Depositi, su assicurazione comune europea “fatti pochi progressi”
Per il vicepresidente della Bce Luis de Guindos la mancanza di un Edis potrebbe distorcere la parità di condizioni fra i depositanti europei
3,30 min
Nonostante il Covid per le banche europee gli obiettivi non cambiano, e anzi diventano più urgenti. Primo tra tutti quello di avere un sistema comune di assicurazione dei depositi, necessità non più rimandabile. Il richiamo è arrivato dal presidente del Consiglio di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria, che nel corso delle settima conferenza annuale sull’Unione bancaria ha fatto esplicito riferimento allo stallo dei negoziati tra i governi a causa della pandemia.
“Con l’unione bancaria abbiamo fatto passi da gigante verso la trasformazione del settore bancario europeo da amplificatore di choc in ammortizzatore – ha detto Enria -. A differenza delle crisi precedenti, i tassi sui prestiti non hanno subito divergenze sostanziali in tutta l’Eurozona dallo scoppio della pandemia. Ma affinché l’unione bancaria diventi un mercato veramente interno, abbiamo bisogno di un schema europeo di assicurazione sui depositi”.
Per l’economista italiano, infatti, la vera questione a più lungo termine che ci troviamo ad affrontare “è se un settore bancario integrato dell’area dell’euro diventerebbe o meno un canale di contagio o sarebbe invece un meccanismo efficace per assorbire gli choc che hanno colpito una parte dell’Unione”.
Non solo. Secondo il capo della Vigilanza Bce, oltre al sistema Ue di assicurazione dei depositi, la Bce può “intraprendere iniziative per migliorare l’integrazione transfrontaliera dei gruppi bancari non solo per rafforzare la loro capacità di impiegare le proprie risorse in modo flessibile ed efficiente in risposta agli choc, ma anche per migliorare l’allocazione globale delle risorse e in questo modo contribuire a un finanziamento efficiente dell’economia”.
Secondo Enria, infatti, anche se appunto ci sono indicazioni che l’unione bancaria sta effettivamente trasformando il mercato bancario europeo da un amplificatore di choc in un ammortizzatore, si tratta però ancora di un processo incompleto. “Esiste ancora il rischio – ha avvertito – che, in caso di uno choc sistemico grave, ai gruppi bancari europei venga impedito di funzionare come ammortizzatori poiché il loro capitale e la loro liquidità rimangono in gran parte segmentati in pool locali nei singoli Stati membri”.
E fintanto che i sistemi di assicurazione dei depositi rimarranno solo a livello nazionale, gli Stati membri avranno un incentivo a isolare i loro settori bancari. “Completare l’unione bancaria con il sistema europeo di garanzia dei depositi sarebbe la via più diretta per promuovere l’integrazione, poiché qualsiasi argomento per giustificare le restanti disposizioni normative nella legislazione europea e nazionale che intrappolano capitale e liquidita’ entro i confini nazionali svanirebbe”, ha aggiunto.
Certo, per raggiungere questo obiettivo ci vorrà del tempo e per questo, ha assicurato Enria: “Fino ad allora, noi supervisori possiamo prendere provvedimenti per cercare di contrastare il più possibile” all’interno dei sistemi nazionali.
L’economista italiano ha anche parlato dei problemi dei requisiti di liquidità attualmente applicati a livello di singola banca, che possono impedire alle società controllanti di gestire in modo efficiente le proprie risorse all’interno del gruppo, anche all’interno dell’unione bancaria. Per garantire il rispetto del coefficiente di copertura della liquidità a livello individuale, circa 200 miliardi di euro di attività liquide di alta qualità che si trovano presso le filiali transfrontaliere di enti creditizi significativi non sono trasferibili e questo, ha osservato, “chiaramente rende la gestione centralizzata della liquidità meno efficace; la liquidità non può fluire liberamente”. Oltre al fatto, ha anche messo in guardia, che può esacerbare una crisi, “poiché i fondi potrebbero non essere in grado di andare dove sono necessari”.
Tuttavia, per il banchiere centrale va riconosciuto che, in assenza di un sistema di garanzia dei depositi completamente integrato a livello europeo, “devono esserci salvaguardie che impediscano alle società madri di comportarsi come ‘free riders’ e di optare per godere dei benefici delle risorse generate nei mercati locali in tempi favorevoli ma non riuscendo a proteggere le unita’ locali nei periodi di stress”.
.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.