Azionario, tre buoni motivi per puntare sul Giappone
Aumento dell’attivismo, miglioramento della governance e ripresa dell’attività imprenditoriale sosterranno nei prossimi anni i rendimenti delle azioni giapponesi secondo T. Rowe Price
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La debolezza dell’inflazione nipponica continua a destare qualche timore, ma gli esperti si sentono pronti a scommettere sul Giappone. Ad agosto i prezzi al consumo hanno accusato un rallentamento portando l’inflazione a +0,3%, ben al di sotto delle stime di consensus e al di sotto del dato del mese precedente (+0,5%). Cifre che si allontanano ulteriormente dall’obiettivo del 2% fissato dalla Bank of Japan. Eppure c’è ottimismo sull’economia del Sol Levante, e a cascata sul mercato azionario, e non solo per l’atteso effetto positivo dei mondiali di rugby, che dovrebbero fornire all’economia nipponica uno stimolo di oltre 3,5 miliardi di euro secondo le stime di EY.
Fin dalla sua nomina, il primo ministro Shinzo Abe ha introdotto una serie di riforme favorevoli agli azionisti, che hanno migliorato sensibilmente la governance societaria, in parallelo all’introduzione di dosi massicce di liquidità nel sistema. Non solo. “Il Giappone è uno dei Paesi più sviluppati, solidi e innovativi nel mondo. Le pressioni strutturali che affronta hanno spinto molto sullo sviluppo di automazione e robotica, e nuove società leader in queste aree stanno innovando a una velocità incredibile”, commenta Nicholas Weindling, gestore del JPMorgan Japanese Investment Trust. Le vendite di robot – principalmente nel B2B – sono salite del 30% lo scorso anno, e oggi ci sono tre robot ogni 100 lavoratori. Molte società stanno traendo beneficio dal mutamento dei trend, e sono quindi ben posizionate per una solida crescita. Per Weindling è importante cogliere queste opportunità attraverso una selezione con approccio bottom up che deve puntare sulle società con le migliori prospettive di lungo termine, e tenendosi invece alla larga dai player esposti a cambiamenti ciclici e strutturali (per esempio, il Giappone sta perdendo terreno sull’elettronica di consumo, mentre cresce sulla robotica, sui servizi Internet e sul turismo). C’è poi una questione di valutazioni:l’azionario nipponico è più conveniente rispetto ad altri mercati dei Paesi sviluppati.
“Negli ultimi trent’anni i mercati finanziari giapponesi si sono costruiti l’immeritata reputazione di deludere gli investitori. I titoli di Stato del Paese sono considerati i più letali al mondo, mentre molti investitori ritengono che il mercato azionario giapponese non si sia mai ripreso veramente dal tracollo spettacolare della fine degli anni ‘80, nonostante molte false rinascite”, argomenta Reiko Mito, responsabile delle Strategie Azionarie sul Giappone di Gam Investments. Convinta che entrambe le affermazioni siano oggi fuorvianti. La fama di mercato “letale” nasce effettivamente dalla vendita allo scoperto dei titoli di Stato giapponesi dopo che la Banca centrale introdusse per la prima volta la politica dei tassi d’interesse zero nel 1999, sottostimando la lealtà dei detentori dei bond. Poi gli investitori nei mercati occidentali hanno anche cercato di prepararsi alla cosiddetta “normalizzazione” della politica monetaria che, finora, non si è di fatto pienamente concretizzata.
Per quanto concerne la seconda affermazione, i mercati azionari giapponesi si sono fatti progressivamente più convenienti, indipendentemente dalla direzionalità generale del mercato. “Il mercato in questo momento scambia a un multiplo tra prezzo e utili inferiore rispetto a quelli rilevati durante la grande crisi finanziaria e all’epoca in cui Shinzo Abe salì al potere. Risulta certamente difficile giustificare tali dinamiche attraverso i fondamentali, se consideriamo gli sviluppi positivi a livello micro e macroeconomico”, osserva Mito.
Chi pensa di investire in azioni giapponesi, può trovare almeno tre motivi di ottimismo, sottolinea l’esperta. “Primo, le imprese giapponesi stanno generando utili e margini elevati in base ai dati storici. Un mercato del lavoro con meno disoccupazione è di buon auspicio per la crescita del reddito che, a sua volta, farà verosimilmente aumentare i consumi. Pertanto, gli utili e i margini potrebbero continuare a salire”, argomenta ancora la manager. Questo porta al secondo motivo di ottimismo: con utili e cashflow robusti, i manager delle aziende hanno più spazio nelle manovre di investimento e potrebbero anche privilegiare la strada della restituzione del capitale agli azionisti. Infine, i rendimenti dei dividendi continuano a salire. “I dividendi reinvestiti sono una componente particolarmente importante del rendimento azionario complessivo in Giappone”, sostiene Mito.