1° semestre raccolti 57 miliardi. Dai PIR arrivano 5,3 miliardi
Patrimonio vicino ai 2.013 miliardi di euro. Per i fondi aperti PIR compliant da inizio anno sottoscrizioni nette per oltre 5 mld (+4,3mld nel secondo trimestre).
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Introdotti il 1° gennaio scorso con la legge di bilancio 2017, i Piani individuali di risparmio, meglio noti come PIR, hanno ottenuto un successo di raccolta che ha superato abbondantemente le stime iniziali.
Operatori e governo ipotizzavano una raccolta di circa 2 miliardi di euro nel 2017 ma presto è stato necessario rivedere al rialzo queste stime tanto che oggi si parla di circa 10 miliardi nel solo primo anno di lancio.
Ma quanto hanno raccolto fino ad oggi questi prodotti? FocusRisparmio l’ha chiesto ad Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni.
Assogestioni rileva da anni l’andamento del settore attraverso analisi statistiche puntuali. Che cosa è stato fatto per i PIR?
A partire dalla pubblicazione della mappa del risparmio gestito relativa al primo trimestre del 2017, forniamo un’analisi puntuale del mercato dei fondi aperti PIR compliant attraverso la presentazione di dati a diverso livello di dettaglio
Che cosa emerge da questi dati?
Per interpretare correttamente le informazioni è necessario comprendere alcune definizioni che stanno alla base dell’attività di raccolta e presentazione dei dati di mercato. Un fondo PIR compliant è un fondo aperto o un comparto di un fondo/Sicav la cui politica di investimento prevede il rispetto dei vincoli di investimento e dei limiti di concentrazione dettati dalla disciplina dei Piani individuali di risparmio a lungo termine (ndr: Legge 11 dicembre 2016, n.232, o “Legge di bilancio 2017”).
Nel rapporto trimestrale si fa riferimento anche alle Classi PIR…
Una classe PIR, invece, è una classe di un fondo PIR compliant la cui sottoscrizione è vincolata al rispetto delle condizioni soggettive e dei limiti relativi agli importi previsti dalla disciplina per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale. In altre parole il piano deve essere intestato ad una sola persona fisica fiscalmente residente in Italia e gli investimenti fiscalmente agevolati sono limitati a 30.000€/anno e 150.000€ complessivi.
È opportuno sottolineare che la previsione di classi PIR, ancorché molto diffusa, è solo una delle soluzioni organizzative utilizzate da parte delle società di gestione per agevolare la verifica del rispetto dei vincoli ‘sul soggetto’ previsti dalla disciplina per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale.
Quali sono le altre soluzioni adottabili?
Esistono alcuni casi di fondi PIR compliant per i quali non sono previste classi PIR. In questi casi la verifica del rispetto delle condizioni per poter usufruire dell’agevolazione fiscale può essere affidata a procedure amministrative interne alla società di gestione oppure agli intermediari che ne curano la distribuzione.
Esistono altre differenziazioni da tener in considerazione?
Sì. Nell’ambito dei fondi PIR compliant si può inoltre distinguere tra quelli di nuova istituzione e quelli pre-esistenti. Con la prima espressione si fa riferimento ai fondi PIR compliant ab origine, istituiti dopo l’entrata in vigore della disciplina dei PIR (1° gennaio 2017). La seconda espressione indica invece i fondi istituiti prima di tale data e la cui politica di investimento, indicata nel regolamento di gestione, è stata successivamente modificata/precisata per renderla PIR compliant.
Bene. Ora ci aiuti a leggere i dati che avete diffuso
Per comprendere la rilevanza dei concetti appena descritti per una corretta valutazione del fenomeno dei fondi PIR, può essere utile illustrare i dati presentati nella Tavola 8.1 della mappa trimestrale del risparmio gestito relativa al secondo trimestre 2017.
A fine giugno i fondi PIR compliant sono 44 e hanno un patrimonio complessivo di poco più di 9 miliardi di euro. Di questi 27 sono di nuova istituzione (cioè sono stati lanciati nei primi sei mesi dell’anno), nel primo semestre hanno raccolto 3,4 miliardi di euro, una cifra sostanzialmente in linea con il patrimonio complessivo a fine giugno.
E gli altri prodotti?
Gli altri 17 fondi sono pre-esistenti, erano già presenti sul mercato alla fine del 2016, quando contavano un patrimonio complessivo di 3,4 miliardi. Successivamente essi sono stati trasformati in prodotti PIR compliant e nei primi sei mesi dell’anno hanno beneficiato di una raccolta di 1,9 miliardi. Questa, combinata con il rendimento, ne ha fatto crescere il patrimonio complessivo che a fine giugno si attesta a 5,6 miliardi.
Ci illustri ora le altre tavole del rapporto
La Tavola 8.2 distingue, per ciascun gruppo di gestione, i fondi PIR compliant pre-esistenti da quelli di nuova istituzione. In alcuni casi lo stesso operatore ha nella propria gamma d’offerta entrambi i tipi di fondi.
Dei 44 fondi PIR compliant censiti, 32 sono dotati di una o più classi PIR (per un totale di 39 classi). La Tavola 8.3 evidenzia, per ciascun gruppo di gestione, il numero di fondi PIR compliant, il numero complessivo delle relative classi di quote e, in un’apposita riga, il dato relativo alle classi PIR (se presenti). Come notato sopra, molti gestori, ma non tutti, offrono fondi PIR compliant dotati di classe PIR.