Ok della Commissione ad altri 21 miliardi: “Raggiunti tutti i 45 obiettivi”. Occhi puntati sul nuovo governo: per gli investitori la Meloni non dovrebbe deviare dal seminato
Mentre Mario Draghi prepara le valigie, l’Italia incassa un’altra promozione. La Commissione Ue ha infatti dato l’ok ufficiale alla seconda tranche da 21 miliardi nell’ambito del Pnrr. Roma “ha raggiunto tutti i 45 obiettivi” previsti e “la messa in opera degli investimenti sta entrando nella sua fase di pieno svolgimento”, ha spiegato l’esecutivo europeo.
A passere l’esame è stato il piano presentato dall’esecutivo il 28 giugno scorso. Gli obiettivi in questione riguardano le riforme nei settori del pubblico impiego, degli appalti pubblici, della professione docente, dell’amministrazione fiscale e dell’assistenza sanitaria territoriale. La richiesta di pagamento comprende poi investimenti in settori chiave, tra cui la banda ultra larga e il 5G, la ricerca e l’innovazione, il turismo e la cultura, l’idrogeno, la rigenerazione urbana e la digitalizzazione delle scuole. La richiesta di pagamento comprende anche un investimento per sostenere la riforma del sistema giudiziario.
La promozione di Bruxelles si chiude poi con quello che potrebbe essere letto come un avvertimento: “La Commissione – si legge nel documento – valuterà le ulteriori richieste di pagamento da parte dell’Italia in base al raggiungimento delle tappe e degli obiettivi delineati nella decisione di esecuzione del Consiglio, che riflettono i progressi nell’attuazione degli investimenti e delle riforme”.
Ursula von der Leyen
“Ancora una volta buone notizie per l’Italia – ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen -. La Commissione ritiene che l’Italia abbia compiuto progressi sufficienti nell’attuazione del suo piano Pnrr per ricevere un secondo pagamento da NextGenerationEU. Dopo il via libera degli Stati membri, l’Italia riceverà 21 miliardi di euro. L’Italia sta dimostrando un continuo e importante impulso alle riforme in settori chiave, come il pubblico impiego e gli appalti pubblici. Congratulazioni, Italia, e continua a lavorare bene! La Commissione è al vostro fianco”.
Un ulteriore messaggio, insomma, al prossimo esecutivo a guida Fratelli d’Italia, ribadito anche dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni che su Twitter ha scritto: “Continuare l’impegno per attuare il piano è tra le grandi sfide del prossimo governo”.
Pnrr, per i mercati la Meloni non devierà dal seminato
Il Pnrr è tra le maggiori preoccupazioni che in queste ore, a elezioni concluse, vengono indicate dai mercati come veri banchi di prova per la squadra di Giorgia Meloni, nonostante da Palazzo Chigi si faccia sapere che i ministri di Draghi sono da tempo al lavoro sui 55 traguardi da conseguire entro fine anno e che daranno diritto alla terza rata da 19 miliardi di euro. Il governo uscente punta infatti a realizzare in anticipo numerosi obiettivi, rispetto alla scadenza del 31 dicembre. Si tratta di circa il 50% degli interventi sui quali poi Bruxelles darà la sua valutazione.
Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA Im Italia
Per Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im Italia, il voto è stato sostanzialmente un ‘non event’, mentre è importante capire quale sarà la composizione del nuovo governo. In ogni caso per l’esperto dovrebbero esserci grossi rischi sul fronte europeo. “Alla luce del programma Next Generation Eu, nessun partito ha un incentivo a disturbare il flusso di fondi previsto a finanziamento del Pnrr”, osserva Tentori, secondo cui non è un caso che i toni su temi come l’immigrazione e la moneta unica siano stati molto pacati rispetto alle scorse elezioni.
“È molto improbabile, quindi, un inasprimento delle relazioni tra Roma e Bruxelles solamente sulla base di tematiche cosiddette populiste”, conclude il chief investment officer di Axa Im Italia, puntando invece l’attenzione sulla probabile recessione in arrivo e su un’economia afflitta da un’inflazione mai vista prima nella storia dell’euro.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Sebastian Vismara, economista finanziario e strategist di Bny Mellon Im, stando al quale vista l’assenza di sorprese sul responso delle urne ora l’attenzione del mercato si sposterà sulle politiche economiche del nuovo esecutivo. “Pensiamo che il nuovo governo italiano mirerà a soddisfare le condizioni del Tpi, poiché questa è l’opzione razionale in un contesto finanziario rischioso – spiega -. Per farlo dovrà fare i conti con il fatto che non sarà in grado di allentare la politica fiscale in misura pari o vicina a quanto promesso durante la campagna elettorale. Allo stesso tempo, nonostante l’opposizione ad alcune delle riforme del Pnrr da parte dei partiti della coalizione, il nuovo governo probabilmente non sarà in grado di rinviare o alterare in modo significativo le riforme strutturali pianificate”.
Ma per Vismara ci sono anche chiari rischi per questo scenario. “Se il governo dovesse mettere alla prova l’Ue e la Bce spingendo per un allontanamento più significativo dal percorso tracciato sinora, le condizioni di mercato potrebbero cambiare rapidamente”, avverte.
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