Prestiti veloci? L’Abi chiede tutela penale per le banche
Il dg Sabatini propone di semplificare l’accesso alla garanzia del Fondo fino a 100mila euro. Ma chiede 'sicurezza'
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“Il sistema bancario può e deve fare di più per erogare i prestiti”. Non usa giri di parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso dell’informativa in Aula alla Camera sulla Fase 2, e chiede agli istituiti italiani un ulteriore sforzo per la ripartenza del Paese. “Non mi sfugge la gravità di questa crisi, testimoniata anche da gesti forti come la consegna delle chiavi da parte dei piccoli imprenditori – afferma -. E’ una prova molto dura dalla quale ci rialzeremo in fretta se ognuno farà la propria parte”.
E la parte delle banche consiste nell’accelerare. “Si possono erogare prestiti nel giro di 24 ore. In molti casi sono state rispettate le tempistiche, ma in tanti casi questo non sta avvenendo”, aggiunge duro il premier nel suo invito a dare seguito con impegno al decreto Liquidità, in cui sono previste le garanzie statali per i prestiti alle imprese.
Intanto quasi in contemporanea, come fosse una risposta, arrivano i dati dell’Abi che certifica la crescita delle domande pervenute dalle banche al Fondo di garanzia. Mercoledì 20 maggio, le richieste avevano superato quota 300.000 (303.714, per la precisione), per quasi 14 miliardi (13,867 miliardi) di finanziamenti richiesti. Di queste, le domande fino a 25.000 euro erano 271.000, per 5,670 miliardi.
L’associazione delle banche italiane sottolinea che si tratta di una “crescita continua, giorno per giorno, anche in quelli festivi, che si assomma agli enormi sforzi per le ingenti moratorie e per tutte le attività in una fase che continua ad essere emergenziale e che evidenzia l’impegno di tutti coloro che lavorano in banca ai quali l’Associazione ribadisce il vivo ringraziamento”.
Resta però non sciolto il nodo delle garanzie giuridiche, più volte richieste dall’Abi. A tornare sul tema è oggi il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, secondo cui “per velocizzare le procedure è necessario introdurre correttivi al decreto, in particolare il cosiddetto scudo penale, a tutela dei direttori delle agenzie bancarie e di quei dirigenti che hanno limitata autonomia sulle delibere dei prestiti, con l’obiettivo di metterli al riparo da reati, soprattutto dal concorso in bancarotta”.
Conte intanto va avanti e punta su un grande piano di opere pubbliche per il rilancio dell’economia. Quella che l’Italia si trova ad affrontare è “una crisi profonda, violenta, drammatica”, ma il Paese deve riuscire a “trasformare l’emergenza in opportunità. Non ci illudiamo che sia una sfida facile, ma il nostro impegno è massimo”, dice ancora in Aula.
“Il compito della politica tutta è quello di elaborare un ampio programma di rinascita economica e sociale. Il primo tassello non può che essere una drastica semplificazione burocratica”, promette poi, chiarendo che è allo studio un nuovo decreto con cui si introdurranno “molti elementi di novità per offrire all’Italia uno shock, in particolare sul tema delle infrastrutture”.
Il dl in gestazione prevedrà “un iter semplificato su un elenco di opere strategiche con poteri derogatori, ma senza che ciò faccia venir meno i controlli più rigorosi che assicurino piena trasparenza ed evitino infiltrazioni mafiose”, aggiunge.
“Dare impulso alle infrastrutture è la madre di tutte le riforme, se non riusciamo in questo momento, dubito si potrà farlo in futuro. Riattivare il motore delle opere pubbliche è la priorità”, conclude Conte, preannunciando anche una riforma dei tempi della giustizia civile e penale.