È di nuovo il momento di investire nelle azioni giapponesi
Il Sol Levante appare sottovalutato, mentre le aziende impegnate in settori destinati a crescere sono sempre più numerose
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Dopo anni di crescita debole, il recente rialzo dell’Iva e i sempreverdi timori legati alla guerra commerciale Usa-Cina, il Giappone non dovrebbe essere nella hit delle preferenze dei gestori. Eppure molti esperti ammoniscono che in realtà ci sono diverse ragioni per essere ottimisti, come per esempio il fatto che l’azionario nipponico ha valutazioni più attraenti rispetto a quello europeo.
Secondo Homin Lee, Macro strategist Asia di Lombard Odier, anche se il rialzo dell’Iva – passata dall’8 al 10% su tutti i beni e servizi dal 1° ottobre – dovrebbe deprimere i consumi nel breve termine, lo sfondo politico resta favorevole alla prosecuzione della Abenomics e alla messa in atto di azioni per minimizzare le ricadute economiche del rincaro dell’imposta. “Lo spostamento nel tempo degli acquisti (il balzo delle vendite al dettaglio di agosto è il risultato di una sostanziale anticipazione degli acquisti) e l’incremento dei prezzi finali eserciteranno un effetto negativo sui consumi, almeno temporaneamente”, ma “abbiamo notato che il governo di Abe sembra essere meglio preparato questa volta, con un numero maggiore di esenzioni pratiche, precisi schemi di incentivazione per i consumatori (ad esempio sconti per le operazioni in moneta elettronica) e un supporto fiscale mirato per le famiglie”, argomenta Lee.
Qualora siano necessarie ulteriori misure, ragiona l’esperto, il partito al governo possiede una maggioranza sufficiente in parlamento per votarle rapidamente, mentre la Bank of Japan sembra intenzionata ad attuare aggiustamenti della politica monetaria: probabilmente seguendo l’esempio della Bce e varando un taglio dei tassi di interesse, “abbinato a un sistema di ‘tiering’ delle riserve”. Rispetto alla Bce, però, “la Banca centrale giapponese potrebbe dover affrontare un’opposizione più forte da parte del settore bancario, pesantemente insoddisfatto degli effetti che avranno i tassi negativi sul suo business”, osserva Lee.
La buona notizia è il contesto politico, favorevole al varo di ulteriori riforme: dopo la recente vittoria nella camera alta, il primo ministro Abe ha effettuato un rimpasto di governo a favore degli alleati stretti e cooptato i giovani che sfidavano la sua leadership, e ha quindi spazio di manovra per proseguire serenamente il suo mandato.
Per Chantana Ward, fund manager e analista del fondo Comgest Growth Japan, il cambiamento in Giappone ha dei risvolti positivi sulle società. “Se molti investitori si preoccupano per la deglobalizzazione o un rallentamento dell’economia mondiale, il Giappone rimane un mercato con significative opportunità di investimento che non vengono adeguatamente comprese”, afferma Ward. Per esempio, la presenza delle donne sul lavoro è più elevata che negli Stati Uniti, e il Paese sta aprendo le sue porte all’immigrazione. “Società interinali, come Persol e Recruit, stanno beneficiando direttamente di questi cambiamenti”, mentre “le prassi lavorative mutano seguendo il bisogno di software o fornitori di soluzioni per l’ottimizzazione, come Obic e Hikari Tsushin”, afferma Ward. L’esperta è convinta inoltre che società come Keyence, Suzuki e Amada possono beneficiare della crescita dell’industria in Cina, Vietnam e India, per i quali il Giappone è fornitore di tecnologia, mentre il fatto che i consumatori dei Paesi emergenti aspirano ad acquistare marchi nipponici può favorire gruppi come Uniqlo, Pigeon, Nitori, eccetera.
Certo, non manca chi esprime qualche perplessità sulla tenuta a breve termine dei consumi. Tim Graf, Responsabile Macro Strategy EMEA di State Street Global Markets nota che la risposta dei prezzi al recente rialzo dell’imposta sui consumi è indicativa di una debolezza della domanda. Infatti, spiega, “nel 2014 i retailer si sono sentiti tranquilli nel trasferire ai clienti oltre la metà del rialzo dell’imposta entro una settimana dalla sua implementazione. Invece adesso solo il 30% del rialzo si è riflettuto nei prezzi online. L’implicazione logica è che I retailer stanno assorbendo il costo extra, offrendo sconti per mitigare l’effetto del rincaro dell’imposta”, osserva Graf.
Ma come afferma Jonathan Wright di Fidelity, il Giappone è fortemente impegnato nella lotta contro la stagnazione. E ci sono indicatori positivi. Per esempio, “il tasso di disoccupazione, seppure in leggero aumento, è vicino ai minimi storici, e i salari sono in crescita. Inoltre l’economia domestica sta ricevendo una spinta significativa dall’esplosione del turismo”, dichiara Wright.