Germania, verso il Merkel IV
Per i sondaggi più recenti il partito della Cancelliera tedesca avrà la maggioranza relativa.
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Doveva viaggiare a furor di popolo verso la quarta elezione. Invece, dopo dodici anni di potere pressoché incontestato, il voto di settembre sorride solo in parte alla cancelliera tedesca Angela Merkel, riconfermata sì per un quarto mandato, ma costretta ad affrontare un difficile negoziato per la formazione del governo dopo la forte affermazione del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (Alternative für Deutchland, Afd).
Il voto di domenica ridisegna la composizione del Bundestag e la mappa politica tedesca ne esce stravolta. La Cdu della Kanzlerin di Amburgo si attesta al 33% e perde l’8,5% dei voti rispetto al 2013 – risultato tanto più significativo se si considera che il quadro economico positivo avrebbe dovuto giocare a favore della cancelliera in carica.
I socialdemocratici scendono al minimo storico del 20,5% (-5,2%) e per la prima volta dal dopoguerra un partito di destra oltranzista come l’Afd fa il suo ingresso nel parlamento di Berlino, affermandosi come terza forza del paese con il 12,6% dei voti (+7,9%).
La giornata elettorale tedesca vede anche un altro vincitore: Christian Lindner, riuscito nell’impresa di riportare i liberali della Fdp in parlamento con un risultato a due cifre (10,7%. +5,9% rispetto al 2013). Sostanzialmente stabili i Verdi all’8,9% (+0.5%).
È questa la sintesi del voto in Germania, dove i cinque partiti tradizionali dovranno ora trovare una coalizione. Esclusa subito quella della Cdu con i socialdemocratici, dal momento che il leader Martin Schulz ha annunciato di andare all’opposizione per ricompattare il partito, la soluzione più probabile è costruire una difficile e inedita coalizione “Giamaica”, chiamata così per i tradizionali colori dei partiti che dovrebbero farne parte: l’Unione (nero), i Verdi e i liberali (giallo).
Non sarà facile, con le prime spaccature paventate dai Verdi contro il tetto al numero dei profughi chiesto dal segretario generale della Cdu Andreas Scheuer per rispondere a quello che in molti identificano come un voto di protesta alle politiche di integrazione promosse dall’ultimo governo Merkel in risposta alla crisi dei migranti in Europa. La candidata al Bundestag per i Verdi, Katrin Goering-Eckard, ha dichiarato il suo dissenso all’emittente televisiva Zdf spiegando che questo “significherebbe modificare la Costituzione”.
“Avremmo sperato in qualcosa di meglio, ma abbiamo il mandato e nessuno costruirà un governo contro di noi”, ha dichiarato Angela Merkel in conferenza stampa alla Konrad Adenauer Haus.
Mercati alla finestra
Secondo molti osservatori, l’esito del voto ha il potenziale per avere un forte impatto sui mercati europei. Eppure, almeno nel primo giorno di contrattazioni successivo alle elezioni, la mancanza di una vittoria schiacciante da parte di Angela Merkel e l’affermazione dell’Afd non ha colto di sorpresa gli operatori: a fine giornata i mercati europei viaggiano sulla parità, come Parigi (-0,01%) e Francoforte (+0,08%) o poco sotto, come Milano (-0,15%) e Londra (-0,17%).
Leggermente in rialzo la pressione sui bond italiani e spagnoli, con lo spread tra Btp e Bund che si è ampliato fino a sfiorare i 170 punti base per poi rallentare attorno a 166 punti base (rispetto ai 165 della chiusura di venerdì) con il rendimento al 2,09%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli e i Bund si è spinto oltre i 120 punti base con il rendimento in rialzo ai massimi da due mesi a 1,65%.
“A breve”, commenta Maria Paola Toschi, market strategist di JP Morgan Asset Management, “l’impatto del voto tedesco sui mercati potrebbe essere limitato, ma le consultazioni per formare una coalizione saranno difficili e potrebbero durare a lungo, almeno per tutta la restante parte dell’anno, determinando un periodo di incertezza nella principale economia europea, ma senza situazioni di estremo disagio per i mercati”.
