Investitori istituzionali in fuga dal dollaro
Trump ha annientato la propensione al rischio a favore di bond e liquidità. E la parola d’ordine è cautela. Il biglietto verde? Non è più un rifugio. Gli Institutional Investor Indicators di State Street
Trump ha annientato la propensione al rischio a favore di bond e liquidità. E la parola d’ordine è cautela. Il biglietto verde? Non è più un rifugio. Gli Institutional Investor Indicators di State Street
Gli operatori vedono l’euro a quota 1,2 sul biglietto verde. Colpa del caos scatenato da Trump e de timori di una recessione USA. E gli investitori si rifugiano franco svizzero, euro e yen
Per il gestore è iniziata l’inevitabile ristrutturazione del sistema economico e finanziario internazionale. Che non sarà indolore. Ecco cosa accadrà
Nella lettera agli azionisti, il manager boccia il protezionismo: “la soluzione non è abbandonare i mercati ma espanderli”. E mette in guardia gli USA sul dollaro. Ottimismo sull’Europa e sui mercati privati
La survey di BofA mostra la seconda maggiore allocazione alle azioni UE da 25 anni. A gennaio i gestori sono rimasti orientati al rischio, con un sentiment rialzista verso dollaro ed equity USA. Cautela sui bond
La solidità del mercato del lavoro USA rafforza l’approccio cauto della banca centrale. A dicembre creati 256.000 nuovi posti di lavoro, ben oltre le attese. Disoccupazione giù al 4,1%
Per gli operatori finanziari i dazi di Trump peseranno sulla crescita globale. Inflazione USA in risalita, Eurozona sotto il 2% con i tassi BCE all’1,75%. Cautela sugli spread dei governativi UE
Il fallito attentato di sabato gioca a favore dell’ex presidente. Per i gestori, la campagna elettorale si fa più complessa: ecco come navigare il potenziale aumento della volatilità e ridurre l’esposizione all’incertezza politica
“Asset Radar” è il nuovo format giù disponibile su FR|Vision. Una serie di interviste a due, con gestori e fund selector, per fare il punto di metà anno e guardare alle evoluzioni nei prossimi sei mesi
Maria Paola Toschi, global market strategist di J.P. Morgan AM, assicura che “il rischio non c’è, perché ci troviamo di fronte a una situazione molto diversa rispetto alla crisi del debito”. Resta aperto il dubbio sulla continuità dei progetti di armonizzazione e integrazione come la CMU e il Recovery Fund