Gli sforzi dell’industria farmaceutica per un vaccino al Covid-19
In Cina il primo vaccino per il Covid-19 è atteso per i test clinici entro fine aprile ma i tempi necessari per una produzione massiva richiedono dai 4 ai 6 mesi
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Da una parte la pandemia in corso, dall’altra l’evoluzione digitale che sta cambiando volto al mercato. Sono le due ragioni che spiegano il grande interesse degli investitori verso i titoli dell’healthcare, che peraltro hanno il vantaggio di offrire un profilo difensivo, particolarmente apprezzato nei periodi di turbolenza.
Interesse strutturale
Giacomo Calef, country manager Notz Stucki, segnala che l’interesse era diffuso anche prima della pandemia, dato che il settore “è collegato a un importante trend demografico di lungo periodo come l’invecchiamento della popolazione”. Poi il crollo delle Borse di marzo, scatenato dal panico da Covid, lo ha reso ancora più appealing. In quell’occasione, aggiunge l’esperto, “abbiamo incrementato l’esposizione sul segmento del medtech poiché riteniamo che la crescita del settore sanitario possa essere spinta proprio dalla digitalizzazione e dalle tecnologie mediche”.
In particolare, Calef guarda con ottimismo a uno dei principali player della telemedicina, Teladoc, “un’azienda che ha ottenuto enormi vantaggi dall’imposizione dei lockdown poiché molte più persone hanno cominciato a utilizzare la piattaforma dell’azienda per visitare virtualmente i proprio medici”. Una tendenza che, a suo avviso, è destinata a rafforzarsi negli anni a venire. Sintetizzando, l’orientamento della società è a detenere in portafoglio non solo le aziende farmaceutiche che hanno beneficiato dalla produzione dei vaccini, bensì un paniere ben diversificato tra tipologie di business, prodotti e servizi. Tra questi, “aziende che si occupano di strumenti per la diagnostica (anche a distanza), supporti per operazioni chirurgiche e software”.
Mario Amabile, investment specialist di Pictet Asset Management, segnala la difficoltà in questa fase storica di fare previsioni a breve: “Da un lato, la permanenza dell’attuale stato di emergenza potrebbe portare gli investitori a guardare con rinnovato interesse al settore sanitario, apprezzabile anche per le valutazioni
(scambia a uno sconto record rispetto allo S&P) e per le caratteristiche difensive che storicamente lo contraddistinguono”, spiega. “Dall’altro, un’eventuale ripresa economica potrebbe favorire, invece, i settori più ciclici”. Da qui la scelta di Pictet di muoversi guardando ai megatrend. “Questi fenomeni sociali, economici, tecnologici in grado di produrre i loro effetti nel lungo termine sono infatti capaci di trasformare in modo strutturale le nostre abitudini di vita”, spiega Amabile. In quest’ottica, “oggi
le persone tendono a fare più attenzione al proprio stile di
vita, cercando di adottare abitudini sane che consentano loro di mantenersi in salute più a lungo. Questo vuol dire anche investire di più sulla prevenzione, che può permettere di ridurre i costi dei
sistemi sanitari”. Segnala poi l’avanzata della digitalizzazione, che “sta impattando su questo settore. La situazione di emergenza ha portato infatti a fare passi in avanti nell’adozione delle soluzioni della telemedicina per le quali, altrimenti, avremmo dovuto ancora attendere diversi anni”.
Ziad Bakri, gestore della strategia health sciences equity di T. Rowe Price, sottolinea che la riposta relativamente rapida dell’industria biofarmaceutica e dei servizi sanitari alla pandemia è esemplificativa del livello di innovazione nel settore healthcare. Questo scenario, spiega, potrebbe generare un clima normativo più favorevole per l’approvazione di nuovi farmaci, mentre la pandemia in sé può spingere i governi e il settore ad adottare un approccio più proattivo verso gli investimenti nella diagnostica, nelle cure e nei vaccini contro le malattie infettive.
Inoltre, aggiunge, “la pandemia ha accelerato l’adozione della telemedicina e altri servizi di cure sanitarie a distanza. Il
monitoraggio da remoto dei pazienti con malattie croniche e le visite mediche virtuali, così come lo spostamento di pazienti a minore intensità di cura dagli ospedali alle case e cliniche esterne si sono dimostrati convenienti, efficaci ed economici”.
Per Bakri, il settore sanitario si trova all’inizio di un decennio di trasformazioni, in cui le scoperte scientifiche e tecnologiche degli ultimi 20 anni inizieranno realmente a offrire i propri frutti.
Tra le aree di principale interessa segnala in chiusura “quelle delle cosiddette biopsie liquide, delle terapie basate su mRna, e dei possibili sviluppi legati a intelligenza artificiale e machine learning”.