Azionario, puntare sui campioni della transizione energetica
Da SolarEdge a Siemens Gamesa passando per Neste Oil e Landis+Gyr: NN IP individua le aziende, delle rinnovabili e non solo, con buone prospettive di crescita e rendimenti interessanti
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Edison rilancia la sfida a Erg nel settore eolico italiano che si prepara a vivere una nuova stagione grazie anche al Recovery plan. Dopo l’operazione di giugno 2020 quando ha acquisito Edf Energie Nouvelles Italia (consolidando 975 mw di capacità), la società guidata da Nicola Monti ha ridotto ulteriormente la distanza dalla primatista raggiungendo 986 MW di potenza installata (Erg è poco sopra a quota 1.134 MW). Al terzo posto Enel (782 MW), seguita da Fri-El ed Eon (secondo i dati Arera al 31 dicembre).
Un posizionamento che rafforza la competizione nel settore dove Edison ha appena firmato un accordo con F2i Fondi Italiani per le Infrastrutture, per rilevare il 70% di E2i Energie Speciali, società leader nel settore eolico.
“Un mercato che, sul fronte green, è il settore a maggiore crescita nella produzione rinnovabile (+35% negli ultimi 5 anni rispetto alla sostanziale stabilità di idroelettrico, solare e geotermico), seppur rappresenti un segmento relativamente piccolo se comparato ad altri Paesi europei, sia in termini assoluti – dove, con circa 11 GW di capacità installata, siamo quinti dopo Germania, Inghilterra, Francia e Spagna – sia in termini di quota di produzione, dove con il 7% di produzione eolica sul totale, siamo diciottesimi in Europa, a grande distanza dai primi della classe: Danimarca con il 48%, Irlanda 33%, Portogallo e Germania sopra il 25%”, commenta Angelo Era, responsabile Energy di Deloitte Italia.
Era spiega che “la ragione di questo gap è prevalentemente legata alla morfologia territoriale ed alle condizioni climatiche non particolarmente favorevoli, in particolare per gli impianti offshore. Al pari di altri mercati europei, il mercato italiano è molto frammentato, nel 2019 solo cinque player hanno una quota di mercato superiore al 1%, generando complessivamente il 32,5% dell’energia eolica, il 67,5 del mercato è detenuto da operatori con capacità installata inferiore al 100 MW. Diversa è anche la scala su cui operano i nostri maggiori player: Iberdrola, ad esempio possiede in Spagna impianti per 5,8 GW contro gli 1,1 GW di Erg”.
Una situazione che potrebbe migliorare con la transizione energetica, al centro dei piani delle principali utility italiane, e in accelerazione grazie alle risorse che arriveranno dal Recovery plan.
Così, guardando al futuro, “è prevedibile uno spostamento degli investimenti verso nuovi impianti con aerogeneratori di maggiori dimensioni, più efficienti dal punti di vista economico. Infatti, se nel recente passato le istallazioni di potenza ridotta – inferiore ai 60 KW – sono cresciute grazie ad incentivi favorevoli ed alla semplicità dell’iter autorizzativo, la recente riduzione delle tariffe incentivanti ne ha minato la sostenibilità economica, determinato un forte rallentamento degli investimenti sulla piccola taglia” spiega Deloitte. Confermano questo trend gli ultimi annunci di alcuni importanti player italiani. Enel Green Power, ad esempio, costruirà in Molise sette aerogeneratori da 4,2 MW per un totale di 29,4 MW e Saras un impianto da 60MW costituito da 10 turbine da 6MW.
“L’incremento della dimensione degli impianti e la riduzione degli incentivi, dovrebbe favorire la crescita dei maggiori operatori – spiega Equita sim – anche se riteniamo che le risorse straordinarie (europee o italiane) non avranno benefici economici diretti per le società regolate (inglobati probabilmente nei ritorni regolati) ma saranno comunque un elemento positivo per lo sviluppo della filiera nel complesso”. In particolare, il settore rinnovabili godrà poi di risorse per 8,7 miliardi di euro di cui 4 miliardi per le fonti di energia rinnovabile, di cui 360 milioni per il sostegno alla filiera, 2,9 miliardi per le infrastrutture di rete e le smart grids e 1,4 miliardi per i progetti in linea con il Pniec (il Piano energia e clima). Si tratta di una indicazioni positive che, secondo Equita, favoriranno Falck, Erg, Alerion, Enel, Terna, Snam.
In quest’ottica, assisteremo al “finanziamento di nuovi asset e all’acquisizione di progetti. Pertanto, è difficile prevedere un significativo aumento delle operazioni di M&A. Anche se, data la crescente dimensione dei nuovi impianti, è probabile che i player di maggiori dimensioni cresceranno più velocemente, portando il mercato ad un lento consolidamento” conclude Deloitte.