“Le valutazioni azionarie nel mercato britannico sembrano attraenti e, nonostante i rischi di Brexit, molte preoccupazioni sono già state espresse in termini di prezzo”. La view di M&G Investments
Ritu Vohora, investment director equities di M&G Investments
La decisione di Theresa May di dimettersi ha aumentato ulteriormente l’incertezza sul processo di uscita del Regno Unito dall’Ue, prevista per il 31 ottobre. Vi sono ora tre scenari possibili, analizza Ritu Vohora, investment director equities di M&G Investments: una Brexit con no-deal, un ulteriore ritardo della Brexit con una qualche forma di accordo oppure il Regno Unito che rimane nell’Ue. “I tempi di uno qualsiasi di questi scenari rimangono sconosciuti ed è probabile che vi sarà parecchia incertezza e volatilità tale da rendere difficile fare previsioni e compiere analisi finanziarie razionali. Attualmente è più importante concentrarsi sui fondamentali e su cosa è prezzato dal mercato. L’elemento politico potrebbe lasciare un segno duraturo a livello sociale, ma i mercati e i cicli economici si sono dimostrati molto resilienti”, è il consiglio.
Per gli investitori, la sterlina continua ad essere il canale principale per esprimere la loro opinione sugli esiti di Brexit. “Nelle ultime settimane, la sterlina ha perso la maggior parte del suo valore in confronto all’euro e al dollaro e rimane sotto pressione – spiega l’esperta -. La debolezza della sterlina potrebbe andare a beneficio del mercato azionario britannico large cap, in quanto la maggior parte dei ricavi del Ftse 100 proviene dall’estero. Tuttavia, l’aumento dei premi per il rischio legato all’incertezza politica o a una sterlina significativamente più forte potrebbe anche causare una sottoperformance delle azioni britanniche rispetto alle loro pari. È difficile prevedere l’esito della Brexit, e le oscillazioni a breve termine potrebbero rapidamente invertirsi”.
Quanto ai mercati azionari, questi reagirebbero più positivamente a un “deal” oppure al fatto che il Regno Unito decida di rimanere nell’Ue, mentre reagirebbero negativamente a un ‘no deal’, per cui per la Vohora è importante considerare gli scenari positivi e negativi dal punto di vista azionario.
In caso di scenario positivo, significa che si è raggiunta una qualche forma di accordo oppure che il Regno Unito rimane nell’Ue. “In questo modo – sottolinea -, con l’eliminazione dell’incertezza, si otterrebbe un segnale di sollievo. Con una crescita della sterlina e del Regno Unito, le azioni ne beneficerebbero, in particolare il Ftse 250 sul Ftse 100 (che risentirebbe negativamente della forza della sterlina e delle esportazioni relativamente più costose). Le azioni Uk, in particolare del Ftse 250, sarebbero le principali beneficiarie, specialmente in relazione alle banche nazionali e al settore immobiliare, insieme al settore delle costruzioni abitative e del commercio al dettaglio”.
Scenario negativo vuol dire invece ‘No deal’. “Questo probabilmente causerebbe una pressione al ribasso sulle valutazioni – afferma – , ma un crollo della sterlina potrebbe aiutare a spingere il Ftse 100, data la sua esposizione sul Regno Unito relativamente bassa: oltre il 75% dei ricavi derivano dall’estero, contro il 50% circa di quelli del Ftse 250, caratterizzato da una copertura dai rischi naturale. I settori farmaceutico, tecnologico e delle materie prime dovrebbero essere relativamente più performanti a causa dei loro bassi ricavi derivanti da Uk, mentre il Ftse 250 si ridurrebbe ulteriormente, soprattutto nei settori domestici come le banche”.
“Le azioni del Regno Unito offrono ancora una diversificazione geografica e settoriale, con un dividend yield vicino al 5%, che sembra interessante rispetto ai rendimenti dei titoli di stato e del cash – conclude la Vohora -. Anche le valutazioni azionarie nel mercato britannico sembrano attraenti e, nonostante i rischi di Brexit che dominano il mercato, molte delle preoccupazioni sono già state espresse in termini di prezzo. Brexit, con tutte le sue conseguenze indesiderate, ha aperto alcune opportunità per gli investitori a lungo termine”.
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