Per il chief economist di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau, “è sicuramente bene per la Germania, l’Ue e il mondo che un leader esperto come Merkel resti al timone” per promuovere le riforme necessarie dell’Ue e affrontare le possibili sfide della politica italiana e della Brexit, “incognite geopolitiche che richiedono un maggiore impegno da parte della Germania”, con Merkel perfettamente adatta a assumere questo ruolo.
“Possiamo affermare”, fanno eco gli analisti di Swissquote, “che la posizione della Germania, insieme alle riforme strutturali perseguite dal presidente francese Macron, offre un contesto positivo agli investitori europei”.
È dello stesso parere Nick Peters, gestore di fondi multi asset per Fidelity International, che nel commentare il potenziale impatto del risultato elettorale in Germania sulle scelte di asset allocation spiega: “Rimango positivo sull’azionario europeo, che dovrebbe trarre vantaggio dalla spinta positiva dei fondamentali economici”.
Escludendo le fluttuazioni della moneta, prosegue il gestore, “il mercato azionario europeo è in ritardo rispetto ad altri mercati sviluppati e offre quindi maggiore potenziale di recupero, in particolare dal momento che le valutazioni non sembrano elevate rispetto alla storia recente, alla luce anche del forte ritmo di crescita degli utili per azione – il più veloce tra i mercati sviluppati”.
Secondo il gestore, il contesto economico supporta anche l’investimento nell’azionario europeo delle piccole imprese, “che dovrebbe trarre vantaggio dalla crescente espansione della domanda interna e da qualsiasi accordo per ridurre le imposte sulle società”.
I precedenti governi a trazione Merkel hanno promosso la crescita tedesca principalmente attraverso lo sviluppo della competitività sui mercati esteri dell’export e, nonostante sia necessario riequilibrare l’economia domestica e sbloccare la stagnazione salariale – che alcuni analisti indicano come una delle principali preoccupazioni, assieme alla migrazione di massa, dei molti tedeschi che alle urne hanno manifestato la frustrazione di essere ‘rimasti indietro’ e non aver beneficiato del boom dell’economia teutonica – è improbabile che il quarto governo Merkel possa cambiare tattica significativamente.
“Questo dovrebbe essere positivo per i settori orientati all’esportazione, come gli industriali e l’healthcare, nonostante il settore automobilistico affronti alcune importanti sfide interne all’industria, che saranno importanti per le prestazioni relative” del Dax, analizza Peters, che spiega anche di avere una posizione corta sui Bund decennali.
“Sembrano sopravvalutati rispetto ad altri mercati obbligazionari, in particolare con la Bce che nei prossimi mesi potrebbe iniziare a intraprendere un percorso di restringimento della politica monetaria, seppur gradualmente”.
Vittoria di Pirro
Anche se il voto non ha provocato scosse sui mercati, c’è il timore che le trattative per la formazione del nuovo governo possano protrarsi troppo a lungo. Wolfgang Bauer, gestore del team retail fixed interest di M&G Investments, è meno ottimista dei suoi colleghi e parla di ‘vittoria di Pirro’ per la Kanzlerin Merkel.
“Due fattori potrebbero aver avuto un ruolo chiave: la ‘stanchezza da Merkel’ – ovvero il fatto che dopo 12 anni molti elettori probabilmente pensavano che fosse giunto il momento di cambiare direzione – e la sua gestione della crisi dei migranti, che ha allontanato gli elettori portandoli verso gli schieramenti più conservatori”.
Sia che tutto si concluda con una grande coalizione o una coalizione ‘giamaicana’, i negoziati saranno difficili e lunghi. “Questo indebolisce la posizione di Merkel in Germania e all’estero”, argomenta Bauer. “La cancelliera potrebbe essere messa in discussione dal presidente francese Emmanuel Macron per il ruolo di leadership non ufficiale all’interno dell’Ue”.
Inoltre, conclude il gestore di M&G, le indiscrezioni circa il piano della Merkel di proporre Jens Weidmann, l’attuale presidente della Bundesbank, come nuovo presidente della Bce dopo la fine del mandato di Mario Draghi nel 2019 “sembrano oggi meno realistiche. Ciò aumenta le probabilità che la Bce continui ad adottare una politica espansiva”.