La tendenza rilancia le prospettive dei prodotti Pir, tradizionali e alternativi. Le stime e le analisi di Randone (Intermonte)
Andrea Randone, head of mid and small caps research di Intermonte Sim
Piccole e performanti. Questo l’identikit delle società – e dei titoli – che hanno guidato i risultati di Piazza Affari nel primo trimestre e rilanciato l’appeal delle pmi quotate nei portafogli degli investitori.
Inizio di anno con il turbo
A Piazza Affari il 2021 sembra iniziato con ottime prospettive. Come abbiamo rilevato la scorsa settimana (qui l’articolo), il listino azionario italiano ha archiviato il primo trimestre con una performance positiva di quasi l’11% battendo tutte le altre principali borse europee.
Gran parte del merito va attribuito alle medie e piccole imprese degli indici FTSE Mid cap e FTSE small cap che da inizio anno battono il principale FTSE Mib e fanno meglio delle colleghe europee, tracciate dall’indice MSCI Europe Small Cap (sotto di almeno 3-4 punti rispetto alle italiane da inizio anno). L’insieme di questi elementi rilancia l’appeal delle pmi nei portafogli degli investitori e rinverdisce le prospettive di raccolta dei Piani individuali di risparmio (Pir).
Le prospettive dei Pir
“Ci aspettiamo un forte 2021 in termini di flussi, poiché riteniamo che la classe di azioni medio/piccole sia ben posizionata nelle strategie degli investitori, il che dovrebbe anche tradursi in maggiori sforzi commerciali da parte delle case d’investimento e della distribuzione”, spiega Andrea Randone, head of mid and small caps research di Intermonte Sim.
Per il 2021, nonostante un avvio d’anno difficile, la società stima una raccolta di 0,8 miliardi per i Pir tradizionali, proveniente da nuovi sottoscrittori; cifra che potrebbe salire a 2,4 miliardi il prossimo anno. Ma i flussi potrebbero arrivare anche per un 35-40% da chi ha già sottoscritto un Pir da almeno un anno e un 60% da chi ha già sottoscritto da più di due anni.
Nelle previsioni di Intermonte trovano spazio anche i Pir Alternativi, per i quali gli analisti stimano “sulla base delle aspettative per gli Eltif”, afflussi per 1,5 miliardi quest’anno e 1,8 miliardi il prossimo. “Pensiamo che i Pir alternativi possano raggiungere masse in gestione per 3,6 miliardi entro la fine del 2022. Per il momento le nostre stime sono più caute rispetto a quella di Assogestioni per questo prodotto, che prevede afflussi compresi tra i 3 e i 5 miliardi all’anno”, chiosa Randone.
Perché le Mid e Small cap italiane faranno bene
La corsa delle Pmi italiane quotate potrebbe proseguire nel resto dell’anno e continuare a beneficiare – sostengono da Intermonte – delle valutazioni relativamente basse rispetto ad altri mercati. Nonostante sia in atto una rotazione settoriale dei portafogli degli investitori che beneficia la componente value a scapito di quella growth. secondo Randone nell’universo mid small caps è opportuno continuare a sovrappesare quei titoli che hanno una maggiore probabilità di vedere un rialzo delle stime.
“Confermiamo quindi la nostra preferenza di investimento per le società le cui attività sono legate alla trasformazione digitale o a temi Esg – conclude l’esperto di Intermonte –, che dovrebbero essere i principali beneficiari delle politiche fiscali europee. Inoltre, consigliamo azioni con tendenze dei ricavi visibili (e rendimenti da dividendi) e nomi selezionati per cavalcare lo scenario post-pandemia”.
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