SCELTI DA NOI: LE NOTIZIE DEL 17 GENNAIO 2025
Rassegna stampa economico-finanziaria dai principali quotidiani
I titoli di Harris e quelli di Trump
Mancano sei settimane al voto americano. Superato l’atteso giro di boa sui tassi USA, scesi la scorsa settimana per la prima volta dal 2020 e con un taglio di 50 punti base, ora i radar degli investitori possono sintonizzarsi con più attenzione sul tema elettorale. È vero che “l’economia conta più del presidente — chiosa Marco Vailati, responsabile ricerca e investimenti di Cassa Lombarda — Ma in fin dei conti l’inquilino della Casa Bianca influenza l’economia. Occorre tenerne conto”. Cercando di distinguere, per quanto possibile, la pura propaganda dalle azioni concrete destinate a prendere forma durante il prossimo mandato. Con possibili conseguenze anche sui portafogli degli investitori globali. A seconda dei diversi scenari, l’esito del duello tra Kamala Harris e Donald Trump potrebbe avere un impatto non trascurabile sui prezzi di Borsa, in particolare in alcuni settori, sui rendimenti dei titoli di Stato e sul biglietto verde.
Pieremilio Gadda, L’Economia del Corriere della Sera
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II dollaro “breve” è al 4% Le occasioni dopo la Fed
Titoli in dollari per diversificare dopo il primo taglio del costo del denaro negli Stati Uniti. Con rendimenti a breve, rilevati il giorno dopo la mossa della Federal Reserve, che vanno dal 396 al 4,25% (maggio 2025). Ma andiamo con ordine. Le banche centrali indicano nel 2% l’obiettivo percentuale annuo del tasso d’inflazione. Ma per arrivare alla meta mancano ancora un po’ di mesi, perché la propensione ai consumi diminuisce lentamente. E, di conseguenza, l’inflazione frena la sua corsa con molta gradualità. Fenomeno che, a sua volta, rallenta la politica monetaria di BCE e FED. Ambedue impegnate a ridare fiato ad aziende e famiglie, a loro volta, frenate ad indebitarsi dall’elevato costo del denaro preso a prestito.
Angelo Drusiani, L’Economia del Corriere della Sera
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Il nuovo risiko porta le banche in superlega
L’ affondo di Unicredit in Germania, comunque vada, preconizza il nuovo consolidamento bancario in cui pochi campioni nazionali proveranno a farsi campioni europei. Una Superlega riservata a pochi, scolpita nel binomio capitalizzazione-presenza estera e che finora si limita a Bnp Paribas, Santander, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bbva, Ing, Crédit Agricole. È da loro che si attende il salto, contemperando le pasciute bocche degli azionisti alle esigenze delle imprese europee, indebolite anche dal diverso sostegno finanziario delle rivali di Usa e Cina. Ne ha scritto anche Mario Draghi nel suo rapporto a Bruxelles, che imputa al nanismo bancario alcuni guai dell’Europa ed esorta a “un passo verso il completamento dell’Unione bancaria, creando una giurisdizione specifica per banche europee con rilevanti attività transnazionali”.
Andrea Greco, Affari & Finanza di Repubblica
Disclaimer: “Scelti da noi” è un servizio offerto ai lettori di focusrisparmio.com. La rubrica offre una rapida panoramica sulle notizie dell’industria del risparmio gestito, attraverso una selezione effettuata dalla redazione. Il servizio è disponibile nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì.
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