Outlook di metà anno: secondo semestre con più volatilità
La previsione di Rob Sharps, Head of Investments and Group Chief Investment Officer, T. Rowe Price
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Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Giu – Lug 2018 |
Argentina, Kuwait, Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Kazakhstan e Kenya. Paesi previsti in forte crescita e con popolazioni giovani, con situazione politiche abbastanza stabili. Sono i prossimi emergenti, quelli che tra qualche anno sostituiranno i Bric nei panieri che puntano sull’aspetto esotico. Per ora rientrano nella categoria dei mercati di frontiera ma, a passi da gigante, puntano a scardinare il ruolo dei Bric.
Nel 2017 l’indice azionario Msci Emerging Markets in dollari Usa ha ottenuto una performance del 7,5%, contro il 5,6% dell’Msci World sempre in dollari Usa. Il dato decennale vede una performance del 37,8% rispetto al 23,1% sui mercati sviluppati per gli stessi indici. Il che, ovviamente, è associato a un rischio elevato, rappresentato da condizioni geopolitiche instabili, Borse spesso piccole, poco liquide e per questo molto turbolente, e suggerisce la consulenza di un gestore esperto. Ma, d’altro canto, rende evidente che ci si trova di fronte a un’occasione.
“Nei Frontier Markets sono incluse aree che si caratterizzano per una elevata eterogeneità – spiega Rocco Probo, analista di Consultique – Alcuni Stati dell’Europa dell’Est adottano per esempio l’euro, mentre altri hanno un cambio fisso con la moneta unica, rendendo quindi assente il rischio di cambio per un investitore italiano. Si tratta di una condizione molto diversa dagli Stati di altre aree geografiche, spesso alle prese con tassi di inflazione a doppia cifra. Allo stesso tempo il potenziale di crescita, in termini demografici ed economici, del continente africano o nell’Asia meridionale rende molto interessante l’investimento in quei Paesi”. Dunque, dove dirigersi?
“Kazakhstan, Kuwait e Kenia tra quelli con i migliori rendimenti mentre Polonia e Ungheria saldamente fuori dall’euro restano deboli e meno interessanti – afferma Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation – L’Asia sui mercati azionari resta l’area più promettente. Mentre l’America Latina offre rendimenti certamente superiori, a patto di accettare le incognite sulla crescita economica e la gestione del debito, che si uniscono ad un’evidente difficoltà di esprimere Governi stabili”.
Tra i Paesi più interessanti figurano, secondo Gianluca D’Alessio, portfolio manager di Fia Am (gruppo Farad) “l’Argentina, con le sue vaste risorse naturali e condizioni agricole favorevoli; il Bangladesh, grazie a investimenti importanti nelle infrastrutture; il Vietnam, dotato di una forza lavoro giovane ed in costante crescita; lo Sri Lanka, forte di un settore turistico e di un commercio marittimo in espansione; il Kenya, con un mercato IT in forte crescita del valore di mezzo miliardo di dollari; infine la Romania, dotata di numerosi parchi industriali, di forza lavoro preparata e di una politica fiscale favorevole”.