Il mercato M&A ha definitivamente archiviato il Covid
Nel primo trimestre concluse 2.000 operazioni, a livello pre-pandemia. Sul futuro pesa l’incognita guerra. Boom del settore Tmt, sostenuta l’attività di private equity
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Peggio del 2022 ma oltre i livelli pre-Covid. In linea con il trend generale dell’M&A, anche le attività di fusioni e acquisizioni nel mid-market hanno segnato un calo nei primi tre mesi del 2023 rispetto ai record dell’anno scorso, confermandosi però in linea con il 2021 e in crescita rispetto agli anni precedenti alla pandemia. Il risultato emerge dal report periodico Horizons di Bdo, secondo cui da gennaio a marzo si sono registrate oltre 2.500 operazioni a livello globale grazie una forte partecipazione dei fondi di private equity. E le previsioni per i prossimi trimestri lasciano ben sperare.
Secondo l’indagine, anche nel primo trimestre 2023 i fondi di private equity si sono rivelati tra gli attori più vivaci, venendo coinvolti in quasi il 38% del totale delle operazioni. Si tratta del livello più alto mai registrato, per un controvalore di circa 50 miliardi di dollari, che mette in luce l’importanza di questi player nel settore del mid-market m&a. In particolare, gli operatori sono stati attratti soprattutto dal settore Tmt (telecommunication, media & technology): da gennaio a marzo, infatti, ha partecipato al 61% del totale dei deal del comparto.
Nel dettaglio dei settori, il confronto con il 2022 mostra un deciso calo delle operazioni nel comparto real estate mentre contrazioni più contenute si osservano in Business services, Pharma medical & biotech e Tmt. Se al paragone è fatto con il pre-Covid, i primi tre mesi di quest’anno mostrano attività di consolidamento significativamente più alte negli stessi settore oltre che in Energy mining & utilities. Solo il ramo business services e consumer mettono in evidenza una flessione.
A livello geografico, l’unico Paese a salvarsi dal rallentamento è il Giappone. In particolare, il Nord America registra una contrazione del 10% mentre la Cina del 36%. In questo caso, tali livelli risultano superiori a quelli registrati prima della pandemia.
Nonostante le spinte inflazionistiche, la liquidità disponibile dovrebbe continuare a supportare le attività M&A anche nei prossimi trimestri. I multipli dovrebbero, però, registrare una lieve discesa dagli attuali livelli molto elevati. A far da supporto saranno ancora i fondi provenienti dal private equity. Stando all’analisi, poi, potrebbe essere un ottimo momento per i buyer strategici per essere attivi sul mercato con investimenti di medio-lungo termine e ottenere così benefit dal punto di vista del pricing. Ci si aspetta, inoltre, che i mega-trend globali legati alla digitalizzazione e alla sostenibilità siano tra i principali driver anche delle operazioni m&a. I Paesi che, secondo le stime, registreranno i maggiori livelli di attività di consolidamento saranno il Nord America e la Cina. A livello settoriale, spiccherà il Tmt mentre il comparto Leisure potrebbe incontrare le maggiori difficoltà.
“Considerando che solitamente i primi tre mesi dell’anno presentano livelli di fusioni e acquisizioni più bassi rispetto a quelli successivi, le prospettive per il 2023 risultano incoraggianti”, sottolinea Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia, secondo cui le tematiche Esg confermeranno il loro ruolo decisivo nell’orientare tipologie e settori delle maggiori transazioni.
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