Aipb: il primo semestre chiude a quota 1.196 miliardi di euro. Merito soprattutto dell’ingresso di nuovi player. L’amministrato traina la crescita della raccolta, prosegue la ripresa del gestito
Il private banking tricolore marcia sempre più spedito. Il primo semestre dell’anno passa infatti in archivio con masse oltre le attese a quota 1.196 miliardi di euro, in aumento dell’8,5% rispetto a fine 2023, che consentono all’industria di superare in netto anticipo il target 2024, fissato a 1.184 miliardi. Stando ai dati rilevati dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Private Banking, il merito è soprattutto dell’ingresso di nuovi player (+28 miliardi) che, insieme alla nuova raccolta e all’effetto rivalutazione, ha consentito di battere le stime in appena sei mesi.
Tra marzo e giugno, la dinamica del mercato servito dal private banking è stata influenzata molto positivamente dalla raccolta netta, cresciuta di 18 miliardi, in sensibile incremento rispetto ai periodi precedenti. Più contenuto l’effetto mercato, che ha fatto segnare un aumento di 4 miliardi, contro i 32 registrati nel primo trimestre. Non si sono invece evidenziati cambiamenti organizzativi di rilievo all’interno dell’industria, a differenza di quanto avvenuto nel periodo gennaio-marzo.
Andrea Ragaini, presidente di Associazione Italiana Private Banking
Quanto all’intero semestre, la raccolta netta, cresciuta di 30 miliardi, ha raggiunto in soli sei mesi l’80% del risultato dell’intero 2023. L’effetto mercato ha contribuito positivamente per 36 miliardi, in linea con l’anno precedente, ma molto rilevanti sono stati i cambiamenti organizzativi. “Un risultato frutto di un modello di servizio distintivo e di successo, fondato sulla consulenza professionale e la centralità del banker, come testimonia l’importante ingresso di nuovi player e una raccolta netta in forte aumento”, ha commentato il presidente di Aipb, Andrea Ragaini.
Anche nel periodo aprile-giugno è poi proseguita la crescita per la maggior parte dei prodotti del private banking, nonostante si noti un leggero rallentamento. L’incremento maggiore si registra tra i prodotti obbligazionari (+9,3 miliardi), seguiti dai fondi comuni (+5,7 miliardi) e dalle gestione patrimoniali (+3,8 miliardi). Anche la liquidità torna al segno più (+4 miliardi), mentre i prodotti assicurativi vedono una variazione minima (+1,6 miliardi), seguiti da ETF/ETN/ETC (+1,4 miliardi). In lieve calo invece le azioni (-0,8 miliardi).
L’amministrato traina la raccolta, gestito in ripresa
Nei primi sei mesi di quest’anno, la composizione del portafoglio sembra stabilizzarsi, dopo le importanti variazioni avvenute l’anno scorso: tutti i comparti crescono di circa il 2,5%, ad eccezione dell’assicurativo che si ferma a +0,7%. In particolare, la raccolta diretta e l’amministrato crescono soprattutto grazie ai flussi netti, mentre nel gestito l’aumento è distribuito equamente tra effetto mercato e raccolta. Nel secondo trimestre la raccolta diretta cresce del 2,7%, arrivando a 173 miliardi: un incremento distribuito in egual misura tra obbligazioni bancarie proprie (+2,5%) e liquidità (+2,7%), facendo rimanere stabile la composizione del comparto. Salgono in maniera rilevante, invece, i flussi dell’amministrato, grazie in particolare ai titoli a tasso fisso (obbligazioni +4,8% e titoli di Stato +5%), mentre le azioni calano leggermente (-0,6%), perdendo il 4% in dodici mesi in termini di peso sul comparto. Infine, gli Etf guadagno leggermente (+0,2%), portandosi al 5% circa, mentre prosegue la ripresa del gestito (+2,4%) grazie ad un risultato pressoché identico tra gestioni patrimoniali (+2,3%) e fondi comuni (+2,2%), con la composizione che rimane stabile.
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