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È quanto emerge da uno studio di Capgemini Research Institute, secondo cui il 58% dei cittadini chiede servizi più intelligenti. Gli investimenti nel settore sono destinati ad aumentare, creando opportunità, da cogliere con fondi ed Etf
I cittadini guardano sempre di più alla sostenibilità delle città in cui vivono e ai servizi digitali che vengono offerti. E chiedono un cambio di rotta importante, una conversione verso un modello di smart city che sia in grado di soddisfare le loro aspettative crescente. Lo rileva il nuovo report “Street Smart: Putting the citizen at the center of smart city initiatives” di Capgemini Research Institute, al quale hanno contribuito 10.000 cittadini e oltre 300 funzionari comunali di 58 città in 10 paesi. Lo studio evidenzia che molti cittadini non sono contenti dell’attuale situazione della città in cui vivono e sono pronti a trasferirsi in una più evoluta dal punto di vista digitale. In media, il 40% dei residenti potrebbe lasciare la propria città a causa di una serie di punti di debolezza, tra cui un sentimento di delusione legato ai mancati avanzamenti in ambito digitale.
“La percezione e lo status delle smart city sono diventati un importante fattore di differenziazione per i cittadini – commenta Domenico Leone, public sector director di Capgemini in Italia – Per urbanisti e funzionari è essenziale capire che i cittadini sono la risorsa più smart di cui dispone una città e che devono quindi essere messi al centro delle iniziative in ambito smart city. È necessario garantire che la tecnologia dia alle persone l’esperienza e la qualità di vita che desiderano e di cui hanno bisogno. Attraverso un processo di conversione in smart city, le città eviteranno che i loro abitanti si trasferiscano, migliorando quindi il proprio percorso di digitalizzazione e beneficiando della disponibilità dei cittadini a investire nella città in cui abitano. Inoltre, le iniziative smart consentono alle città di essere più resilienti a sfide come la pandemia da COVID-19, ma per raggiungere questo obiettivo è fondamentale una stretta collaborazione tra l’ambiente dei dati e gli stakeholder della città”.
Lo studio Capgemini
Il report elaborato da Capgemini Rsearch Institute evidenzia che più della metà dei cittadini (58%) ritiene che le smart city siano sostenibili e che assicurino una migliore qualità dei servizi (57%). Questo spiega perché più di un terzo degli intervistati (36%) è disposto a pagare di più per ottenere una migliore esperienza urbana. Tuttavia, esistono importanti sfide all’implementazione di questi servizi digitali, in particolare in termini di dati e di finanziamenti. La ricerca ha rilevato che solo un funzionario comunale su dieci dichiara la propria città in una fase avanzata del processo di conversione in una smart city1, mentre meno di un quarto (solo il 22%) ha iniziato a mettere in pratica iniziative in ambito smart city: una sfida alquanto particolare, dato che si prevede che due terzi della popolazione mondiale vivrà in una città entro il 2050, e che il numero di megalopoli è destinato a passare dalle 33 di oggi a 43 entro il 2030. Inoltre, a livello globale, il numero di cittadini che desidera vivere in una smart city è in forte crescita, per cui un approccio che ne acceleri l’adozione sarebbe ben accolto.
Tra sostenibilità…
Secondo il report, chi vive in città dà sempre più valore alla sostenibilità. I cittadini ritengono che sfide come inquinamento (42%) e mancanza di iniziative di sostenibilità (36%) siano tra le principali preoccupazioni che potrebbero spingerli a trasferirsi altrove. Tuttavia, il 42% dei funzionari comunali afferma che l’implementazione delle iniziative di sostenibilità ha subìto ritardi negli ultimi tre anni, mentre il 41% sostiene che le loro città non saranno più sostenibili entro i prossimi 5-10 anni a causa della mancata adozione della tecnologia digitale.
… e nuovi servizi
Se da un lato le iniziative in ambito smart city possono portare a un miglioramento nei servizi urbani, il report rileva che anche la percezione è un elemento fondamentale e che i benefici non sono limitati solamente a risultati tangibili. I cittadini che utilizzano servizi in ambito smart city sono infatti più soddisfatti della qualità della loro vita in città, tanto che il 73% dichiara di essere più soddisfatto in termini di fattori legati alla salute come la qualità dell’aria. Tuttavia, il dato scende bruscamente al 56% tra coloro che non hanno utilizzato questo tipo di servizi. Più di un terzo dei cittadini (36%) è disposto a pagare di più per vivere in una città “intelligente”, cifra che aumenta tra gli intervistati più giovani e più abbienti: il 44% per i millennial, il 41% per gli appartenenti alla Generazione Z e il 43% per quelli con un reddito annuo superiore a 80.000 dollari.
Le sfide
Sebbene le smart city possano risolvere alcune delle tradizionali problematiche delle città, come trasporto pubblico e sicurezza, esistono sfide rilevanti alla loro implementazione. I “dati” sono fondamentali per l’ottimizzazione delle smart city, eppure il 63% dei cittadini di tutto il mondo afferma che la privacy dei propri dati personali sia più importante di una maggiore qualità dei servizi. Al contempo, quasi il 70% dei funzionari comunali dichiara che la raccolta di finanziamenti per la transizione verso le smart city rappresenta una delle sfide più difficili da superare, con il 68% che afferma di incontrare delle difficoltà ad accedere e a costruire le piattaforme digitali necessarie per sviluppare iniziative in ambito smart city. Dal punto di vista dei cittadini, il 54% pensa che le BigTech offrirebbero servizi urbani migliori di quelli attualmente esistenti.
Gli “attori”
L’accelerazione nell’implementazione richiede una stretta collaborazione tra i principali stakeholder. Le tecnologie innovative, e i fondi per progettarle e implementarle, non creano da sole una smart city. È fondamentale una collaborazione tra tutti gli stakeholder: funzionari comunali, cittadini e terze parti come startup, istituti accademici o fondi di venture capital. La raccomandazione per i funzionari comunali è di adottare un approccio in tre fasi: creare una vision in tema smart city basata su sostenibilità e resilienza; darsi la possibilità di agire come imprenditori e allo stesso tempo garantire la protezione dei dati e la fiducia dei cittadini; costruire una cultura dell’innovazione e della collaborazione con cittadini ed enti esterni.
Le opportunità
Secondo gli ultimi dati disponibili della società di consulenza Grand View Research, il mercato globale delle smart city aveva a fine 2019 una dimensione di 83,9 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita composto da qui al 2027 stimato al 24,7%. Tra sette anni, quindi, il valore del mercato dovrebbe raggiungere i 463,9 miliardi di dollari. Numeri che danno l’idea delle opportunità di investimento che possono essere inseguite. E per coglierle ci sono diversi strumenti disponibili sul mercato, tra fondi comuni ed Etf. Ne sono un esempio il Pictet Smart City e il Dws Smart Industrial Technologies tra i fondi (secondo dati Morningstar, nel 2019 hanno guadagnato rispettivamente il 30,3% e il 33,2%; da inizio anno, invece, il bilancio è del -3,7% e del -9,5%), e l’iShare Smart City Infrastructure Ucits Etf (quotato da poco su Borsa Italiana, a un mese sta guadagnando l’1,73% e l’Amundi Smart City Uscits Etf (partito a dicembre 2019 sta perdendo da inizio anno il 5,5%) tra la gestione passiva.