Le azioni preferite dai FANG manager
L’esposizione dei fondi sulle società tech Usa è ai massimi storici. Cosa si rischia e quali sono i vantaggi
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Cinque portafogli modello costruiti per FocusRisparmio da altrettanti professionisti per affrontare il secondo semestre del 2020 al meglio, ciascuno secondo la propria ricetta.
Elaborazione FocusRisparmio
Alessandro Greppi, PhD, equity & fund of funds portfolio manager per Zurich Investment Life propone un’asset allocation per la seconda metà del 2020 relativa ad un portafoglio modello con un profilo di rischio intermedio. “I pesi sono stati definiti seguendo un approccio di asset allocation risk-based”, spiega il fund manager: 35% Azionario Globale, 50% Credito Europeo Investment Grade, 15% Obbligazioni Governative Europee.
Per quanto riguarda la componente azionaria del portafoglio, chiarisce Greppi, il possibile upside nella seconda metà del 2020 dipenderà “dalla forza della ripresa post-Covid, dal ritorno ai consumi da parte dei consumatori retail e dalla capacità delle economie globali di gestire le probabili seconde ondate dell’epidemia”. A sorprendere è l’esposizione proposta sulle azioni Europee: “Le politiche monetarie espansive delle Banche Centrali, che finora hanno spinto verso l’alto e sostenuto i mercati, potrebbero trasformare ogni correzione in una opportunità di acquisto”, sostiene l’esperto.
Giordano Beani, head of multi-asset fund solutions Italy di Amundi Sgr propone un portafoglio modello disegnato pensando ad un profilo di rischio di un investitore moderato. “L’allocazione del 30% all’azionario va suddivisa per il 60% in azioni Usa, 25% Area Euro e 15% Paesi Emergenti. La preferenza per il mercato Usa deriva dalle maggiori opportunità di investimento offerte dal principale mercato mondiale e soprattutto dalla presenza di settori ad alta innovazione (tecnologia e biotecnologia in primis) poco rappresentati negli altri mercati internazionali. Quanto alla questione Esg, a nostro avviso non ha più senso dedicare solo una fetta degli investimenti a questa categoria. Amundi si è impegnata ad andare verso il 100% di prodotti con filtri Esg entro il 2021 per cui per noi il 100% dell’esposizione azionaria deve essere fatta attraverso veicoli che usano filtri Esg. La componente obbligazionaria (65%) vede una prevalenza di titoli o fondi corporate investment grade, che ad oggi rappresentano la combinazione ottimale tra spread offerto e rischio associato. Anche in questo caso la presenza di green bonds dovrebbe essere quanto più prossima al 100%, tenuto però conto della loro minore liquidità. La parte dedicata all’Area Euro deve a nostro avviso privilegiare i titoli periferici che offrono maggiore carry e sono come i corporate “protetti” dall’azione della Banca Centrale Euopea. La presenza di un 15% di obbligazioni emergenti (preferibilmente in valuta forte) aggiunge rendimento al portafoglio. La presenza di un 25% di Treasury Usa a nostro avviso va interpretata come una copertura in caso di scenario avverso. Stessa funzione ricopre a nostro avviso il 5% dedicato all’oro”.
Luca Vaiani, responsabile investment strategy di Fideuram Investimenti Sgr ci spiega che i portafogli “hanno un lieve sovrappeso azionario, perché il recupero ciclico procede, le valutazioni relative rispetto ai bond sono attraenti e il posizionamento ancora basso degli investitori supportano le azioni. Nel reddito fisso, il miglioramento macro e il supporto monetario favoriscono il credito rispetto ai titoli di stato. Nel comparto societario preferiamo il segmento investment grade, con inclusione del settore finanziario, rispetto a quello high yield, e tra le obbligazioni emergenti quelle in valuta forte. Il rischio principale è dato dalla diffusione del virus, e all’eventuale impatto sul percorso di recupero delle aree interessate”.
