Dopo un biennio di “furia” anti-inflazione, i mercati vedono Fed e Bce vicine al tetto del rialzo dei tassi. Con implicazioni positive per tutte le asset class. Riuscirà il risparmiatore italiano ad andare oltre il Btp?
Oltre i Btp
Il 2023 era stato annunciato come l’anno dell’obbligazionario e per molti
versi così è stato. Per i risparmiatori italiani la declinazione di questa
affermazione pende con grandissima forza verso Btp e affini. Il ritorno
di rendimenti anche sopra al 4% sui Titoli di Stato si è trasformato
in una grande ripresa dell’amministrato che ha avuto ripercussioni sui
flussi del gestito. I dati Assogestioni al terzo trimestre mostrano una
raccolta ancora in flessione con deflussi pari a -34 miliardi di euro da
inizio 2023, a fronte di un patrimonio in risalita a 2.233 miliardi rispetto
ai 2.211 miliardi dello scorso anno.
In attesa di conoscere come si concluderà il 2023, ci sono alcune riflessioni
preliminari che possono risultare importanti per prepararsi al
meglio in vista delle sfide del nuovo anno.
Il ritorno dell’obbligazionario è stato complessivamente ben affrontato
dalle case di gestione che, mettendo mano alla gamma prodotto, sono
riuscite a raccogliere oltre 16 miliardi di euro sull’asset class da gennaio
a settembre. Una cifra, però, inferiore a quella raccolta dal Tesoro con
la sola emissione del primo Btp Valore nello scorso giugno arrivata oltre
i 18 miliardi.
Se le reti di consulenza finanziaria resistono grazie alla crescita
dell’amministrato, passato secondo i dati Assoreti dai 238 miliardi di
fine 2022 ai 274,6 miliardi rilevati al termine dello scorso settembre,
la catena del valore del risparmio si trova di fronte alla sfida di rispettare
le attuali preferenze dei clienti retail, ponendo allo stesso tempo
le basi per evitare rischi e promuovere una maggiore cultura del lungo
periodo, insieme ad una sana pianificazione patrimoniale improntata
alla diversificazione.
Inflazione, curve dei rendimenti invertite, rischio di sovraesposizione a
una singola emissione e volatilità dei prezzi per tensioni politiche e geopolitiche
sono solo alcuni dei fattori per cui la grande smobilitazione
della liquidità, portata dal ritorno dei rendimenti obbligazionari, è per
l’industria un’occasione di dialogo con i clienti in vista di un rapporto
più equilibrato rispetto ai bisogni economico-finanziari.
Un’operazione da compiere a fronte di un’economia globale che nel 2023
si è dimostrata resiliente oltre le attese, considerando il percorso di rialzo
dei tassi delle principali banche centrali. Se le previsioni dei mercati
saranno confermate, il tetto del costo del denaro, come affermato
dagli esperti di settore, dovrebbe essere stato pressoché raggiunto da
Fed e Bce che, grazie alla traiettoria discendente dell’inflazione, si sono
ricavate uno spazio di manovra per sostenere l’economia in caso di necessità.
Le prospettive per il 2024 sembrano quindi in miglioramento.
In questo numero di FocusRisparmio abbiamo voluto dare particolare
spazio alle strategie strategie rivolte agli investitori istituzionali e al
tema della sostenibilità. Due lenti adatte a guardare al lungo periodo.
Oltre il “solo” Btp.
Jean-Luc Gatti