Il biglietto verde rialza la testa
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I capi di alcuni dei grandi emittenti di ETF starebbero pensando di formare una sorta di “cooperativa” per creare indici di mercato che possano mettersi in competizione con quelli di S&P, FTSE e MSCI poiché si sta intensificando la pressione a ridurre i costi nel settore dei prodotti passivi.
Secondo quanto riportato dal Financial Times lo scorso 24 maggio, la discussione tra i grandi asset manager sarebbe ancora a livello informale e deriverebbe dalla crescente insoddisfazione causata dai costi sostenuti per le licenze di indici come l’S&P 500. Infatti, una feroce guerra dei prezzi ha abbattuto le commissioni che le società possono applicare per gli ETF e ciò significa che i costi per le licenze erodono ancora di più i loro margini.
Le commissioni che applicano i provider di indici possono variare significativamente, ma per i maggiori asset manager possono raggiungere somme di decine di milioni di dollari all’anno. Nel 2016 i ricavi di S&P Dow Jones Indices sono aumentati del 7% a 639 milioni di dollari, mentre i ricavi di MSCI sono saliti del 9,8% a 613,6 milioni di dollari ed i ricavi di FTSE Russell sono aumentati del 17% a 409 milioni di sterline.
Secondo quanto riportato su FT, una cooperativa del genere sarebbe costosa e dovrebbe affrontare considerevoli ostacoli come le questioni legate alle norme antitrust che potrebbero sorgere qualora le società agissero in concerto. Tuttavia, ciò porterebbe nuova concorrenza in un settore particolarmente concentrato dove solo pochi fornitori di indici controllano i benchmark tracciati da trilioni di dollari.