Covid, elezioni Usa, climate change: tutto gioca a favore del settore. Che per gli investitori può rivelarsi ricco di opportunità
Che si tratti di stimolare la ripresa post-Covid, di ingraziarsi gli elettori americani oppure di mettere in campo azioni concrete contro i cambiamenti climatici, per le infrastrutture, digitali comprese, il futuro si preannuncia roseo. E gli investitori potranno togliersi molte soddisfazioni.
A giocare a favore dell’asset class, c’è innanzitutto un trend strutturale duraturo legato alla lotta al climate change. A livello globale, infatti, il cambiamento climatico si sta sempre più affermando come una questione fondamentale. E combatterlo richiederà investimenti sostanziosi.
Nick Langley, portfolio manager di ClearBridge Investments, si aspetta infatti una significativa spinta globale verso l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. “I governi si stanno di certo impegnando di più in tal senso – sottolinea -. L’Europa, in particolare, vuole diventare più green tramite le rinnovabili, i veicoli elettrici e lo stoccaggio di energia. Vuole arrivare all’obiettivo zero missioni entro il 2050, e il recente pacchetto di stimolo fiscale comprende molte iniziative in questo senso. Negli Stati Uniti, sette Stati hanno preso l’impegno di raggiungere quota zero entro il 2050. Altri quattro si sono impegnati per far sì che il 50% del proprio paniere energetico derivi da fonti rinnovabili, e il ritmo di questi cambiamenti è in aumento. In Australia, tutti gli stati e i governi locali si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, anche se il governo centrale continua ad andare a rilento sul tema”.
Ecco perché le iniziative incentrate sulla ristrutturazione e il miglioramento delle infrastrutture nel settore dell’edilizia appaiono convincenti. “Gli Stati Uniti perdono ogni giorno l’equivalente di 7.000 piscine olimpioniche di acqua a causa delle perdite da tubazioni e in generale dai problemi della rete idrica. L’ammodernamento delle infrastrutture idriche richiederà un’enorme quantità di capitali. Gli edifici dovranno essere resi più efficienti e anche i settori dei trasporti, dell’industria manifatturiera e dell’agricoltura richiederanno investimenti significativi”, prosegue Langley che cita i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, secondo cui il settore energetico richiederà circa 1,3 trilioni di dollari di investimenti annui su base globale nei prossimi 20 anni, e addirittura 1,7 trilioni di dollari annui nello scenario più sostenibile.
“Gran parte di questa spesa sarà destinata alle reti, alla trasmissione e alla distribuzione e si occuperà di cambiare il modo in cui utilizziamo l’elettricità e il gas e le altre reti energetiche. Ciò comporterà una crescita degli asset sottostanti, fornendo rendimenti interessanti per gli azionisti”, assicura l’esperto di ClearBridge Investments.
La lotta al climate change
La lotta al climate change è poi anche tema centrale dell’agenda del candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, dato dai sondaggi come favorito. Il suo piano, come fa notare Alex Araujo, gestore del fondo M&G (Lux) Global Listed Infrastructure di M&G Investments, ha infatti due obiettivi specifici: zero emissioni nette di CO2 entro il 2050 e 2.000 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture durante la presidenza. Ma anche con Trump, il trend green proseguirebbe. “Indipendentemente dal fatto che Biden vinca o meno, le imprese private e i servizi pubblici regionali stanno già investendo in opportunità green – assicura il gestore -. Il potenziale di diffusione delle energie rinnovabili negli Stati Uniti è enorme rispetto ad altre parti del mondo. Con una capacità di produzione di energia rinnovabile pari solo alla metà di quella dell’Europa, e risibile rispetto a quella cinese, gli Stati Uniti devono assolutamente mettersi in pari”.
La corsa alla Casa Bianca
Le elezioni presidenziali, unite ai problemi nati dalla crisi Covid, favoriranno il settore anche per altre ragioni. “Qualunque sia l’esito delle elezioni americane, il cattivo stato delle infrastrutture e il basso prezzo delle rinnovabili dovrebbero incoraggiare gli investimenti a lungo termine nell’asset class – afferma Araujo -. Spendere, spendere, spendere. I politici sono fin troppo consapevoli del fatto che gli investimenti nei servizi pubblici fanno presa sull’elettorato, soprattutto in un anno di elezioni. Considerato lo stato precario dell’economia globale da quando è iniziata la pandemia, le politiche fiscali sono particolarmente importanti quest’anno”.
