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Entrano un consulente-commercialista e un’ex dell’asset management. Armellini confermato alla presidenza
Nafop, l’associazione dei consulenti finanziari indipendenti (l’acronimo sta per National Association of Fee Only Planners) rinnova il consiglio direttivo e riconferma Cesare Armellini in qualità di Presidente.
Il nuovo direttivo sarà così composto: Cesare Armellini, Enzo Bocca, Paolo Tirabassi, Roberto Cappiello, Marco Bonfante, Luca Mainò, Giuseppe Romano e due new entry, Luca Rizzi e Francesco Messina.
La nomina di Rizzi consolida il legame che negli anni si è andato rafforzando fra la categoria dei consulenti autonomi da un lato e quella dei commercialisti dell’altro. Luca Rizzi, oltre ad essere uno storico consulente indipendente è infatti anche commercialista; Francesco Messina – neo consulente FeeOnly – ha invece ricoperto in passato ruoli apicali nell’asset management.
Oltre al ruolo di consulente, Armellini siede anche nel board dell’Organismo di Vigilanza Ocf in rappresentanza dei consulenti autonomi, sezione dell’albo costituita alla fine del 2018.
In circa due anni dalla istituzionalizzazione della figura, sono circa 350 i consulenti autorizzati che operano in proprio o all’interno di quasi una cinquantina di società di consulenza finanziaria.
“All’interno del nuovo Albo, solo i consulenti autonomi e le Scf sono in possesso del requisito di indipendenza soggettiva” afferma il portavoce dell’associazione Luca Mainò “e questo indispensabile requisito ci contraddistingue da tutti gli altri soggetti esistenti sul mercato. Rappresenta infatti un plus determinante che consente a famiglie e investitori di identificare con facilità i soggetti indipendenti cui fare riferimento per la consulenza e la pianificazione patrimoniale”.
“Con la consultazione del 2019 abbiamo conseguito per gli advisor e per le Scf anche la possibilità di promuovere e prestare il servizio con tecniche di comunicazione a distanza che consente oggi a tutti noi e alle nostre società di poter lavorare anche con le nuove modalità tecnologiche” prosegue il portavoce, che conclude: “A giugno 2020 abbiamo chiesto, ancora una volta unici soggetti nel panorama nazionale, che nella MiFID 3 venga previsto il divieto delle commissioni. Riteniamo infatti più efficiente il modello fully independent, anziché quello on Independent basis previsto dalla precedente direttiva”.
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