23 aprile: “Temporaneo e mirato ai costi della crisi, il recovery fund potrebbe raggiungere i mille miliardi”
Gregorio De Felice
“La crisi che stiamo vivendo ha caratteristiche peculiari rispetto a quelle del passato: non è infatti derivante da bolle speculative, da problematiche del mercato immobiliare o dall’insolvibilità dei mutui subprime”.
È il pensiero di Gregorio De Felice, chief economist e capo della ricerca di Intesa Sanpaolo, espresso nel corso di un webcast dal titolo “Impatto del covid-19 sulla valutazione aziendale in Italia”, organizzato da Duff & Phelps con il patrocinio di AIFI, American Chamber of Commerce in Italy e ANDAF.
Secondo l’esperto l’origine della crisi odierna è legata alla necessaria chiusura improvvisa delle aziende da parte dei governi e ha causato almeno quattro tipi di shock.
Il primo shock, spiega De Felice, riguarda l’offerta e l’interruzione delle catene del valore. Il secondo shock riguarda il lato della domanda, con redditi che diminuiscono più che proporzionalmente rispetto ai sussidi. “I due shock congiunti possono determinare l’innesco di circoli viziosi e il raggiungimento da parte di molte aziende di soglie che conducono alla chiusura”.
Nella view dell’economista di Intesa Sanpaolo esiste poi un terzo shock che riguarda la tenuta dei conti pubblici, “con l’Italia in una posizione di particolare vulnerabilità, a causa dell’aumento delle spese sanitarie e degli interventi diretti ed indiretti: sostegni a famiglie e imprese e rinvio e riduzione delle entrate tributarie”. Infine, il quarto shock è di natura finanziaria, “legato alla perdita di ricchezza delle famiglie provocata dal crollo dei mercati e dal rischio di un eccessivo assorbimento di capitale per i sistemi bancari”.
“Le possibili previsioni sugli impatti della crisi dipendono in larga parte dalla lunghezza temporale delle restrizioni e dall’entità delle misure di stimolo monetario e fiscale. Quello che pare inevitabile è una forte contrazione del Pil delle principali economie mondiali per il 2020, con una stima di diminuzione del Pil globale attorno al 3% e un aumento del debito pubblico e privato”, osserva De Felice.
Per l’Italia, oltre alle misure nazionali, sarà importante capire le mosse europee: “Una prima risposta è stata l’attivazione di un fondo di garanzia della Bei da 25 miliardi di euro, il lancio del programma SURE per contenere gli effetti negativi della disoccupazione e l’attivazione di una linea di credito del Mes fino al 2% del Pil. A questo punto, diventa determinante il Consiglio Europeo del prossimo 23 aprile, in cui si discuterà di un recovery fund che potrebbe raggiungere anche i 1.000 miliardi di euro, temporaneo e mirato ai costi della crisi e ad una forte azione di rilancio delle economie europee”.
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