Il carovita di dicembre sale meno del previsto in Spagna e registra una crescita marginale in Francia. Allianz GI: “Dati positivi ma serve prudenza”. Intanto la presidente della Bce chiude a nuovi aumenti del costo del denaro
Dopo la doccia fredda dell’inflazione Usa, i mercati finanziari provano a recuperare un po’ di ottimismo con i numeri provenienti dal Vecchio Continente. Il costo della vita ha infatti evidenziato ulteriori segni di rallentamento in Spagna, dove il dato di dicembre si è attestato a +3,1% contro il +3,3% previsto dagli analisti, mentre si è mantenuto sostanzialmente stabile in Francia, con un +3,7% su base annua dell’indice rispetto al +3,5% del consensus. Due rilevazioni che, secondo Allianz Global Investors, non giustificano l’addio a un atteggiamento prudente ma vanno accolte comunque con positività. A maggior ragione considerando le ultime parole di Christine Lagarde, presidente della Bce, che ha ribadito come i tassi di interesse abbiano ormai raggiunto il loro picco.
La lettura finale di dicembre sull’inflazione di Parigi ha confermato la stima preliminare, con una crescita mensile dello 0,1% sia per l’indice generale sia per i prezzi core. In leggero rallentamento la media annua dei prezzi al consumo, al +4,9% contro il +5,2% del 2022, mentre viene certificato l’aumento del 3,7% per il carovita nazionale su base annua e del 4,1% per il dato armonizzato. Quest’ultimo, in particolare, ha segnato un’accelerazione sul 3,9% rilevato a novembre ma di entità tutto sommato non così rilevante.
Quanto alla Spagna, i prezzi al consumo si sono attestati in aumento del 3,1% nei 12 mesi fino a dicembre: un dato ridimensionato rispetto all’aumento del 3,2% visto su base annuale a novembre. Il valore finale del 3,1% ha confermato sia la stima flash pubblicata dall’Istituto Nazionale di Statistica (Ine) due settimane fa sia quella del consensus. La componente core, che esclude la volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, è risultata pari al 3,8% contro il + 4,5% di 30 giorni prima. L’Ine ha inoltre confermato la lettura flash dell’inflazione armonizzata con l’Unione europea su base annuale, al 3,3% e in linea con le previsioni.
Allianz GI: “Numeri positivi ma serve ancora prudenza”
Gli analisti di Allianz Global Investors sottolineano come i numeri dell’Eurozona da inizio anno sia confortanti, per quanto non ancora decisivi. “Confrontando i dati Bce sull’inflazione dei prezzi al consumo negli ultimi tre mesi con quelli del trimestre precedente su base annualizzata, si nota come la componente core si attesti all’1,4%-1,7% e quella dei servizi al 2,3%”, osservano gli esperti della casa di gestione. Che aggiungono: “Il paragone con le cifre di primavera, quando il carovita annualizzato era del 5%-8%, è estremamente positivo”. Eppure, precisano, per gli investitori non è ancora il momento di abbandonare la cautela. “Vi sono due motivi per essere prudenti”, fanno infatti sapere dalla società: “Sul calo potrebbero aver inciso i mutati pesi in seno al core price index e il riassestamento dei prezzi a inizio 2024 potrebbe indicare che gli incrementi salariali hanno impatti sì duraturi ma sempre più episodici”. In ogni caso, conclude l’azienda, “entro i primi di marzo potremo valutare con buona approssimazione il trend sottostante dell’inflazione core e quindi avere un’idea più chiara della possibile risposta e della velocità di reazione della Bce”.
Ad allentare la tensione sui mercati ci ha pensato anche l’intervento della vigilia di Lagarde, che in un’intervista all’emittente France 2 TV ha spiegato come il momento “peggiore e più difficile” del fenomeno inflattivo sia “ormai passato”. La numero uno dell’Eurotower non ha indicato espressamente quando il costo del denaro potrebbe iniziare a scendere ma ha chiarito che “non continueranno a salire, salvo ulteriori shock o dati inattesi”. Fondamentale, per la numero uno di Francoforte, resta raggiungere la certezza di poter “riportare il dato all’obiettivo del 2%”.
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