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Gli investitori hanno preferito i bond nel primo semestre, anche se i mercati azionari sono saliti. Guadagnano spazio le strategie passive, mentre quelle Esg tengono grazie all’Europa. La top 10 degli asset manager parla americano
Nella prima parte dell’anno i mercati azionari globali hanno guadagnato l’11,66% in euro (indice Morningstar Global target market exposure), mentre quelli obbligazionari hanno registrato lievi perdite (-0,95% il Morningstar Global core bond index). Eppure, gli investitori hanno preferito il reddito fisso. Secondo l’analisi globale dei flussi verso i fondi e gli ETF (Exchange traded fund), i bond hanno infatti raccolto 236 miliardi di dollari e sono stati l’unica asset class in cui le sottoscrizioni hanno superato i riscatti nel semestre.
IL SEMESTRE DEI MERCATI
Performance del mercato azionario e di quello obbligazionario nel primo semestre 2023. Fonte: Morningstar.
Nel complesso, l’industria del risparmio gestito ha ricevuto afflussi netti per 54 miliardi di dollari (il dato esclude i fondi monetari). Dopo un buon gennaio, gli investitori sono stati meno propensi ad allocare i loro capitali nei fondi a lungo termine, con la sola eccezione del reddito fisso. Uno scenario dal quale non si è discosta l’Europa. È emblematico il caso di giugno, quando l’andamento dei mercati azionari è stato positivo ma gli investitori hanno riscattato 9,7 miliardi di euro netti dai fondi azionari: il peggior risultato mensile dall’ottobre 2022. Il bilancio semestrale, però, resta positivo per l’equity: +18,3 miliardi di euro incassati tra gennaio e giugno. Senza contare che a luglio gli operatori del Vecchio Continente si sono nuovamente affacciati sulle Borse, facendo fluire 2,3 miliardi di euro nei comparti azionari. Un dato che, tuttavia, non permette di fare previsioni su cosa accadrà nei prossimi mesi.
Ma anche sulla sponda orientale dell’Atlantico, così come nel resto del mondo, i veri protagonisti sono stati i comparti obbligazionari, che nel semestre hanno raccolto 102 miliardi di euro e hanno continuato lungo lo stesso trend a luglio (+15,5 miliardi).
Gestione passiva, formula che vale il 39% degli asset globali
I dati semestrali sull’industria del risparmio gestito globale mostrano anche alcune tendenze sempre più marcate. La prima riguarda i fondi passivi, inclusi gli ETF, che continuano a guadagnare quote di mercato. Giugno 2023 è stato il 113esimo mese consecutivo di raccolta positiva. Anche per i prodotti attivi lo stesso periodo si è chiuso con il segno più, ma nei 16 dei 17 mesi precedenti i riscatti avevano superato le sottoscrizioni. Ecco perchè Morningstar stima che le strategie passive rappresentino il 39% degli asset globali, ossia 16,2 mila miliardi di dollari. Una percentuale che si confronta con il 31% del 2019.
Proprio il reddito fisso è stato protagonista di una notevole crescita negli ultimi anni. “Le strategie obbligazionarie passive hanno raggiunto la quota del 29% del patrimonio del reddito fisso globale a fine giugno, contro appena il 9% della fine del 2008”, spiega Sylvester Flood, senior editorial director di Morningstar. “Nello stesso periodo, gli strumenti indicizzati hanno attratto 2,8 mila miliardi di dollari, di cui 1,8 mila miliardi attribuibili agli Etf contro i 3 mila miliardi delle controparti attive”.
L’Europa guida i flussi verso i fondi Esg
Un’altra tendenza riguarda i fondi sostenibili. In questo caso, è bene non fermarsi ai dati in superficie. Nel complesso i comparti che adottano criteri ambientali, sociali e di governance (Esg hanno registrato flussi netti per 51 miliardi di dollari nel primo semestre, una raccolta che è nettamente superiore a quelli tradizionali (2 miliardi), ma il risultato positivo è imputabile soprattutto all’Europa. Negli Stati Uniti, infatti, sono prevalsi i deflussi.
È possibile che i movimenti anti-Esg e i timori di greenwashing stiano pesando sulle decisioni degli investitori americani oppure che questi ultimi siano preoccupati per il quadro macroeconomico, la persistente inflazione e gli elevati tassi di interesse. Le case di gestione, tuttavia, continuano a vedere prospettive di crescita nel segmento della sostenibilità, come testimoniano i continui debutti di prodotti della categoria .
In Europa, il più grande mercato al mondo per questo genere di prodotti, i flussi sono stati positivi nel semestre, anche se c’è stata una decelerazione nel secondo trimestre rispetto al primo. Il segmento si mostra più resiliente dei comparti tradizionali, sui quali l’incerto quadro macroeconomico sembra pesare di più. “I fondi sostenibili hanno avuto grande popolarità durante la pandemia”, commenta Flood. Che aggiunge: “Tuttavia, le critiche hanno smorzato il loro appeal negli Stati Uniti. A livello globale, il loro tasso di crescita organico (flussi in percentuale degli asset di inizio periodo, Ndr) rimane positivo, ma sta convergendo verso quello dei comparti tradizionali”.
La top 10 dei gestori parla americano
La terza tendenza riguarda gli attori dell’industria mondiale dei fondi. I dati Morningstar mostrano che le dieci più grandi società di gestione a livello globale sono tutte domiciliate negli Stati Uniti, ma hanno business diversificati in molte altre regioni del mondo (vedi tabella).
TOP 10 DELL’INDUSTRIA GLOBALE DEL RISPARMIO GESTITO
Le prime dieci società di asset management al mondo per AUM. Fonte: Morningstar.
Ad esempio, Fidelity è da lungo tempo presente al di fuori degli Usa e BlackRock ha una grossa fetta di mercato in Europa (il 22% degli asset complessivi). La top 10, che include anche Vanguard, Capital Group e State Street, gestisce il 57% del patrimonio investito in fondi a livello globale.
*Editorial manager di Morningstar
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