D’altra parte l’aumento della spesa per le infrastrutture è stato un elemento chiave dei pacchetti di stimolo fiscale in Europa, Cina e Giappone. Molto meno negli Stati Uniti, che invece a detta del gestore è il Paese che ne ha probabilmente più bisogno. “Modernizzare ed espandere le malconce infrastrutture americane è uno dei pochi punti che accomuna Repubblicani e Democratici”, aggiunge, sottolineando comeun prolungato periodo di sottoinvestimento nei servizi essenziali – dall’acqua e dall’elettricità alle autostrade e agli aeroporti – ha reso vulnerabili questi asset così strategici.
Julien Scholnick, portfolio manager di Western Asset, ritiene che lo stimolo fiscale ci sarà, indipendentemente da chi vincerà: “In caso di una netta vittoria Dem ci si attende però un pacchetto più consistente rispetto a un secondo mandato Trump. D’altro canto, con una presidenza Biden arriveranno – prima o poi – anche maggiori tasse e regolamentazione, che potrebbero in parte contrastare la spinta derivante dallo stimolo fiscale. Per questo è difficile determinare la reazione dei mercati”.
Non solo. Non bisogna dimenticare che i lavoratori sono elettori. “Le infrastrutture sono un settore d’impiego chiave nell’economia più grande del mondo. I 17,2 milioni di persone impiegate nel comparto rappresentano circa il 12% dell’intera forza lavoro statunitense, più che nei settori della vendita al dettaglio, dell’istruzione o dell’industria manifatturiera”, evidenzia Araujo.
Attenzione però, mette in guardia il gestore: le attrattive dell’asset class non dipendono dalla realizzazione concreta dei programmi infrastrutturali statunitensi. “Energia rinnovabile, trasporti a zero emissioni, connettività digitale, gestione dell’acqua e dei rifiuti, cambiamenti sociali e demografici sono tutti trend strutturali duraturi – conclude -. Crediamo fermamente che le infrastrutture quotate possano beneficiare dei potenti trend strutturali che guideranno la crescita nei decenni a venire, indipendentemente dall’esito delle elezioni Usa. A nostro avviso, questo significa opportunità a lungo termine per le società di infrastrutture e per i loro investitori”.
Le infrastrutture Digital
Anche per le infrastrutture digitali il trend di crescita è inarrestabile: che siano presenti o meno nei pacchetti di stimolo fiscale, la proliferazione di dati in un mondo sempre più digitale comporta infatti la necessità crescente di torri per le telecomunicazioni e di data center.
Ne è convinto anche Christopher Versace, chief investment officer di Tematica Research LLC, che ha appena lavorato al lancio di un nuovo prodotto di investimento proprio sulle infrastrutture digitali, Digital Infrastructure and Connectivity Ucits Etf. “Oggi, con quasi 5 miliardi di persone connesse a internet, la domanda di accesso ininterrotto all’informazione digitale e alla comunicazione sta crescendo esponenzialmente”, osserva sottolineando come entro il 2022 ci si aspetta che le applicazioni nuove e quelle già esistenti siano, da sole, in grado di attirare un traffico dati da dispositivi mobili pari a 930 exabytes all’anno, un incremento dell’11.300% rispetto al 2012, che equivale alla trasmissione ogni 5 minuti attraverso le reti mobili globali di tutti i film mai realizzati.
“Il 5G e altre tecnologie dirompenti che rendono possibile la banda larga favoriranno nuove applicazioni ricche di dati, come i veicoli a guida autonoma e semi autonoma che porteranno in sostanza alla congestione della rete e richiederanno quindi ulteriori investimenti in infrastrutture – conclude Versace -. Questo, a sua volta, alimenterà lo sviluppo di nuove applicazioni e dati, secondo un meccanismo conosciuto anche come il ‘circolo virtuoso digitale’”.
Per Goldman Sachs AM, questa tecnologia trasformerà il nostro approccio ai dati, con ricadute importanti su IoT, robotica, auto a guida autonoma, smart city. E creerà nuove opportunità di investimento
Oltre che delle politiche di stimolo, il settore beneficia di trend di lungo termine (transizione energetica, digitalizzazione) e di forti capacità di ripresa dalle crisi. Tra i titoli più interessanti anche Enel e A&A
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