Per il governatore, sta aumentando il consenso nel board: “Stabilizzare prezzi senza inutili danni all’economia”. Monito al governo italiano: serve una credibile riduzione del debito
L’inflazione è “in rapido calo” e rende “possibile un taglio dei tassi”. Con queste parole il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta è tornato a dire la sua sulla necessità di un’inversione di marcia della politica monetaria. Un intervento con cui ha sottolineando come l’obiettivo della Bce sia oggi quello “riconquistare la stabilità dei prezzi” ma senza provocare “inutili danni all’economia reale”. Durante il discorso al convegno per i 150 anni dalla nascita di Luigi Einaudi, il banchiere centrale nonché membro del board di Francoforte, ha infatti spiegato come il carovita nell’Eurozona si stia ormai avvicinando all’obiettivo del 2% e abbia fatto aumentare “soprattutto nelle settimane più recenti” il consenso all’interno del consiglio direttivo per un allentamento monetario.
Il numero uno di via Nazionale ha anche lanciato un preciso monito al governo italiano. “L’Italia ha un debito pubblico elevato, frutto di squilibri accumulati in molti anni. Per ridurlo non si può non condividere il principio einaudiano di tendere, con la necessaria flessibilità, a un duraturo ribilanciamento dei conti pubblici”, ha scandito. Per riuscirci, secondo il governatore, servono “una programmazione sia di breve sia di medio periodo della spesa e misure capaci di assicurare una graduale ma costante riduzione del debito”.E i numeri messi in fila dalla stessa Bankitalia sembrano avvalorare la tesi del governatore. Le passività di gennaio 2024 si sono sì ridotte di 14,1 miliardi e sono passate così dai 2.862,8 di dicembre a quota 2.848,7 miliardi ma, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, il dato risulta ancora in crescita di circa 96,6 miliardi. E anche se l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,9% nel 2023, superiore alle previsioni del governo di un +0,8%, il rapporto deficit-Pil si è attestato al 7,2% dall’8,6% del 2022 e contro il 5,3% stimato nella Nadef.
Debito buono e debito cattivo
“Tanto più il percorso di riduzione sarà credibile, tanto minore risulterà la compensazione che gli investitori richiederanno per detenere il nostro debito. Questo aumenterà a sua volta gli spazi di manovra per interventi fiscali di natura sociale e per fronteggiare future situazioni impreviste”, ha osservato Panetta. Una considerazione che riprende il filone già seguito da Mario Draghi, e ancora prima da Einaudi, della distinzione tra debito buono e debito cattivo. “Potremo liberarci da questo fardello soltanto agendo al tempo stesso sul fronte della crescita”, ha infatti aggiunto. Spiegando che per agire bene è utile seguire “un altro insegnamento di Einaudi e distinguere la spesa pubblica utile da quella improduttiva”. “In termini attuali”, ha concluso, “si potrebbe dire che egli riteneva essenziale migliorare la qualità del bilancio statale riorientandone la composizione al fine di innalzare lo sviluppo potenziale dell’economia”.
Oltre a una gestione prudente delle finanze pubbliche, il governatore ha poi ricordato altri insegnamenti ancora attuali dell’ex ministro dell’Economia e presidente del Consiglio: favorire una concorrenza priva di eccessi; preservare la stabilità monetaria; spostare il concetto di sovranità dal livello nazionale in favore di un’Europa più forte, aperta e solidale, che conti nel mondo.
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