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La banca ha intervistato 338 strutture che gestiscono le grandi ricchezze familiari, comprese quelle europee. Per tutte è tempo di investire la liquidità e modificare il modello di business. Ecco come
Niente più liquidità. È questo il mantra che da inizio anno accompagna i family office globali, finalmente tornati a caccia di rendimenti dopo due anni di turbolenze sui mercati finanziari. Lo sottolinea il sondaggio annuale di Citi, che testimonia come gran parte delle 338 le strutture sentite sia positiva sull’evoluzione dell’economia e sempre più propense a virare verso asset class più redditizie. Una cambio di strategia che promette di affiancarsi a metodi sofisticati e partnership per efficientare il modello di business. Anche in Italia.
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Niente più liquidità per cavalcare la ripresa
Dall’indagine di Citi emerge innanzitutto che i player globali, complice un quadro economico in miglioramento sul fronte sia della crescita sia dell’inflazione, vanno alla ricerca di rendimenti più interessanti. E, per trovarli, muovono il patrimonio dalla liquidità a settori come il reddito fisso e l’azionario o anche il private equity. Viene infatti confermato il sentiment positivo sulle performance del portafoglio a 12 mesi, con la quota di coloro che si dichiara positivo sui ritorni in crescita dal 95% al 97%. Secondo Hannes Hofmann, responsabile del Global Family Office Group di Citi, “gli investitori sono molto ottimisti e a provarlo ci sono gli investimenti diretti delle famiglie facoltose nelle aziende durante i primi round di finanziamento”. Tra le preoccupazioni principali resta in vetta la dinamica dei tassi di interesse, che interessa il 72% del campione e supera il carovita per la prima volta dal 2021, mentre a seguire ci sono le tensioni geopolitiche e le eccessive valutazioni (entrambi al 45%).
L’evoluzione dei portafogli

I cambi di asset allocation dei family office nell’ultimo anno. Fonte: Global Family Office 2024 Survey Insights.
Dai bond alle azioni, dove guardano le famiglie facoltose
Quanto alle strategie, oltre la metà dei family office sta acquistando o valutando di acquistare titoli pubblici e privati legati all’intelligenza artificiale nella consapevolezza che proprio questo tema ha contribuito ai buoni risultati dell’ultimo anno: più di tre quarti del campione sostiene infatti di aver guadagnato l’anno scorso, rispetto al 12% di quelli che hanno perso denaro e al 10% di quelli in pari. I rendimenti più elevati hanno inoltre aumentato l’attrattiva degli investimenti a reddito fisso, spingendo il 49% degli intervistati a incrementare le proprie allocazioni (il 68% in Asia). Si attesta invece al 43% la quota di coloro che hanno accresciuto le allocazioni all’equity, mentre il private equity è stato aggiunto dal 42% del campione. Solo il 31% ha aumentato la propria quota di liquidità, rispetto al 47% del 2023.
Il sentiment per i prossimi mesi

Preferenze di asset allocation dei family office per il prossimi 12 mesi. Fonte: Global Family Office 2024 Survey Insights.
Nuovi metodi e partnership: così cambia il business
Cresce nel frattempo il grado di sofisticazione dei metodi di investimento, con il 60% dei family office che ha creato un team guidato da un chief investment office e specifici comitati. Non solo. Man mano che le società del settore si professionalizzano, aumenta anche il tasso di collaborazione con partner esterni: la gestione delle allocazioni (54%) e il reporting (62%) sono infatti gli unici due servizi forniti internamente dalla maggior parte delle strutture, mentre tutti gli altri vengono svolti esternamente o congiuntamente. Quanto all’AI, questa tecnologia resta però confinata alla sfera del tema di mercato su cui puntare: la sua presenza all’interno delle operazioni risulta infatti in ritardo, con solo un operatore su dieci che ne fa menzione.
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Dove investono i family office in Italia
Sui trend che contraddistinguono il mercato italiano fa chiarezza Francesco Lombardo di San Chirico, head of Citi Private Bank Italy. “Il nostro sondaggio evidenzia come i family office abbiano modificato i propri portafogli quest’anno”, spiega a MF, aggiungendo che l’asset allocation dei clienti tricolore “si è spostata verso il reddito fisso mentre l’allocazione in liquidità è generalmente diminuita”. Nonostante il mercato difficile, molti dei player nostrani con cui la società USA lavora sono infatti positivi riguardo i prossimi 12 mesi e stimano rendimenti compresi tra il 5% e il 15%. Quanto alle strategie, prosegue il manager, “si è registrato un aumento del ricorso ad approcci d’investimento sistematici per i clienti che desiderano creare alfa non correlato”. Non solo: frequenti sono oggi anche le pratiche di “incorporare strategie di copertura olistiche” o “spostare parte dell’allocazione in hedge fund in queste strategie per ottenere rendimenti migliori a costi inferiori”. Da ultimo, è la conclusione di Lombardo di San Chirico, prosegue la crescita degli investimenti privati diretti in soluzioni illiquide.
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