Risparmio, aumentano del 10% i ricorsi all’Arbitro Consob
Nel primo semestre 874 nuovi ricorsi: accolto il 65,7%. Chiesti 50 milioni di risarcimenti, specialmente dal Sud Italia
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Un 2020 accanto ai risparmiatori. Il bilancio dell’Arbitro Consob per le controversie finanziarie è tutto all’insegna del “più” e del consolidamento del ruolo dell’organismo di risoluzione stragiudiziale per piccoli investitori e intermediari. Aumentano infatti le decisioni in favore dei risparmiatori (+10%), quasi raddoppia il volume dei risarcimenti (+81,5%) e cresce del 5,6% il numero dei ricorsi.
Nel dettaglio, i ricorsi pervenuti nel corso dell’anno funestato dalla pandemia di Covid-19 sono stati 1.772, in aumento appunto del 5,6% rispetto ai 1.678 del 2019. Sale così a 7.113 il numero complessivo dei ricorsi trasmessi dai risparmiatori nel primo quadriennio di attività dell’Acf dal 2017 al 2020.
Anche nei 12 mesi appena trascorsi si conferma essere il Sud l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (42,8%), seguito dal Centro (32,4%) e dal Nord (24,8%) del Paese. Superiore ai 100 milioni di euro il valore complessivo dei risarcimenti richiesti, oscillanti tra un minimo di 94,66 e un massimo di 500.000 euro, limite di competenza per valore dell’organismo Consob. L’importo medio delle singole controversie è stato di poco inferiore ai 60.000 euro, in linea con quanto registrato negli anni precedenti. A dicembre 2020 il valore complessivo dei risarcimenti richiesti nel quadriennio ha superato così la soglia dei 400 milioni di euro.
Quanto ai procedimenti, lo scorso anno ne sono stati conclusi 1.514 con un incremento del 13,2% rispetto ai 1.337 del precedente; 5.267, invece, le pronunce nel quadriennio 2017/2020. Di pari passo si è intensificata quindi l’attività dell’organismo ‘paladino dei risparmiatori’: il Collegio ha infatti tenuto 53 riunioni (erano state 46 nel 2019), prendendo 1.060 decisioni (853 nel 2019), di cui il 65% di accoglimento dei ricorsi, con un balzo del 10% rispetto al dato 2019, quando ne era stato accolto il 55%.
Quasi raddoppiato (+81,5%) il valore complessivo dei risarcimenti riconosciuti a favore dei risparmiatori: 28,5 milioni di euro a fronte dei 15,7 milioni di euro fatti registrare a consuntivo nel 2019. Sale così a 84,4 milioni il totale dei risarcimenti riconosciuti dal 2017 ad oggi, con una media pro-capite pari a circa 40.000 euro.
Sono invece stati 212 i provvedimenti di estinzione delle controversie presi dal Presidente nel 2020 a seguito di accordo conciliativo concluso direttamente tra le parti. Il dato, in crescita del 9,2% rispetto alle 194 estinzioni del 2019, conferma che l’Acf si sta progressivamente affermando anche come punto di riferimento nei rapporti tra risparmiatori e intermediari, tale da favorire la risoluzione spontanea delle controversie prima ancora che l’Arbitro si pronunci. Il totale quadriennale dei ricorsi estintisi anticipatamente sale così a 676.
In positiva flessione i casi di irricevibilità e/o inammissibilità dei ricorsi per riscontrate e non sanabili irregolarità: 242 i provvedimenti assunti dal Presidente nell’ultimo anno (-16,5% dai 290 del 2019), per complessivi 1.298 nel quadriennio. Un dato che evidenzia come stia aumentando tra i risparmiatori la conoscenza dello strumento Acf con un conseguente utilizzo più idoneo.
Continua a crescere, nello stesso tempo, anche il numero di chi preferisce farsi assistere da un legale (oltre il 73% del totale nel 2020, rispetto al 69% del 2019), nonostante sia prevista la possibilità di presentare il ricorso all’Acf direttamente, senza assistenza e gratis. Dietro questa scelta, spesso la rilevanza economica delle controversie in materia finanziaria e le difficoltà che molti risparmiatori tuttora incontrano nel tutelare personalmente i propri diritti.
Passando all’altro lato delle controversie, gli intermediari coinvolti nei procedimenti attivati dinanzi all’Arbitro Consob nel corso del 2020 sono stati 89 (93 nel 2019); 183 in tutto i destinatari di almeno un ricorso da gennaio 2017 ad oggi, a fronte dei circa 1.100 intermediari autorizzati alla prestazione di servizi d’investimento attualmente aderenti al sistema Acf.
Le aree di maggiore criticità nei rapporti tra risparmiatori ed intermediari si sono rivelate essere, ancora una volta, quelle relative all’informativa messa a disposizione dei clienti all’atto dell’investimento e alle situazioni di illiquidità di titoli diffusamente collocati negli anni scorsi tra investitori retail, che hanno reso di fatto impossibile per molti risparmiatori dismettere le partecipazioni detenute, oltretutto spesso caratterizzate da un notevole decremento di valore rispetto all’investimento iniziale.
Le oltre 3.200 decisioni sinora pubblicate e liberamente consultabili sul sito istituzionale (www.acf.consob.it), di cui 1.200 pubblicate nel solo 2020, forniscono un quadro vario e circostanziato degli aspetti più critici emersi. “È auspicabile a questo proposito – conclude una nota dell’organismo -, il più ampio allineamento delle prassi operative degli intermediari agli orientamenti Acf in quanto ciò, oltre a consentire l’idoneo trattamento dei reclami della clientela, può rimuovere sul nascere situazioni di potenziale conflittualità, contribuendo per tale via a rinsaldare il rapporto di fiducia tra le parti, presupposto irrinunciabile per favorire processi di sempre più efficiente e tutelato utilizzo del risparmio privato”.
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