Tassa patrimoniale “ipotesi remota”
Mazziero allontana l’ipotesi di una tassa sul patrimonio degli italiani ma ammonisce dall’investimento in titoli del Tesoro: “Basta Bot-people, bisogna investire con la mentalità da imprenditore”
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Allontanato per il momento lo spettro di una tassa patrimoniale, gli italiani ora si chiedono quanto possa essere concreta la possibilità che lo Stato imponga un aumento delle tasse sulla successione del patrimonio di famiglia.
Un provvedimento che non è stato discusso dall’attuale Governo ma che molti osservatori ritengono prospetticamente possibile alla luce delle ingenti spese di cui lo Stato si sta facendo carico per contenere la crisi economica derivante dall’emergenza Covid.
“L’Italia oggi è assimilabile a un ‘paradiso fiscale’ su questa materia”, spiega a FocusRisparmio Giovanni Cuniberti, responsabile della consulenza finanziaria fee only di Gamma Capital Markets e docente a contratto della Scuola di Economia e Management di Torino. “Ecco perché sia un’eventuale riduzione della franchigia dall’attuale milione a 500mila euro per gli eredi diretti – come paventato da molti osservatori – sia un aumento delle aliquote, rappresenterebbero un discreto colpo per molti patrimoni di famiglia in Italia”, sostiene l’esperto.
Come difendere, allora, il proprio patrimonio familiare in caso di un eventuale inasprimento delle aliquote relative alle tasse sulla successione?
La difesa del patrimonio di famiglia è l’obiettivo principale di tutti. “I risparmi accumulati dai propri famigliari, tanti o pochi che siano, sono un bene caro a tantissimi italiani e in un contesto turbolento dal punto di vista politico, economico e sociale come quello odierno richiedono particolari misure di attenzione per la loro salvaguardia”, spiega Cuniberti.
In questo quadro, il primo passo da compiere per la difesa del patrimonio familiare passa da un’attenta analisi dell’asse ereditario del cliente, “un lavoro che deve svolgere un consulente finanziario professionista, da gestire però – precisa l’esperto – con una finalità non speculativa ma di protezione”.
Da qui, parte il percorso congiunto in cui il consulente finanziario, o patrimoniale, accompagna il cliente nel suo personale percorso di pianificazione finanziaria, vale a dire “comprende, studia e analizza gli obiettivi del cliente ma anche quanto può permettersi di vedere oscillare il proprio portafoglio”.
Seguono poi le due fasi di diversificazione, strategica prima e tattica successivamente, in cui consulente e cliente suddividono i portafogli in diverse strategie, ciascuna distinta in base ai diversi bisogni e obiettivi da soddisfare, e vengono assegnati a ciascuna di esse differenti pesi. “In questa fase il consulenza mixa diversi approcci, da quello classico fondamentale a quelli basati su tecniche matematiche e/o quantitative in modo che la diversificazione sia massima, vale a dire che le strategie non si muovano tutte insieme nella medesima direzione, soprattutto nei momenti di turbolenza”, osserva Cuniberti.
L’ultimo step prevede la selezione degli strumenti e prodotti finanziari più adatti alla tutela del passaggio generazionale della ricchezza famigliare. “Qui si può spaziare dalle polizze unit linked a gestione attiva, finanche al tradizionale strumento della donazione, senza dimenticare i classici strumenti come fondi, Etf, azioni, bond e certificati, inseriti però nei corretti percorsi di pianificazione”, chiosa l’esperto, che ammonisce quel tipo di risparmiatore che, nel dubbio e nell’incertezza, preferisce non intervenire: “In questa fase rimanersene con le mani in mano è deleterio per il proprio patrimonio”.
E i titoli di Stato?
Recentemente il Tesoro ha avviato una generosa operazione di raccolta di risparmio privato presso il pubblico di risparmiatori retail italiani. Una raccolta spesso onerosa per le casse dello Stato e che per molti osservatori rischia di mascherare una sorta di tassa patrimoniale occulta per la totalità dei contribuenti che si farà carico delle ricche cedole promesse ai sottoscrittori.
Così Cuniberti: “I Btp sono senz’altro una componente importante di un portafoglio ben diversificato, non fosse altro per il semplice fatto che sono esenti dall’applicazione delle aliquote sulla successione. Il loro utilizzo, però, deve avvenire con zelo e con percentuali inferiori rispetto a quelle cui gli italiani sono storicamente abituati. Oggi i Btp sono strumenti che pagano un minimo di incertezza perché, al netto del crollo del Pil che registreremo quest’anno, nel 2021 andremo fuori da tutti i parametri dell’Unione europea. Che cosa farà l’Ue a quel punto, una volta rientrata la contingente situazione di emergenza?”.