Secondo il rapporto Censis-Assogestioni, un cittadino su due prova ansia quando deve prendere scelte finanziarie. Giovani e anziani i più colpiti. Pesano il quadro macro e la difficoltà a cambiare abitudini. Ecco perché più competenze possono essere uno strumento di empowerment
Pandemia, guerra, prezzi. Sono sempre di più gli shock che generano senso di ansia nelle famiglie italiane. Anche, o forse soprattutto, nel momento in cui devono affrontare scelte di allocazione del proprio patrimonio. È questo il dato che emerge dal quarto Rapporto Assogestioni-Censis sulle competenze finanziarie delle diverse generazioni, nel quale si evidenzia come il 49,3% dei cittadini avverta preoccupazione quando si occupa di risparmio e investimenti. Uno stato d’animo cui soprattutto i giovani non riescono a sottrarsi, vista anche l’ampia varietà di scelte finanziarie che l’attuale contesto impone, e sul quale diviene quindi fondamentale agire con l’unica arma disponibile: l’educazione finanziaria.
Giovani e anziani i più colpiti. E sono i tassi a turbarli
Secondo lo studio, che è stato presentato da FocusRisparmio sulla piattaforma di broadcasting proprietaria FR|Vision, i più colpiti da questa condizione sono gli anziani e le nuove generazioni: se a soffrirne è infatti il 45,6% degli adulti, il fenomeno mostra un’incidenza del 50,7% nella fascia 18-34 anni e del 54,4% tra gli over 65.
Che ansia risparmiare
Risparmiatori che hanno ansia e preoccupazione nell’occuparsi di risparmi. Dati in % e per età. Fonte: indagine Assogestioni-Censis 2023
A turbare la quiete dei risparmiatori sembra essere perlopiù il complesso scenario geoeconomico, che impone di modificare le decisioni e mette in discussione le abitudini del passato: a partire dalla tradizionale predilezione per la liquidità. In questo quadro un valore particolare è assunto dalla risalita dei tassi di interesse, cui il Censis imputa una riduzione del potere d’acquisto pari all’1,7% nel 2023. Ben il 44,1% dei giovani, il 36,3% degli adulti e il 31,6% degli anziani afferma infatti di essersi sentito personalmente penalizzato da questa variabile.
Lo studio ha indagato anche la conoscenza che i risparmiatori hanno degli effetti concreti del carovita sui redditi, constatando come questa vada a calare al crescere dell’età. A una domanda sulla variazione del potere d’acquisto in presenza di prezzi raddoppiati, ha risposto in modo inesatto solo il 27,0% dei giovani mentre gli adulti e gli anziani che hanno sbagliato sono stati rispettivamente il 23% e il 53,2%.
La risposta errata, in particolare, è stata data dal 13% dei 18-34enni, dal 10,2% dei 35-64enni e dal 12,2% degli over 65. Ma il dato sintomatico arriva sommando a questi numeri quelli di coloro che non hanno neppure saputo esprimersi sul quesito: il 36,6%, il 24,7% e il 35,1%. Da qui la riflessione del segretario generale del Censis, Giorgio De Rita: “Gli italiani affrontano il futuro lasciandosi guidare dall’istinto e, nello stesso modo, gestiscono le dinamiche del risparmio. Ma se questo tipo di reazione ha dato loro ragione in certi momenti, la carenza di conoscenze in materia di cultura finanziaria negli ultimi tempi li ha messi in difficoltà”.
Italiani bocciati nelle conoscenze finanziarie
Conoscenza dei risparmiatori degli effetti concreti dell’inflazione sui redditi. Dati in % e per età. Fonte: indagine Assogestioni-Censis 2o23
L’importanza dell’educazione finanziaria
Saverio Perissinotto, presidente del Comitato per l’Educazione Finanziaria di Assogestioni
Le parole pronunciate da De Rita rimarcano come la diffusione di una maggiore alfabetizzazione finanziaria rappresenti un’esigenza strutturale e permanente. Tanto più per un Paese come il nostro, dove ci sono sempre più anziani e solo il 28,7% di loro si dimostra incline modificare le proprie abitudini di risparmio sulla base delle sfide presenti (il dato sale 48,4% tra i giovani e al 40,4% tra gli adulti). Ecco perché Saverio Perissinotto, presidente del Comitato EduFin di Assogestioni, ha definito la tutela e la valorizzazione dei risparmi individuali “uno strumento di empowerment delle famiglie”. “L’educazione finanziaria è un valore, in quanto la gestione consapevole del patrimonio agisce da forza promotrice di benessere economico, stabilità finanziaria di lungo termine e realizzazione dei propri progetti personali”, ha detto.
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