Emergenti, ecco come possono beneficiare dell’aumento degli inflow
Biggs (Gam): “Un aumento dei flussi in ingresso alimenterebbe la liquidità interna, sosterrebbe la crescita del credito, riporterebbe l’impulso di credito in territorio positivo”
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Fari puntati sull’America Latina, che secondo Anjeza Kadilli, economist di Pictet Asset Management, è l’unica regione tra gli emergenti destinata a fare meglio di quanto fatto lo scorso anno. “Brasile, Colombia e Perù in particolare sono i mercati più promettenti in termini di accelerazione della crescita, mentre il Cile non ripeterà la performance del 2018, ma la sua crescita è destinata a rimanere robusta nel 2019”, specifica Kadilli.
In termini assoluti, quest’anno il tasso di crescita atteso del Pil latino-americano (2,6%) dovrebbe sovraperformare quello della regione Emea (2,0%) per la prima volta dal 2013. I fattori positivi sono diversi: l’inflazione dovrebbe rimanere contenuta, anche in caso di rincaro delle materie prime, e nella regione si prospetta un nuovo periodo di stabilità politica, visto che tra il 2016 e il 2018 si sono svolte le elezioni politiche in tutti e quattro i Paesi, che hanno portato alla formazione di governi con programmi credibili dal punto di vista economico. “La Colombia, per esempio, ha ridotto l’imposizione fiscale per le aziende. In Cile, sono state introdotte nuove leggi per accelerare il processo di creazione di nuove imprese. In Brasile, una delle priorità del presidente Jair Bolsonaro è di ridurre la spesa pubblica”, argomenta Kadilli.
Certo, un rischio all’orizzonte c’è: la crescente dipendenza dalla Cina per le esportazioni (parallela al rallentamento dell’export verso gli Usa), nell’attuale contesto di tensioni commerciali globali. Ma malgrado ciò, per l’economista “questi Paesi forniranno opportunità per gli investitori di lungo termine”. Il 2018 è stato insoddisfacente, ma da inizio anno l’indice Msci Latam ha riportato una buona performance, e questo trend dovrebbe continuare alla luce delle buone prospettive economiche dell’area. “L’outlook per la crescita economica in America Latina è positivo per quest’anno, guidato dalla ripresa della crescita in Brasile, principale economia della regione”, osserva Pablo Riveroll, head of Latin American equities di Schroders, secondo cui l’attrattività dell’America Latina in termini di investimenti resta forte, supportata da una classe media in crescita, costi della manodopera relativamente bassi e ampie risorse naturali.
Per l’esperto l’accelerazione della crescita in quest’area potrebbe essere modesta, ma dovrebbe comunque superare quella globale, che è in rallentamento. E “storicamente, l’aumento del differenziale della crescita rispetto ai mercati sviluppati ha supportato la sovraperformance relativa dell’azionario dell’America Latina”, aggiunge Riveroll. I Paesi da guardare con attenzione per Schroders sono sei: il Brasile, dove la fine dell’incertezza politica e l’avvio di politiche liberali dovrebbero sostenere la fiducia e il Pil dovrebbe crescere del 2,5% nel 2019; la Colombia, su cui si prevede un’accelerazione del Pil del 3,6%, sostenuta dagli investimenti; Perù e Cile, attesi in crescita del 4,1% e del 3,4% rispettivamente; ma anche l’Argentina (che dopo l’aiuto richiesto al Fmi dovrebbe iniziare a riprendersi quest’anno) e il Messico, dove si attende un rialzo del Pil del 2,1% nonostante il calo della fiducia delle imprese, che potrebbe essere controbilanciato “da consumi più elevati, aiutati dai finanziamenti governativi previsti dai programmi sociali del presidente Andrés Manuel López Obrador”, aggiunge Riveroll.