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Al XX Forum di Aipb, il gestore della casa USA accende i riflettori sul ruolo dei mercati privati per valorizzare i patrimoni delle famiglie. Infrastrutture ed energia i punti fermi della sua strategia. Sul quadro normativo, segnali positivi da Federico Freni (MEF): “Governo al lavoro su CMU e un TUF a misura di impresa”
Nonostante una certa ritrosia da parte degli investitori italiani, i mercati privati sono fondamentali per le famiglie destinatarie della consulenza d’alta fascia. Lo sostiene Matteo Botto Poala, head of Energy Transition & Circular Economy di Goldman Sachs Alternatives, che al XX Forum di Aipb ha evidenziato come questa asset class offra grandi opportunità di diversificazione oltreché una fonte di alpha irrinunciabile per chi ha portafogli sopra i 500mila euro. Una view supportata da ottime prospettive di crescita per il settore e che la casa di gestione USA intende interpretare focalizzandosi soprattutto su due segmenti: infrastrutture e biometano. Intanto, sul quadro normativo arrivano rassicurazioni dal sottosegretario al MEF Federico Freni: “Governo al lavoro su Capital Markets Union e un TUF a misura di impresa”.
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Un mercato in crescita e redditizio
Come spiegato da Botto Poala, tra le ragioni per cui i clienti private dovrebbero fare incetta di alternativi ci sono innanzitutto le rosee prospettive di crescita del segmento. “Bain stima che il settore arriverà a valere tra i 60mila e i 65mila miliardi di dollari nel 2032”, ha detto l’esperto, “mercato che porterà a un’importante diversificazione anche nell’offerta di soluzioni di investimenti al pubblico”. Non solo, però. Secondo il manager, questa asset class si è infatti dimostrata capace di sovraperformare anche i mercati pubblici su ogni segmento analizzato: “Il private equity ha superato l’azionario quotato del 3,5% nel corso degli ultimi anni”. Tutte ragioni che, unite ai chiari vantaggi di diversificazione, rendono imprescindibile per i banker l’inserimento della categoria nella propria gamma di offerta.
Mid-market, infrastrutture e biometano i cardini
Quanto alle strategie della casa di gestione, Botto Poala ha chiarito come Goldman Sachs approcci questo universo focalizzandosi anzitutto sul mid-market anziché sul mercato di grande taglia. “Questo spazio presenta attualmente un più favorevole equilibrio domanda-offerta e quindi permette di entrare o uscire a prezzi interessanti”, è stata la sua spiegazione. Ma lo società USA ha anche dimostrato di voler puntare molto sulle infrastrutture value-added, portando le masse investite nel settore da 50 a 1.300 miliardi di dollari in pochi anni. Si tratta di una scelta che l’esperto ricollega alle caratteristiche del comparto, influenzato da trend indipendenti dal ciclo economico. Oltre a questo, la strategia della società si caratterizza per un terzo elemento: il focus sull’energia verde e, in particolare, sugli impianti per la produzione di biometano. “Si tratta di una risorsa che gode di numerose esternalità positive”, ha detto Botto Paola, aggiungendo che ci sono molti comparti industriali i cui costi di decarbonizzazione sono compatibili perfettamente con l’uso di questa fonte.
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L’effetto Trump orienta la bussola green
Con il debito pubblico che aumenta in tutti i Paesi avanzati e il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, sicuramente meno sensibile ai temi della transizione ecologica di quanto avrebbe potuto essere la sua rivale Kamala Harris, il gestore di Goldman Sachs si dice convinto che l’ultimo driver per la crescita del comparto sarà lo spostamento degli investitori verso opportunità sostenibili anche dal punto di vista economico. Se non altro per un tema di priorità dei governi: “Le opportunità ci sono”, ha infatti spiegato, “ma sarà più difficile investire in segmenti la cui crescita avrebbe dovuto essere innescata da investimenti prettamente pubblici”. Un riferimento a tecnologie come l’idrogeno, destinate a rallentare dopo i recenti sostegni governativi.
Governo al lavoro su CMU e TUF a misura di impresa
Il XX Forum di Aipb non ha mancato di accendere i fari anche sulla regolamentazione, un tema che è stato affrontato durante l’intervista esclusiva al sottosegretario al MEF Federico Freni. L’esponente del governo Meloni è stato chiaro sul fatto che la Capital Markets Union rappresenti un’opportunità anche per l’industria della consulenza d’alta fascia, precisando però quanto sia cruciale costruire un mercato dei capitali a misura di impresa se si vogliono riscontrare impatti importanti. “Abbiamo impostato la riforma del Testo Unico sulla Finanza nella direzione di riconoscere alle PMI che si quotano un regime agevolato sotto il profilo burocratico”, ha spiegato Freni, secondo cui tale soluzione agevolerà quelle realtà che altrimenti non avrebbero le strutture di governance adeguate alle esigenze degli investitori. “La banche sono state fondamentali nel far crescere il Paese ma ora la palla passa al private banking”, ha aggiunto il funzionario, secondo cui la nuova missione dell’industria deve essere quella di far crescere la ricchezza delle famiglie anziché limitarsi a preservarla. Quanto al quadro macroeconomico, hanno trovato conferma le previsioni del Tesoro sulla crescita dell’Italia: “A meno di variazioni nelle condizioni esogene, è un numero che può essere centrato e forse anche superato se si risolvesse il dossier Ucraina”.
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