7 min
Scongiurata l’ipotesi rosso-verde-rosso, per gli investitori non ci saranno scossoni. Ma in attesa di una coalizione, meglio essere prudenti sui mercati dei tassi core europei
Per sapere chi guiderà la Germania si dovrà aspettare probabilmente Natale, se non oltre, ma per i mercati l’esito delle urne è sufficiente per farsi farsi un’idea di cosa accadrà nella nuova era post-Merkel. O meglio: di cosa non accadrà, visto che una coalizione di governo sinistra-verdi-sinistra (Spd, Verdi e Die Linke), la più temuta dagli investitori, è stata scongiurata.
Le previsioni infatti sono state rispettate. I socialdemocratici hanno ha vinto con il 25,7%, in linea con i sondaggi e con 5 punti percentuali in più rispetto al 2017. La Cdu, nonostante l’accelerata finale ha ottenuto un risultato storicamente basso ed è arrivata seconda, con il 24,1%. I Verdi hanno ottenuto 6 punti percentuali in più rispetto alle ultime elezioni raggiungendo il 14,8%, ma hanno deluso rispetto ai sondaggi e alle loro aspettative. Con l’11,5%, i liberali di Fdp hanno ottenuto per la seconda volta consecutiva un risultato a due cifre.
Le previsioni politiche
“Delle 5 coalizioni ora matematicamente possibili, Olaf Scholz della Spd sarebbe il cancelliere in 4 di esse, soprattutto nella coalizione semaforica Spd-Verdi-Fdp – commenta il team strategie di credito globale di Algebris -. Solo lo scenario Giamaica (Cdu/Csu, Verdi, Fdp) vedrebbe Armin Laschet della Cdu a capo del governo. Tre coalizioni presentano Cdu/Csu e Spd (Grande coalizione, Kenia e Germania), ma al momento sembrano fuori discussione, dato che entrambi i partiti l’hanno escluso per un altro mandato. Alla luce del debole risultato della sinistra del 4,9%, una coalizione di sinistra rosso-verde-rosso non è più possibile”.
“Ieri sera, i Verdi e la Fdp sono stati rapidi nell’annunciare che si siederanno prima per discutere quale coalizione a tre con Cdu/Csu o Spd preferiscono, dove sarà la Fdp a fungere da ago della bilancia in quanto presente in ogni coalizione (a parte nella sola improbabile Cdu/Csu e Spd). Naturalmente – proseguono gli esperti Algebris -, i liberali di Fdp preferiscono la coppia Cdu/Csu e sono stati chiari nell’esprimere la loro preferenza per la coalizione Giamaica, mentre i Verdi di sinistra preferiscono la Spd. Le questioni chiave per qualsiasi configurazione che includa Fdp e Verdi continuano a essere la riduzione del debito e la politica fiscale: questioni per cui i due partiti si trovano su posizioni opposte e quindi un cedimento è necessario da una delle parti. Dato il coinvolgimento della Fdp in una coalizione, è probabile che la politica fiscale rimanga conservatrice in futuro”.
Anche secondo Gergely Majoros, membro del Comitato investimenti di Carmignac, le coalizioni più probabili sono quella del ‘semaforo’ o quella ‘della Giamaica’, entrambe comprendenti i Verdi. Ma ci vorranno mesi per averne la certezza. “Finora c’è poca visibilità in termini di una politica fiscale potenzialmente molto più allentata in Germania in futuro, anche se la spesa relativa al cambiamento climatico dovrebbe essere prevista in entrambi i casi – afferma -. La mancanza di visibilità sussiste anche per quanto riguarda la futura posizione della Germania riguardo alle regole fiscali dell’Ue e all’integrazione europea”.
A livello europeo, secondo Reto Cueni, chief economist di Vontobel, una leadership forte e solida nel più grande Paese e nella più grande economia sarebbe importante per accertare la capacità decisionale dell’Ue e della sua unione monetaria. “Una coalizione di governo con la Spd e i Verdi potrebbe portare a un’integrazione un po’ più veloce e profonda in Europa – sottolinea -. Questi due partiti potrebbero essere anche più disposti a spendere risorse aggiuntive per i Paesi finanziariamente più limitati all’interno dell’Ue. Tale spesa aggiuntiva potrebbe portare a una riduzione della ancora forte, e in parte anche crescente, divergenza di potere economico nell’Eurozona. D’altra parte, l’importanza dei diritti umani e delle politiche ambientali per un governo guidato dalla Spd/Greens potrebbe anche portare a una dura discussione con i governi più conservatori e favorevoli al business in Europa”.
