Giappone, Abe vince di nuovo. La risposta della BoJ
La vittoria di Abe è una notizia “da falco” per la Bank of Japan, che ha già escluso un ulteriore allentamento
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Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Ago – Set 2018 |
Le Olimpiadi di Tokyo del 2020? Qualcuno le ha già definite il quarto pilastro dell’Abenomics, “insieme alle altre tre frecce esistenti: l’allentamento monetario, lo stimolo fiscale e le riforme strutturali”, dice a Focus Akira Fuse, specialista degli investimenti di Capital Group.
“Lo stesso Abe ha dichiarato sin da principio di voler rendere le Olimpiadi un fattore scatenante, che permetta di spazzare via 15 anni di deflazione e declino economico”, continua Fuse.
Il precedente a cui si fa riferimento sono le Olimpiadi del 1964, che videro la trasformazione del Giappone in un Paese vivace dopo la distruzione delle seconda guerra mondiale. Ora, la fiaccola di Olimpia potrebbe riaccendere la fiamma del turismo: “Nel 2014, il governo aveva fissato l’obiettivo di 20 milioni di turisti in ingresso entro il 2020. L’obiettivo è stato centrato nel 2016 e da allora è raddoppiato a 40 milioni al 2020 e a 60 nel 2030 – argomenta Fuse – Il governo ha puntato sulla modernizzazione e l’ampliamento della rete di trasporto oltre che su una maggiore diffusione del wi-fi per migliorare l’esperienza di questi turisti internazionali. Che contribuiranno a rendere più stabile la dinamica dei consumi”. A beneficiare dei Giochi saranno inoltre, soprattutto, le società coinvolte nel settore delle costruzioni: la candidatura di Tokyo prevedeva un piano di investimenti di 7,6 miliardi di euro tra infrastrutture, impianti sportivi, alloggi per gli atleti. “I progetti sono ben avviati e dovrebbero culminare entro fine anno. La banca centrale prevede che ciò potrebbe far aumentare il Pil di uno 0,4%-0,6% annualizzato nel corso del 2018-19”, puntualizza l’esperto di Capital Group, che stima l’impatto complessivo dei Giochi in un incremento dell’1,5-1,8 per cento.
Le Olimpiadi sono in qualche modo un habitat dove l’Abenomics potrà coltivare i suoi migliori frutti. E così, gli utili, soprattutto quelli delle small cap nipponiche, continueranno a crescere, grazie al combinato disposti di Abenomics e Giochi. “Dall’inizio del governo di Abe nel 2012, il Paese ha avuto 20 trimestri consecutivi di aumento del Pil nominale anno su anno, in totale +10,90 per cento. Anche se la crescita delle aziende dovesse essere meno robusta nel 2018, il Paese è avviato verso la normalità”, sostiene Miyuki Kashima, gestore dei fondi Bny Mellon Japan Small Cap Equity Focus e Bny Mellon Japan All Cap Equity, che sottolinea come gli investitori internazionali siano tuttora decisamente sottopesati sul Paese e che le allocazioni siano destinate ad aumentare, in quanto “l’azionario del Giappone rappresenta un’ottima asset class per diversificare il portafoglio, grazie a una bassa correlazione con gli altri mercati e a valutazioni relative attraenti”.
L’economia del Giappone è in buona salute. “Abe – spiega Cédric Le Berre, senior analyst and investment specialist Us and Japanese Equities di Union Bancaire Privée – ha messo in campo riforme economiche, che stanno interessando soprattutto la governance societaria, il mercato del lavoro e il settore del turismo. Il cambio yen/dollaro si è in qualche modo stabilizzato all’interno di un range che va da 105 a 115. La maggior parte dei gestori sta quindi aggiungendo titoli locali al proprio portafoglio così da beneficiare del forte slancio del Paese. La crescita degli utili nel 2018 è attesa al 5% e lo slancio degli utili appare solido, con indicazioni verso l’alto per le stime dell’intero anno”. Ovviamente, avverte Kashima, è necessario considerare anche i rischi: “il principale è che il Giappone torni alla deflazione”.