In autunno sono partiti i primi contatti con le banche italiane. “Ci aspettiamo che nel 2022 i principali istituti del paese assimilino pienamente i benefici della blockchain”, dice il manager a FR
Ruben Nieto, chief executive officer di Allfunds Blockchain
Dopo 15 anni di esperienza professionale trascorsi a gestire progetti IT in Allfunds Bank e 3 anni come Global Head of Innovation, Ruben Nieto è stato nominato chief executive officer di Allfunds Blockchain, la società deputata a portare la tecnologia nel risparmio gestito.
Nieto è stato in Italia per monitorare da vicino gli sviluppi nel mercato nostrano e per incontrare possibili banche partner che aderiscano al progetto della piattaforma di distribuzione fondi. FocusRisparmio lo ha incontrato per parlare dei progetti su scala internazionale del gruppo e dei prossimi passi da compiere.
Blockchain è una parola molto usata oggi, in ambiti molto diversi fra loro. Cosa significa per il risparmio gestito?
Con l’ingresso della blockchain nel risparmio gestito l’industria si fa più snella ed efficiente. A tendere l’obiettivo di chi sta già proponendo questa tecnologia è quello di azzerare i tempi richiesti per le operazioni di sottoscrizione, riscatto e trasferimento di quote di fondi comuni che, in un futuro sempre più prossimo, saranno assimilabili in tutto e per tutto ai token. Questa tecnologia trasformerà ogni singolo anello della catena del valore dell’industria riducendo i tempi per le operations e i costi di distribuzione lungo tutta la filiera, dal produttore all’investitore passando per la distribuzione.
Come si coniugano blockchain e tokenizzazione in questo quadro?
A tendere tutta la vita del fondo sarà gestita su blockchain. Così ogni fondo sarà rappresentato da uno smart-contract e a sua volta ogni singola quota del fondo da un token. Tutto ciò apre le porte all’attività di custodian delle chiavi crittografiche che servono per accedere a un portafoglio tokenizzato. È una nuova frontiera verso cui l’industria del risparmio troverà terreno fertile per espandersi.
Nella sua storia più che trentennale il mondo dei fondi comuni e delle gestioni non ha mai conosciuto un’innovazione più disruptive di questa. Può far paura?
Parlerei di una “rivoluzione collaborativa”, poiché ogni attore sarà protagonista. Sicuramente un salto culturale enorme in un settore storicamente poco avvezzo alle innovazioni. Può essere una rivoluzione difficile da capire? Penso sarà più facile di quanto si possa immaginare, del resto non è richiesto a tutti di capire la tecnologia sottostante, un passaggio obbligato solo per gli addetti ai lavori (tecnici, personale IT, etc., ndr); tutti gli altri attori devono solo prepararsi a recepire i benefici che blockchain avrà sul loro business.
Siete partiti dalla Spagna per poi espandere l’innovazione in altri paesi, Italia compresa. Che risposta ricevete dagli operatori italiani?
Siamo partiti dalla Spagna, un mercato naturale per noi, ma puntiamo molto sull’Italia dove abbiamo iniziato un dialogo con le autorità per importare il progetto Fast. Penso che l’Italia e l’industria dei fondi sia pronta a recepire la blockchain. Sul mercato spagnolo siamo partiti a luglio con 13 banche partner e oggi siamo arrivati a una community di 58. In Italia mi aspetto un passo simile. Questo autunno sono partiti i primi contatti con istituti italiani (qui l’anticipazione su FocusRisparmio) e mi aspetto che nel 2022 i principali istituti del paese assimilino pienamente i benefici della blockchain.
Quale ruolo per la regulation?
I regolatori si stanno muovendo con mentalità aperta verso i progetti blockchain ma con tempi diversi a seconda dei Paesi. È un approccio normale visto che l’industria dei fondi è molto legata a contesti domestici molto diversi fra loro in Europa. La nostra esperienza con le Authority spagnole è molto positiva, ma stiamo ottenendo riscontri anche in altre giurisdizioni compresa l’Italia. E poi non bisogna sottovalutare il fatto che questa innovazione tocca più punti, ad esempio i regolamenti sulla gestione dei dati (Gdpr) o la direttiva sui servizi finanziari (Mifid 2) quindi diventa davvero complicato un approccio univoco a livello comunitario.
Fra le principali sfide legate alla blockchain viene spesso citata la governance dei dati, per questioni legate alla privacy. Come li gestirete?
La recente partnership stretta con ConsenSys ci mette nelle condizioni di garantire una gestione delle transazioni commerciali private sulla nostra piattaforma in piena sintonia con le regole sulla privacy.
Con l’utilizzo della tecnologia blockchain si punta all’azzeramento dei tempi richiesti per le operazioni di trasferimento di quote di fondi comuni. E in futuro si parlerà di “tokenizzazione” anche nel risparmio gestito
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