Quanto ai Verdi, la loro presenza al governo, secondo Cueni, favorirà certamente gli investimenti green, più di quanto non sia già nei programmi della maggior parte dei partiti. “I Verdi vogliono aumentare la spesa pubblica dell’1,5% del Pil (circa 50 miliardi di euro). Ma la tendenza verso più investimenti verdi e meno attenzione alla disciplina di bilancio è già parte di un mainstream, dato che anche i più restrittivi Fdp o Cdu/Csu hanno detto di spendere sostanzialmente di più in investimenti green”.
Le possibili conseguenze sui mercati
Intanto il risultato elettorale conferma per Majoros un atteggiamento prudente sui mercati dei tassi core europei. “Non solo i negoziati di coalizione potrebbero essere lunghi, ma i mercati finanziari stanno entrando nella fase chiave della normalizzazione delle politiche fiscali e monetarie – spiega -. Inoltre, le aspettative di crescita economica potrebbero iniziare presto a indebolirsi, mentre le aspettative di inflazione potrebbero ancora aumentare. Nel complesso una situazione difficile per le banche centrali e gli investitori obbligazionari”.
Quello che è certo, secondo Niall Gallagher, investment director european equities di Gam Investments, è che la fine di un’era di governi guidati dalla Cdu non sarà rimpianta dai mercati finanziari, dato che la cancelliera Merkel non era molto apprezzata dagli attori di mercato. “Se l’esperienza del governo guidato da Schroder è un qualcosa a cui ispirarsi, soprattutto per le riforme Hartz che hanno portato a politiche favorevoli al mercato e che sono riuscite di rinvigorire l’economia tedesca dalla metà degli anni 2000 in poi, non c’è quindi motivo di temere una coalizione guidata dalla Spd”, afferma.
Secondo l’esperto Gam, sono infatti numerose le questioni politiche che negli ultimi anni non sono state gestite al meglio, in particolare per quanto riguarda la transizione energetica, per cui la Germania sta per eliminare gradualmente l’energia nucleare senza carbonio mentre continua a bruciare grandi quantità di lignite per generare elettricità, potenzialmente fino al 2038. “Progressi sull’Unione bancaria all’interno dell’Ue e politiche fiscali più attente che enfatizzano gli investimenti infrastrutturali di lungo periodo saranno più probabili con un cambio di governo e una nuova rotta”, osserva.
In ogni caso, per Hans-Jörg Naumer, director global capital markets & thematic research di Allianz Global Investors, le ripercussioni sui mercati saranno piuttosto limitate. L’esperto fa infatti notare come storicamente tre mesi prima e tre dopo il voto, la performance del Dax non si è quasi mai discostata dagli indici Msci Europe o Msci World. “Sia i mercati azionari tedeschi che quelli internazionali hanno prestato poca attenzione alle elezioni del Bundestag, perché si tratta di questioni prevalentemente di rilevanza nazionale. È quindi difficile aspettarsi effetti maggiori o più duraturi a livello internazionale”, sostiene.
Per l’esperto Allianz GI, inoltre, anche se è improbabile che una lunga fase di formazione della coalizione di governo rimanga del tutto priva di conseguenze sul mercato teutonico, l’inclusione geostrategica della Germania come ulteriore fattore di incertezza non è in discussione, visto che una coalizione rosso-verde-rosso, maggiore fattore di incertezza per i mercati anche a livello internazionale, è esclusa.
Nessuno scossone in vista anche per Cueni di Vontobel, secondo sui nonostante i negoziati per la formazione del governo si preannunciano lunghi e difficili, i mercati non dovrebbero esserene molto influenzati. “Per un investitore globale, le elezioni tedesche non segneranno un grande cambiamento per due motivi – chiarisce -: primo, è praticamente impossibile che un partito Ue o euroscettico faccia parte di una coalizione di governo, e secondo, il partito più forte in Germania sarà molto probabilmente uno dei due che ha già governato il paese negli ultimi anni”.
“D’altra parte, ci aspettiamo che una rapida costruzione della coalizione sia positiva per i mercati finanziari, dato che l’anno prossimo la Francia andrà alle urne dove Marine LePen con il suo partito Ue ed euroscettico potrebbe diventare una vera minaccia alla stabilità dell’euro e della stessa Ue. Sarebbe importante per i mercati vedere una leadership forte e solida in Germania prima del periodo caldo delle elezioni francesi dell’aprile 2022”, conclude Cueni.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.