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Mercato unico dei capitali, titoli comuni europei e spesa condivisa. “Il tasso di risparmio resta elevato”, spiega il Governatore al Congresso Assiom Forex. Come sbloccarlo per contrastare rischi di guerra commerciale e stagnazione della crescita. E sul consolidamento bancario afferma: “ridurrebbe il divario dimensionale con i concorrenti europei”
Prospettive di crescita divergenti, guerra commerciale, competitività europea e consolidamento bancario. Il discorso del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, trasmesso in diretta da FR|Vision, media partner del 31esimo Congresso Assiom Forex, ha trattato tutti i punti caldi che influiscono sull’attuale panorama economico-finanziario, e quindi di investimento.
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Crescita
“L’economia mondiale continua a espandersi a ritmi moderati, con differenze tra aree geografiche e settori”, spiega Panetta, che rileva come il Fondo monetario internazionale preveda una crescita globale poco sopra il 3% sia per il 2025 sia per il 2026, con una previsione a medio termine, pari al 3,1 per cento, che rimane contenuta in una prospettiva storica.
Dazi e deglobalizzazione
A impattare sulla traiettoria futura e ad aumentare i livelli di incertezza è, nella fase attuale, il pericolo di conseguenze fuori controllo per lo scontro sul commercio globale innescato dall’amministrazione Trump.
“Molti Paesi stanno concentrando le relazioni commerciali sui partner considerati affidabili, con cui hanno relazioni consolidate o affinità politiche e economiche. Questa tendenza sta ridisegnando la geografia del commercio, riducendo gli scambi fra paesi appartenenti a blocchi geopolitici contrapposti e aumentando quelli tra economie politicamente allineate”. Un commercio internazionale che, quindi, sottolinea Panetta, “viene sempre più utilizzato come leva strategica”.
Secondo le stime di Banca d’Italia, se i dazi annunciati in fase elettorale da Trump fossero confermati, gli effetti sulla crescita globale sarebbero -1,5% per l’economia globale, -2% per gli USA e -0,5% per l’Europa.
“L’esperienza storica”, sottolinea sul punto Panetta, “mostra che le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano”, segnalando la possibilità di potenziali effetti “ben oltre quelli desiderati”.
“Soluzioni negoziali basate sulla cooperazione non solo rappresentano un’alternativa preferibile, ma sono necessarie per evitare una spirale di conflitti che minaccerebbe la stabilità globale”.
Patto europeo per la produttività
Per quanto riguarda nello specifico la crescita europea, Panetta sottolinea una “domanda interna che manca di forza” e un “tasso di risparmio che ha raggiunto livelli elevati” a causa anche di “una fiducia dei consumatori che è tornata a diminuire in presenza di un crescente pessimismo sulle prospettive economiche e di un indebolimento del mercato del lavoro”.
La leva per uscire da tale situazione è individuata in un “nuovo modello di sviluppo che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza da fattori esterni”, liberando investimenti in vista della doppia transizione ambientale e digitale.
Sono necessarie risorsi ingenti, afferma Panetta, unendo contributi pubblici e privati: “serve quello che in un recente intervento ho definito un ‘patto europeo per la produttività’. Non si tratta di creare un’unione fiscale, né di introdurre un Ministro delle finanze europeo o trasferimenti sistematici tra paesi, ma di avviare un programma di spesa comune per finanziarie investimenti indispensabili”.
Un patto che consentirebbe, secondo il Governatore, di generare un’offerta stabile di “titoli europei privi di rischio, un tassello essenziale per la creazione di un mercato unico dei capitali capace di finanziare progetti innovativi”.
Consolidamento
Tra i punti trattati dal Governatore nel suo discorso anche il tema del consolidamento, non solo bancario. Anche compagnie assicurative, società di gestione del risparmio e altri intermediari sono interessati, ha ricordato Panetta, che sul tema ha affermato: “le operazioni annunciate ridurrebbero il divario tra i principali intermediari italiani e i concorrenti europei. In Italia il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volete inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi”.
Panetta si rivolge, infine, a chi rimprovera la Banca d’Italia di non essere sufficientemente presente con dichiarazioni sulle operazioni in corso: “la Banca d’Italia e la vigilanza non funzionano come un ‘talk show’. Sono operazioni complesse che coinvolgono in molti casi anche autorità internazionali e per cui non sempre sono ancora disponibili tutte le informazioni necessarie per prendere posizione. Parleremo attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito”.
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