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Approvato il pacchetto legislativo che mira a garantire il migliore interesse del cliente e promuovere la partecipazione degli investitori retail ai mercati finanziari Ue. Il pacchetto prevede modifiche a Mifid 2, IDD e alle direttive Ucits e Aifm. Inducement non vietato totalmente, ma aumenta la trasparenza
Fumata bianca per la Retail Investment strategy, che rappresenta un tassello essenziale nella costruzione della Capital Markets Union. La Commissione europea ha adottato il pacchetto legislativo sugli investimenti per il retail che mette al centro l’interesse del cliente. L’obiettivo è consentire agli investitori non professionali di prendere decisioni di investimento che rispondano alle loro esigenze e preferenze, garantendo che siano trattati in modo equo e debitamente tutelati, per accrescere la fiducia e poter così trarre pieno vantaggio dalla costruzione dell’Unione dei mercati dei capitali.
In occasione dello scorso Salone del Risparmio 2023, Andrea Beltramello, membro del Gabinetto del vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, aveva anticipato i contenuti della Retail Investment Strategy, definita come “un’attività di estrema importanza per la Commissione europea, strategica e su cui registriamo una grande attenzione”. “Per aumentare la partecipazione dei singoli al mercato dei capitali – aveva spiegato Beltramello – occorre che siano in grado di prendere decisioni consapevoli e informate”, attraverso il rafforzamento delle norme a tutela dei consumatori in relazione a costi e oneri per assicurare, in particolare, “che l’attività di consulenza sia sempre effettuata nell’esclusivo interesse dei consumatori”.
Uno dei tre obiettivi fondamentali del piano d’azione della Commissione per l’Unione dei mercati dei capitali del 2020 era rendere l’Ue un luogo ancora più sicuro per gli investimenti a lungo termine dei cittadini. Il pacchetto legislativo adottato mira quindi a promuovere la partecipazione ai mercati dei capitali dell’Unione, tradizionalmente inferiore rispetto a quanto avviene altrove (per esempio negli Stati Uniti) malgrado gli elevati tassi di risparmio dei cittadini europei.
Nel 2021, infatti, solo il 17% della ricchezza delle famiglie era investita in titoli finanziari (azioni, obbligazioni, quote di fondi, derivati), mentre una fetta ampia di tale ricchezza era parcheggiata sui conti bancari. Un’occasione persa per i risparmiatori.
“Questo pacchetto, che crea un mercato ancora più sicuro per investire, mette il turbo alla Capital Markets Union, promuovendo fiducia e partecipazione ai mercati dei capitali europei”, ha dichiarato Mairead McGuinness, commissaria per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali, riassumendo le finalità dell’intervento: assicurarsi che gli investitori retail ottengano il cosiddetto “value for money”, cioè valore per ciò che pagano; supportare l’alfabetizzazione finanziaria; migliorare le informazioni sugli investimenti; affrontare il problema delle informazioni fuorvianti, in particolare sui social media; assicurare elevati standard professionali per i consulenti.
Il pacchetto legislativo comprende misure che assolvono a varie finalità. Innanzitutto informare meglio gli investitori sui prodotti e i servizi di investimento con modalità più pertinenti e uniformi, adeguando le norme sulla disclosure all’evoluzione digitale dei servizi finanziari e alle sempre maggiori preferenze di sostenibilità degli investitori. Ma anche aumentare la trasparenza e la comparabilità dei costi imponendo al riguardo l’uso di una presentazione e di una terminologia uniformi, in modo che gli investitori retail siano in grado di capire se i prodotti siano effettivamente redditizi per loro. Il pacchetto prevede inoltre che i clienti debbano ricevere, almeno una volta l’anno, una panoramica chiara del rendimento degli investimenti che compongono il loro portafoglio, e impone meccanismi obbligatori di risk warning per aiutare gli investitori retail a evitare di assumere rischi eccessivi per il loro profilo.
I paletti per gli inducement
Come anticipato da Beltramello, il pacchetto non prevede un divieto assoluto degli inducement. Ma, per affrontare il problema degli eventuali conflitti di interessi nella distribuzione dei prodotti di investimento, le norme vietano gli incentivi alle vendite che si limitano all’esecuzione dell’ordine (cioè quelle in cui non è fornita alcuna consulenza) e prescrivono che la consulenza finanziaria debba corrispondere all’interesse degli investitori retail. Nel caso in cui gli inducement siano presenti, il pacchetto mira a introdurre maggiori garanzie e requisiti di trasparenza, anche sull’impatto che gli eventuali incentivi possono avere sul rendimento finale dell’investimento.
La Retail Investment Strategy intende inoltre tutelare gli investitori al dettaglio contro il marketing fuorviante, garantendo che gli intermediari si assumano la totale responsabilità dell’uso (e dell’uso improprio) delle loro comunicazioni di marketing, anche quando sono effettuate tramite i social media, o tramite celebrità o altre terze parti da essi remunerate o incentivate.
Altre finalità del pacchetto comprendono la necessità di mantenere standard elevati di qualifiche professionali per i consulenti finanziari; di consentire ai consumatori di prendere decisioni finanziarie migliori incoraggiando gli Stati membri ad attuare misure nazionali in grado di promuovere l’alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, indipendentemente dall’età, dall’estrazione sociale e dal grado di istruzione; di ridurre gli oneri amministrativi e migliorare l’accessibilità di prodotti e servizi per gli investitori retail sofisticati, rendendo più proporzionati i criteri di ammissibilità per diventare un investitore professionale; di rafforzare la cooperazione in materia di vigilanza per rendere più facile alle autorità nazionali ed europee garantire la corretta ed efficace applicazione delle norme in tutta l’UE e combattere insieme le frodi e le pratiche irregolari.
In arrivo modifiche a Mifid 2 e altre normative chiave
Il pacchetto legislativo ha una vasta portata e riguarda l’intero percorso di investimento dei consumatori. Come spiegato da Beltramello, comprende una direttiva modificativa che rivede le norme vigenti stabilite da diverse normative: Mifid 2, IDD, Direttiva Ucits, Direttiva Aifmd, Solvency 2 e regolamento Priip (con importanti interventi sul Kid, che dovrà avere, tra l’altro, un sommario introduttivo e una nuova sezione dedicata alla sostenibilità). Su Mifid 2, IDD, Ucits e Aifmd le regole esistenti verranno integrate da nuovi requisiti per i prodotti finanziari, che imporranno agli operatori che li concepiscono di stabile un processo di pricing che identifichi e quantifichi tutti i costi e gli oneri, e stabilisca se tali costi non danneggino il valore che ci si aspetta dal prodotto e dal servizio distributivo (secondo il principio di “value for money”).
Gli interventi sui vari testi legislativi risponde anche alla necessità di armonizzare le varie regole in materia di investimenti, e allo stesso tempo aggiornare le disposizioni alla luce dell’evoluzione del mercato, in particolare per quanto riguarda la digitalizzazione dei modelli di distribuzione e la nascita di nuove forme di marketing degli strumenti finanziari rivolte ai clienti retail.
Intanto, dopo l’adozione del testo da parte della Commissione, l‘iter legislativo prosegue con il passaggio della palla nel campo del Consiglio dell’Unione europea e del Parlamento europeo.
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