La consultazione si è chiusa a luglio, e da allora le Esa sono al lavoro su un rapporto che le Authority dovrebbero presentare alla Commissione europea entro fine ottobre.
Le Esa hanno proposto una serie di interventi, tra cui l’estensione e miglioramento dell’elenco degli indicatori sociali per la divulgazione degli impatti avversi principali (i cosiddetti Pai) delle decisioni di investimento; la ridefinizione dei contenuti di altri indicatori per impatti avversi e delle rispettive definizioni, metodologie applicabili, metriche e presentazioni; l’aggiunta di disclosure di prodotto relative agli obiettivi di decarbonizzazione (cioè di riduzione delle emissioni di gas serra), al livello di ambizione e alle modalità per raggiungere l’obiettivo.
Le Esa hanno inoltre proposto di ridurre la discrezionalità e l’incertezza derivante dal “do no significant harm” (o Dnsh, cioè non produrre un danno significativo), un criterio chiave per gli investimenti sostenibili in base alla Sfdr. La lista dei possibili interventi di revisione include inoltre altri aggiustamenti tecnici riguardanti, tra l’altro, il trattamento dei derivati, la definizione di informazioni equivalenti e le disposizioni per i prodotti finanziari con opzioni di investimento sottostanti. Proposte anche modifiche ai modelli attuali di divulgazione precontrattuale e periodica per migliorare la trasparenza e la comprensione degli investitoriretail
I Pai si allargano
Le ESA hanno proposto un allineamento con le bozze degli Standard europei di rendicontazione sulla sostenibilità (Esrs) per quanto riguarda gli indicatori sociali per la divulgazione degli impatti avversi principali delle decisioni di investimento. Per i Pai engono suggeriti anche indicatori sociali obbligatori e facoltativi aggiuntivi, che al momento non sono riportati negli standard appena citati. Inoltre, le Esa hanno evidenziato la mancanza di indicatori sociali relativi agli investimenti in immobili .
Le Authority si sono dimostrate anche preoccupate dalla discrezionalità che i player di mercato hanno nella valutazione e disclosure relativa agli investimenti sostenibili, e in particolare dalla posssibilità che i requisiti attuali per la conformità al test Dnsh vengano applicati in modo incoerente, minino la comparabilità dei prodotti finanziari e possano portare al greenwashing. Le Esa hanno anche evidenziato le difficoltà dovute all’interconnessione tra gli indicatori Pai ambientali e i criteri Dnsh riguardanti le attività sostenibili dal punto di vista ambientale ai sensi della Tassonomia.
Nel contesto di questa revisione, le Esa hanno proposto di introdurre soglie quantitative in relazione agli indicatori Pai nell’ambito del test Dnsh, per determinare in modo più oggettivo che un investimento sostenibile non danneggi significativamente gli obiettivi ambientali o sociali. Si propone anche di introdurre un “safe harbour per il Dnsh ambientale”, che significherebbe che gli investimenti in attività che già soddisfano i criteri di sostenibilità ambientale secondo sulla Tassonomia non dovrebbero sottostare a un ulteriore test Dnsh ambientale.
Modifiche relative agli obiettivi di decarbonizzazione
Numerose istituzioni finanziarie e prodotti hanno assunto impegni net zero. Le Esa ritengono che una disclosure efficace a livello di prodotto sugli impegni relativi delle emissioni di gas serra e sui progressi verso gli obiettivi sia essenziale per consentire agli investitori di confrontare e valutare i prodotti e, di conseguenza, prendere decisioni di investimento informate. Si propone quindi l’introduzione di nuove sezioni all’interno dei modelli di divulgazione, con risposte richieste solo se un prodotto finanziario ha dichiarato obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
Semplificazione dei modelli
Oltre ai cambiamenti proposti nel documento di consultazione, le Esa propongono di introdurre nuove versioni dei modelli di divulgazione precontrattuale e periodica, riconoscendo le critiche secondo cui i modelli sono eccessivamente lunghi e complessi e cercano quindi il parere degli interessati su possibili cambiamenti riguardo al linguaggio, alla struttura e al layout. Tra le altre modifiche ai modelli di divulgazione, le ESA propongono un nuovo “pannello di controllo” all’inizio di ciascun modello, che dovrebbe attirare l’attenzione del lettore sulle informazioni più importanti e alleviare le preoccupazioni sulla comprensibilità.
Prossimi passi
I commenti al documento di consultazione si sono chiusi il 4 luglio 2023. Le Esa si sono impegnate a consegnare il rapporto finale alla Commissione Europea entro la fine di ottobre 2023 dopo aver esaminato i commenti ricevuti e dopo una consultazione pubblica congiunta e dei test mirati sui consumatori. Nel frattempo, i fondi che pubblicano le divulgazioni Sfdr devono comunque garantire il rispetto dei requisiti attuali del regolamento e pubblicare utilizzando le versioni attuali dei modelli di divulgazione.