Real estate, dove trovare opportunità secondo i gestori
Per il mercato Usa si prevede un ritorno all’equilibrio mentre l'Europa va verso il riprezzamento. Ecco i settori su cui puntare
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Un 2022 di crescita per il mercato immobiliare europeo e soprattutto italiano. L’anno si è chiuso infatti con un fatturato in rialzo quasi del 10%, +9,9% a 1.163 miliardi di euro per la precisione, di cui 139 miliardi in Italia (+9,9%). Ma la fotografia scattata dall’European Outlook 2023, presentato da Scenari Immobiliari all’apertura del trentesimo Forum dedicato al settore, indica che le cose sarebbero potute andare ancora meglio se il contesto economico non si fosse tanto complicato, ponendo anche una seria ipoteca sul 2023.
Tra post-Covid, guerra, inflazione e, esclusiva italiana, crisi politica, il settore si trova infatti davanti uno scenario molto incerto che impone massima attenzione. Le previsioni restano positive ma sono in calo rispetto ai dodici mesi precedenti: +3,9% a 1.208 miliardi per l’Europa e 148 miliardi per l’Italia (+6,5%), seconda per crescita dopo la Germania (+10,7% a 382 miliardi).
Ad aiutare c’è la ripresa dei prezzi, grazie alla corsa dell’inflazione degli ultimi mesi. Nel comparto residenziale si prevede che a fine anno le case nei cinque Paesi più industrializzati registreranno un aumento medio del 4,5%, mentre la stima per l’anno successivo è fissata al 6,5% medio annuo. Sul fronte delle transazioni immobiliari residenziali, l’Italia dopo l’eccezionale performance del 2021 (750.000 compravendite), dovrebbe chiudere in leggero calo il 2022 (-5,3% a 710.000). E per il 2023 si prevede un’ulteriore discesa del 5,6% a circa 670.000 compravendite.
Sul fronte degli investimenti, nel primo semestre il volume totale in Europa è stato di 157 miliardi (86 miliardi nel primo trimestre e 71 nel secondo), mentre nell’arco dei 12 mesi a giugno il volume di investimenti ha raggiunto la cifra record di 387,3 miliardi (+35%).
Guardando ai vari comparti, per la logistica le previsioni sulla chiusura del 2022 sono positive, anche se più prudenti rispetto agli anni precedenti (valori attesi a +2,9%), il retail continua a offrire un quadro travagliato sul fronte dei prezzi (crescita media 0,8% e +4,3% nel 2023), con segnali positivi che arrivano però dall’incremento degli investimenti. Nel residenziale si attende un aumento dei prezzi, ma una variazione negativa per le compravendite nel 2023 (cali tra 2,6% e 5,6%), anche perché si prevede che l’aumento dei tassi dei mutui e gli effetti dell’inflazione sugli stipendi non favoriscano la spinta all’acquisto.
“Questo poteva essere un anno strepitoso – ha spiegato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – ma, purtroppo, ci sono stati tanti condizionamenti esterni che vanno dalla paura della guerra all’inflazione alle preoccupazioni sulle bollette. Sono tutti elementi che stanno rallentando sia gli acquisti da parte delle famiglie che quelli dei grandi investitori. Ma la cosa importante è che la domanda di casa, la voglia di un miglioramento abitativo, le esigenze degli investitori ci sono ancora e quindi, se domani mattina la guerra dovesse finire e ridimensionare le tensioni speculative che sono presenti il mercato tornerebbe a marciare a pieno ritmo”.
“Dopo due anni particolarmente positivi – ha aggiunto Breglia -, le aziende del real estate sono strutturate e con notevoli capacità finanziarie, la forza della domanda è ancora robusta perché basata su innovazione di prodotto e non speculativa, ma le condizioni esterne sono negative e cercano di far cambiare direzione al mercato. È il momento di una navigazione più difficile, con skipper esperti e con attenzione a scegliere le direzioni giuste. Ma ogni tempesta è destinata a esaurirsi”.
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