In Euclidea Sim l’asset allocation proposta da Giovanni Folgori, chief investment officer, prevede che la gestione di portafoglio sia un gioco dinamico e come tale “deve adattarsi nel tempo ed essere in costante osservazione e reazione al mercato. Possiamo dire come ci apprestiamo ad iniziare la seconda parte dell’anno ma non come saremo posizionati nel corso di questo intero periodo perché potremmo assistere ad importanti cambiamenti di scenario”, precisa l’esperto.
Le scelte principali, analizza il capo degli investimenti della Sim, si basano sui segnali dei nostri modelli quantitativi ed operano congiuntamente al modello di selezione fondi (Euclidea Fund Ranking). L’esperto spiega che il lieve sottopeso sull’azionario “è motivato da una forte incertezza sui segnali che riceviamo e che sono soggetti ad eventi imprevedibili come l’andamento del virus e la relativa risposta dei governi e delle banche centrali”.
Per quanto riguarda gli strumenti, “il portafoglio è composto da un mix di fondi attivi e passivi. In alcune asset classes (equity Usa ad esempio) l’investimento passivo è assolutamente dominante per performance e per costo. In altri segmenti (corporates ed emergenti) la gestione attiva ha un suo merito e utilizzando solo classi istituzionali i costi non sono troppo superiori a quelli di fondi indicizzati ed Etf”. Folgori inoltre precisa di evitare fondi con performance fee negli investimenti long-only: “I nostri portafogli hanno un limite massimo per costo del sottostante pari a 0,50%, essendo consapevoli che nel medio periodo il fattore costo è determinante per i risultati”.
In Alfa Scf, società di consulenza autonoma basata a Torino si supera il tradizionale approccio di “asset allocation obiettivo” strutturando il portafoglio dei clienti attraverso una molteplicità di strategie di investimento, “che vengono opportunamente selezionate e pesate sulla base delle caratteristiche del cliente, delle esigenze e degli obiettivi finanziari, e del profilo di rischio MiFID. In pratica, il portafoglio sotto consulenza è costituito dalla somma di alcuni building block, che all’italiana potremmo definire mattoncini, ognuno dei quali è composto da strumenti che vengono selezionati applicando una apposita strategia di investimento (con specifici obiettivi e livelli di rischio)”, spiega a FR il co-ceo dell’azienda, Andrea Plevna.
L’Ufficio Studi di Alfa ha sviluppato strategie che si basano sia su sistemi algoritmici quantitativi sia su metodi di selezione titoli discrezionali; “Quello che vorrei presentare oggi è il nostro portafoglio modello di Asset Allocation Strategica, adatto ad affrontare il secondo semestre 2020 così come il 2021. Si tratta di una strategia che prende in esame le principali macro-asset class obbligazionarie ed azionarie e, tramite l’utilizzo di metodologie quantitative basate sul resampling e sull’ottimizzazione media-varianza, viene determinata l’asset allocation ottimale che permetta di affrontare nel migliore dei modi tutti i contesti di mercato, con un orizzonte temporale di medio-lungo termine. Il livello di rischio è prefissato e definito in funzione della percentuale azionaria che si vuole detenere in portafoglio. In particolare, ipotizzando un profilo di rischio medio-basso, l’esposizione azionaria prefissata è pari al 30% e si ottengono i pesi indicati nella matrice. L’ottimizzazione dei pesi è coerente con il comportamento statistico storico delle asset class selezionate, ma non è vincolata al passato”.
Il portafoglio modello di Alfa Scf può essere realizzato mediante Etf, fondi o sicav. “Naturalmente, un aspetto importante riguarda il fatto che ciascuna asset class sia replicata utilizzando lo strumento più efficace ed efficiente possibile – precisa Plevna. Per concludere, il portafoglio modello presentato si può facilmente integrare con strategie discrezionali per maggior dinamicità e/o a fini di copertura”.