Big Tech sotto la lente. Il principale rischio delle FANG sono sè stesse
16 luglio 2018
di La Redazione
2 min
Eoin Murrary, responsabile investimenti di Hermes Investment Management, commenta le evidenze più significative dell’analisi Sickly Tech
Eoin Murrary, responsabile investimenti di Hermes Investment Management
Eoin Murrary, responsabile investimenti di Hermes Investment Management, commenta le evidenze più significative dell’analisi Sickly Tech e le principali questioni che riguardano gli investimenti nelle azioni dei giganti tecnologici, con particolare riferimento alle FANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google), individuando i rischi per gli investitori e le azioni da compiere per contribuire a uno sviluppo positivo del settore.Nonostante la fenomenale performance delle loro azioni, le società Big Tech sono state messe sotto accusa da tutte le parti. Governi e autorità regolamentari sono stati costretti ad aumentare i controlli, gli investitori si stanno interrogando sulle future conseguenze economiche, mentre i consumatori mettono in discussione la patente sociale delle FANG.
“Facebook – spiega Eoin Murray – afferma che tecnicamente non si è trattato di una violazione dei dati, ma che la vicenda ha acceso i riflettori sui sofisticati algoritmi utilizzati per indirizzare gli annunci pubblicitari – e strumenti simili in uso presso altri fornitori di Big Tech. Non è ancora chiaro cosa abbia fatto esattamente Cambridge Analytica con tutti i dati, ma la reazione del pubblico è stata finora in gran parte di incredulità sul fatto che Facebook non fosse in grado di capire che i dati potevano essere usati in modo pericoloso”.
Ciò che è sempre più evidente è che gli investitori devono riflettere più a fondo sui titoli delle FANG e mettere in discussione i loro standard di responsabilità. Murray, a questo proposito evidenzia come “le FANG siano una parte importante del business statunitense e globale, e influenzano le sorti di un vasto ecosistema di aziende. Essi dominano la crescita dei consumatori, l’innovazione tecnica e le tendenze economiche. Inoltre, influenzano la nostra comunicazione, sono preminenti nella logistica e stanno cercando di espandersi in nuovi settori, tra cui l’assistenza sanitaria e le assicurazioni. Tuttavia, la domanda è: sono amministratori responsabili del potere che controllano?”.
Secondo il report, gli azionisti possono giocare un ruolo importante nella responsabilizzazione delle società in cui hanno investito, ma solo se la società ha veramente bisogno di loro e di ascoltarli. Secondo Murray “in molti casi, le grandi aziende tecnologiche non hanno bisogno di capitale aggiuntivo. Hanno un ampio flusso di cassa e una quantità di contante abbastanza ingente in grado di sostenere qualsiasi innovazione (o acquisizione aziendale) che si sceglie di fare. Molte di queste società hanno una struttura azionaria con più classi (multi-class) che rende più difficile per gli azionisti richiamare il management e i consigli di amministrazione dell’azienda, dato che il controllo del voto è concentrato sul fondatore”.
Murray si sofferma infine sul ruolo dei gestori. “Le strutture azionarie esistenti che sono imperniate su fondatori dominanti rendono queste azioni impegnative, ma azioni di engagement attente e ben strutturate su questi temi difficili dovrebbero essere in grado di fare la differenza. E’ facile considerare le Big Tech come una scommessa a senso unico con un impatto sociale positivo unidirezionale, ma le considerazioni sulla sostenibilità sono il suo tallone d’Achille e rappresentano un rischio solo recentemente riconosciuto dagli investitori. Diventando una componente sempre più importante degli indici statunitensi, gli investitori devono chiedersi se queste società stiano affrontando adeguatamente i temi legati alla governance e una miriade di altre questioni”.
Per molti gestori il settore tecnologico è il cavallo su cui continuare a puntare: le azioni sono ancora troppo convenienti in termini di prezzi e rispetto ai profitti attesi per essere trascurate, anche dopo i rally dello scorso anno.
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