Il bitcoin ha decuplicato la sua valutazione di mercato nel 2017. Un fenomeno promettente, ma gli esperti consigliano prudenza
C’è chi le considera un nuovo Eldorado degli investimenti, chi ritiene sia una moda passeggera, chi teme che si tratti di una bolla: le criptovalute – come il Bitcoin, ma non solo – sono il tema caldo del momento. Si tratta di monete virtuali, decentralizzate perché non vengono emesse da una banca centrale ma sono create con una complessa procedura di calcolo (detta “mining”) e gestite tramite un network di computer in modalità peer-to-peer. L’apripista è stato appunto il bitcoin, lanciato nel 2009 da uno sviluppatore o una rete di sviluppatori sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ma oggi esistono centinaia di valute virtuali – come Litecoin, Ethereum, Namecoin, Peercoin, Ripple e altre – per una capitalizzazione complessiva superiore a 300 miliardi di dollari. Le quotazioni di queste monete virtuali hanno visto una crescita poderosa (il valore complessivo del bitcoin è salito da 15 a 156 miliardi di dollari da gennaio a novembre 2017), ma ovviamente si tratta di un tipo di investimento molto volatile e non privo di rischi.
Kaushalya Somasundaram, head of Fintech Partnerships & Strategy di Hsbc
“Sia bitcoin sia le altre criptovalute si basano sulla tecnologia blockchain, che è una rete aperta, e che ora si trova ad affrontare alcune sfide – osserva Kaushalya Somasundaram, head of Fintech Partnerships & Strategy di Hsbc – Una delle principali è l’alta volatilità che non permette agli investitori di comprendere fino in fondo i rischi a esse connessi: qual è il rapporto tra il valore di mercato e il valore reale delle criptovalute?”. Il problema è quello: uno dei modi per ottenere bitcoin, per esempio, è fare del mining, ricevendo così una parte di criptovaluta come commissione. In alternativa si possono ottenere bitcoin come compenso per la vendita di beni e servizi. Ma se si compra a valori di mercato, oggi molto alti, è complicato capire se si è fatto un buon affare: non esistono dei fondamentali, non c’è un’economia reale che supporta le criptovalute come avviene con le monete tradizionali. Un’altra chiave, sottolinea Somasundaram, è la regolamentazione: “Oggi diversi mercati e Paesi utilizzano approcci diversi, non ci sono standard e regole comuni, e questo non aiuterà la democratizzazione delle criptovalute”, argomenta. In questo scenario complesso, in cui l’attività di banca depositaria è fortemente legata alla sicurezza informatica e la scalabilità rappresenta una ulteriore difficoltà, secondo l’esperta “la prossima mossa potrebbe essere una spinta verso la digitalizzazione delle monete. Diverse banche centrali stanno infatti pensando di emettere la propria moneta digitale per migliorare l’efficienza nel proprio uso di denaro, sfruttando i sistemi tecnologici basati sulle criptovalute”.
In ogni caso, vale la pena di investire in bitcoin? Un report di Ubs solleva dei dubbi “sul fatto che queste possano effettivamente diventare delle valute largamente utilizzate. Le imprese e le persone fisiche devono pagare le ricevute fiscali tramite la valuta emessa dal governo e la fornitura potenzialmente limitata di criptomonete crea pesanti barriere all’adozione diffusa delle stesse. Riteniamo che il forte incremento che hanno subito le valutazioni delle criptovalute negli ultimi mesi sia una bolla speculativa”.
Mati Greenspan, senior analyst di eToro
Mati Greenspan, senior analyst di eToro, la vede diversamente, pur suggerendo prudenza. “Si tratta di un mercato estremamente volatile, e non si vedono questo genere di ritorni senza assumersi un rischio significativo – commenta Greenspan – Non si tratta quindi di una nuova asset class su cui puntare tutti i propri risparmi; ma se si destina solo una porzione ragionevole del proprio investimento, allora può essere un mercato eccellente in cui essere coinvolti”. E il pericolo di uno “sboom”? Per Greenspan non esiste il pericolo che si tratti di una bolla: “Una bolla si verifica solo quando tutte le parti interessate hanno esaurito le proprie risorse. Al momento c’è ancora un numero spropositato di persone interessate a comprare criptovalute che non sono ancora entrate in questo mercato”.
Negli ultimi mesi, c’è stata un’impennata della moneta virtuale. Ma attenzione: “Il mercato è così sottile che appena aumenta la domanda il prezzo schizza e non mi meraviglierei a vederlo crollare così come è balzato”, avvisa Fantacci (Bocconi)
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