Banche italiane a rischio insolvenza
L’Authority vede rischi “fortemente al ribasso” per l’economia. E lancia l’allarme per gli istituti italiani, anche se solidi. In pericolo anche Piazza Affari e i Btp se la ripresa arrancasse
3 min
Prima le banche venete. Poi Banca Etruria. E ora la spada di Damocle del coronavirus che pende, manco a dirlo, ancora una volta sul sistema bancario. Nonostante le riforme, le normative più stringenti e i continui stress test, per gli istituti di credito sembra proprio non esserci pace.
Eppure le banche italiane hanno solidi fondamentali. Ma su di loro incombe lo spettro dei crediti in sofferenza, che potrebbero esplodere letteralmente quando scadranno le sospensioni dei pagamenti di mutui e prestiti. Oltre a considerare un tasso di default delle imprese che, complice la crisi, potrebbe lievitare in maniera significativa.
Un allarme lanciato anche da Consob la scorsa settimana in un rapporto dedicato agli effetti del Covid-19 sul sistema finanziario italiano, come riportato sempre su queste pagine nell’articolo “Banche italiane a rischio insolvenza“.
Secondo l’Authority, gli istituti di credito italiani si trovano sì in “condizioni complessivamente più solide” rispetto a quelle della vigilia della crisi finanziaria globale o del debito sovrano, ma questo non le mette purtroppo al riparo da eventuali scenari negativi nel caso in cui “la forte contrazione dell’attività economica prevista per il 2020 innescasse diffuse crisi di liquidità e un aumento rilevante del tasso di insolvenza tra le imprese debitrici e crescenti difficoltà delle famiglie a estinguere i propri debiti”.
Insomma, da emergenza sanitaria prima, il coronavirus è poi diventato un’emergenza economica e ora anche bancaria. Tant’è che all’orizzonte si prospetta un’ulteriore stop al pagamento dei dividendi da parte degli istituti di credito.
Dall’inizio della crisi, i regolatori finanziari hanno adottato misure ben definite per preservare la liquidità delle banche e degli assicuratori. E la Bce, secondo indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, sembrerebbe pronta a fare un ulteriore passo in tale direzione con la pubblicazione dei risultati della sua vulnerability analysis (in calendario martedì 28 luglio), chiedendo alle banche di trattenere il dividendo almeno fino all’inizio del 2021, “estendendo cioè il dividend-ban (divieto di distribuire dividendi, ndr) annunciato a marzo e che inizialmente doveva concludersi a ottobre di quest’anno”, fa notare nel consueto Market Spinner settimanale Elisa Belgacem, credit strategist di Generali Investments.
Inoltre, secondo Reuters, la Bce sarebbe in procinto di concedere alle banche dell’Unione europea un’ulteriore “boccata d’ossigeno” dalle regole che definiscono il proprio capitale minimo. “Dal punto di vista assicurativo, Eiopa (l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) ha adottato una posizione analoga in un rapporto pubblicato venerdì scorso, confermando la sua posizione in merito alla prudenza su tutte le distribuzioni discrezionali di dividendi e riacquisto di azioni proprie – aggiunge ancora Belgacem – Naturalmente, il rischio attualmente incorporato nel settore non-finanziario si trasferirà gradualmente nel settore finanziario quando scadranno le garanzie governative; ma ancora una volta i regolatori stanno adottando una posizione proattiva a sostegno dei creditori finanziari”.
Lo stop della Bce andrebbe incontro alle richieste di inizio giugno del Comitato europeo per il rischio sistemico (Esrb), guidato da Christine Lagarde, e impedirebbe agli investitori di incassare più di cinque miliardi di cedole (a tanto ammontano i dividendi complessivi degli istituti di credito quotati a Piazza Affari).
Non deve sorprendere, quindi, il calo odierno delle banche, che stanno appesantendo il Ftse Mib, tornato sotto i 20.000 punti. Il titolo peggiore è Ubi Banca, in calo del 7,3%; il suo ribasso, però, è legato più che altro a ragioni di carattere tecnico, visto che con la chiusura dell’offerta prevista per il 28 luglio non è più possibile portare in adesione i titoli acquistati tra oggi e domani. Tra gli altri titoli quotati, Banco Bpm perde il 4,59%, Unicredit l’1,95%, Banca Mediolanum l’1,39%, mentre Intesa Sanpaolo, che può vantare il migliore dividend yield di Piazza Affari (10,54%), scende dello 0,93 per cento.