Gli esperti puntano sulle opportunità offerte dal biotech
L'espansione demografica guida il settore. L'attenzione si focalizza sulle tecnologie applicate alla genetica e sulla digital health, dove si registrano anche forti potenzialità sull'M&A
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Anche se adesso la pandemia sta monopolizzando cronache, report finanziari e agende politiche, non esiste solo il coronavirus. Non di certo in termini di opportunità di investimento nel settore della salute, dove a detta di Tobias Merfeld, ETF Investment Strategist di Legal & General Investment Management (LGIM), esiste una nicchia molto attraente nel mercato delle malattie rare.
“Nonostante la loro definizione, le malattie rare colpiscono centinaia di milioni di persone nel mondo. In Europa per esempio, una malattia è definita rara quando si presenta in meno di 2mila casi. In termini percentuali può sembrare un numero molto piccolo, ma in totale ne è affetta tra il 3,5% ed il 5,9% della popolazione del pianeta – quasi equivalente al numero di abitanti degli Stati Uniti, la terza nazione più grande al mondo”, osserva Merfeld.
L’esperto di LGIM, che ha recentemente lanciato un Etf dedicato a questo tema su Borsa Italiana, sottolinea che sebbene le malattie rare tendano a essere di solito patologie molto gravi, di solito lo sviluppo di farmaci per contrastarle non era visto come una priorità da parte delle case farmaceutiche, ma ultimamente sono emersi degli incentivi in grado di spingere molti gruppi a riconsiderare le loro posizioni.
“Negli Stati Uniti, queste aziende adesso godono di un’esclusiva di mercato fino a sette anni, crediti fiscali del 50% per ricerca e sviluppo in determinati settori e per approvazioni di nuovi farmaci in tempi brevi. In Europa, le compagnie farmaceutiche godono di esclusive di mercato fino a dieci anni, crediti fiscali, esenzione dal pagamento di determinati diritti di licenza e garanzie a livello sia europeo che nazionale”, spiega Merfeld.
Peraltro, lo strategist precisa che questi provvedimenti stanno già portando dei risultati. E che “il 2019 è stato un altro anno positivo per l’approvazione di nuovi farmaci contro le malattie rare, visto che i tempi di approvazione dei farmaci per le terapie innovative sono nettamente migliorati”.
Per esempio, il farmaco Trikafta per la fibrosi cistica e l’Enhertu per il carcinoma al seno HER2 positivo non asportabile o metastatico hanno registrato dei tempi di approvazione davvero celeri, tra i più veloci dal 2010. E anche le prospettive economiche sono incoraggianti.
“Stando alle analisi condotte da Vantage sui dati forniti da EvaluatePharma, i 49 farmaci approvati nel 2019 dalla Food & Drug Administration (FDA) hanno un potenziale di vendite a cinque anni di 27,1 miliardi di dollari (Pharma, Biotech & Medtech 2019 in Review)”, afferma Merfeld.
Tutto questo non poteva non riflettersi sulle valutazioni di mercato delle società farmaceutiche interessate, come Vertex Pharmaceuticals, che ha registrato performance brillanti sulla scia dell’approvazione del Trikafta, che secondo EvaluatePharma dovrebbe generare vendite fino a 4 miliardi di dollari ogni anno fino al 2024. Sempre Vertex, inoltre, ha siglato un accordo con l’NHS britannico, che rende tre differenti trattamenti immediatamente disponibili per i malati di fibrosi cistica giudicati idonei.
“Nel mondo, la vendita di farmaci orfani (cioè quei farmaci sviluppati per curare certe patologie mediche rare che non sarebbero convenienti da produrre senza un supporto da parte del governo) dovrebbe aumentare a un tasso di crescita annuo composto pari al 12,3% annuo nel periodo compreso tra il 2019 e il 2024, un tasso doppio rispetto a quello stimato per il mercato dei farmaci non-orfani”, aggiunge Merfeld. Secondo EvaluatePharma, entro il 2024 questi farmaci orfani dovrebbero rappresentare circa un quinto delle vendite di farmaci da prescrizione, con un controvalore di 242 miliardi di dollari in ricavi.
E in questa fase difficile? Rudi Van den Eynde, Head of Thematic Global Equity di Candriam osserva che nemmeno il settore della salute e delle biotecnologie è immune al sentiment generale e alle fluttuazioni del mercato messo sotto pressione dal coronavirus. Tuttavia, “il settore è relativamente stabile”. E questo grazie alle cure per i malati di cancro, che ovviamente non sono state interrotte improvvisamente, e soprattutto alle malattie rare, che “continuano a ricevere la massima attenzione”, sottolinea Van den Eynde.